30 Novembre 2015

PREPARATI AL MATCH – Tutto su Napoli-Inter

Alle 21.00 il fischio di inizio del posticipo del lunedì, valevole per la quattordicesima giornata: i nerazzurri scendono in campo nel catino del San Paolo per un match che, dopo oltre 25 anni, torna ad avere il sapore di Scudetto. Per scongiurare il ritorno della Juventus e per staccare la Roma serve una prestazione maiuscola, al cospetto di un Napoli che ha dimostrato di essere l'osso più duro di questo campionato.
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Te piace ‘o presepe?” – “NO!” – “Come si può dire ‘non mi piace’ se quello non è ancora finito?” – “Ma pure quando è finito non mi piace!“.    (dal dialogo tra Luca e Tommaso in “Natale in casa Cupiello”)

Napoli-Inter chiude la quattordicesima giornata di Serie A ma è destinata ad aprire ufficialmente e in modo limpido, senza più pretattica o umiltà strategica, la corsa al titolo. Vero che un big match di fine novembre non è e non sarà mai decisivo ai fini di una vittoria finale: provate però a immaginare, in caso di vittoria dell’uno o dell’altro undici, i titoli dei giornali di domattina. Si aprirebbero scenari trionfalistici in caso di successo nerazzurro e addirittura eroici in caso di tre punti – e quindi primato – per il Napoli, una squadra capace di cambiare tecnico, schema e mentalità in così poco tempo da far invidia ai migliori trasformisti del pianeta. A nostro parere, però, ciò che più conta non è la classifica, in quanto fino a metà maggio ci saranno ben altri 72 punti a disposizione. Sia per Sarri che per Mancini sarà più importante lanciare un segnale forte e nel modo giusto, seguendo ognuno il proprio credo ma nel rispetto più totale delle parti. Perché, quando si parla di due compagini – rispettivamente prima e seconda in classifica – che senza colossali favori o congiunture positive hanno sudato per ogni singolo punto conquistato sul campo, il rispetto è d’obbligo.

LA STORIA – Quello di stasera sarà il 79esimo Napoli-Inter della storia: 72 sono stati gli incontri di Serie A, con un bilancio che vede 35 successi partenopei e 18 nerazzurri a fronte di 19 pareggi; in Coppa Italia ci sono sei precedenti, tre dei quali sfortunati per gli ospiti e due con esito positivo (nel 1938 la gara terminò 1-1 dopo i tempi supplementari e fu rigiocata a San Siro). In genere è una sfida in cui si segna tanto: 95 reti in totale per il Napoli, 79 per l’Inter. L’ultimo successo ospite risale al 1997, quando un gol di Galante e un’autorete di Turrini fissarono il risultato sullo 0-2  per la squadra di Gigi Simoni e Ronaldo. Da allora solo due punti in campionato per i nerazzurri, che pareggiarono 0-0 a febbraio del 2010 – era l’anno del triplete – e 2-2 nel marzo di quest’anno.

IL PRESENTE – Ai più attenti non sarà sfuggito il riferimento al dialogo tra Lucariello, padre attaccato ai valori della tradizione, e Nennillo, figlio inizialmente pigro e senza alcuna voglia di lavorare: da qualche giorno Luca De Filippo, al quale abbiamo scelto di rendere omaggio in apertura di articolo, ha raggiunto il papà sulla scena di qualche divertente ma sempre umanissima commedia sul palco dell’aldilà. E proprio in concomitanza di Napoli-Inter e a meno di un mese dal Natale, vogliamo usare quel dialogo come metafora di ciò che accade da diverso tempo nei salotti in cui si parla di pallone. L’Inter si presenta al San Paolo da capolista, e dopo tredici giornate non può più essere un caso. Ma siccome l’Italia conta circa venti milioni di allenatori da tastiera o da talk show e siccome, rifacendoci alle parole di un altro grande scomparso troppo presto, tutti i tecnici perduti che non hanno occasione di dare il loro cattivo esempio sul campo sono soliti lanciarsi nei buoni consigli, non ci sorprendono le critiche ai nerazzurri, al loro modo di giocare e di conseguenza anche all’allenatore (quello vero!) che li guida dalla panchina. Siamo il Paese delle contraddizioni, delle incoerenze e del salto felino sul carro dei vincitori o giù da quello dei perdenti, e siamo anche il Paese di chi non si accontenta mai: il che da un lato ha i suoi aspetti positivi, perché è sacrosanto tendere al miglioramento, dall’altro invece può essere ridicolo. Anche questa redazione in passato ha inveito aspramente contro chi, calcisticamente, non costruiva nulla di buono; anche in questa redazione è stata spesso messa in evidenza l’assenza di un calcio spettacolare, con tanto di analisi tattiche precise e dettagliate da parte dei nostri redattori; anche a questa redazione piacerebbe assistere in ogni match a trame veloci e intricate tipiche del calcio catalano o, per non andare troppo lontano, alla coralità di quello partenopeo. Ma ci torna alla mente Sartre, che già teorizzava sul calcio come metafora della vita: bisogna prendere delle scelte e fare i conti con le avversità allo stesso modo in cui un allenatore deve scegliere come plasmare i suoi undici e capire come risolvere i problemi. Noi adoriamo il calcio che Maurizio Sarri ha sviluppato a Empoli e portato a Napoli, amiamo le triangolazioni, la verticalità, la velocità, la buona tecnica e in valore assoluto preferiamo tutto ciò ai muscoli; apprezziamo anche l’elasticità mentale del ‘tecnico con la tuta’, che ha avuto l’umiltà e il coraggio di cambiare idea su modulo e uomini in campo; ma non ce la sentiamo di non difendere a spada tratta l’operato di un allenatore, Mancini, che ha deciso di prendere un’altra strada, senza tra l’altro inciampare troppe volte in qualche buca. Il “NO” ostinato che Nennillo rivolge al padre alla domanda sul Presepe e ancor più il pregiudizio testardo su qualcosa che non è ancora compiuto ci portano alla mente proprio quei giudizi a priori e disfattisti di una serie di giornalisti/giornalai che sembrano non aspettare altro che la caduta della capolista. E oggi, 30 novembre, sembra poter essere il giorno ideale, al cospetto di chi offre il miglior calcio d’Italia e prepara il sorpasso proprio nello scontro diretto. Siamo pronti a scommettere, però, che a prescindere dal risultato finale e qualora non dovessero esserci episodi clamorosi in apertura di match, l’Inter venderà cara la pelle.

LE ULTIME – Il tecnico di Jesi non ha lasciato trapelare moltissimo ieri in conferenza stampa, annunciando che il solo sicuro di giocare è Handanovic; noi aggiungiamo anche i nomi di Murillo, Miranda e Medel. Per quanto riguarda il resto è necessario premettere che dall’inizio del campionato Mancini ha quasi sempre scelto di schierarsi a specchio rispetto all’avversario, motivo per cui siamo portati a pensare che questa sera l’Inter scenderà in campo con un 4-3-3; difficilmente il Mancio opterà per una difesa a tre, con il rischio di abbassare troppo il baricentro e permettere al Napoli di pressare già nella metà campo avversaria. Sempre per lo stesso principio è probabile che sulla fascia di Insigne il tecnico interista scelga D’Ambrosio mentre su quella di Callejon potrebbe preferire Nagatomo a Telles, meno rapido del giapponese e meno propenso a seguire i ripetuti tagli dell’argentino. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di dirottare Nagatomo a destra e di inserire Telles a sinistra, escludendo D’Ambrosio. A centrocampo oltre a Felipe Melo ha dimostrato di poter dettare bene i tempi, ma spetterà a Medel e a uno tra Brozovic e Guarin l’ingrato compito di contrastare le due mezzali napoletane, Allan e Hamsik. In avanti è da sciogliere il dubbio riguardante Icardi: l’argentino è già andato in panchina contro la Roma, ma il suo utilizzo dal primo minuto oggi non è scontato. A nostro parere, prevedendo un Napoli arrembante e che vorrà fare la partita, Mancini potrebbe scegliere di risparmiare al bomber nerazzurro una partita complessa tra le grinfie di Koulibaly e Albiol, preferendo la mobilità di Perisic, Ljajic e Jovetic, come contro i giallorossi.
Sarri, che non ha recuperato Gabbiadini e Mertens, ripropone invece l’undici che in campionato ha ottenuto i migliori risultati. Reina sarà difeso da una linea a quattro formata da Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam; a centrocampo Jorginho sarà il metronomo, con i già citati Allan e Hamsik ai suoi lati; in avanti Higuain sarà affiancato da Callejon e Insigne.
Il match del San Paolo non ha bisogno di grandi presentazioni: abbiamo ripercorso la storia  le statistiche, abbiamo accennato ai due modi diversi di preparare una squadra, abbiamo addirittura scomodato Eduardo e Luca De Filippo. Sperando di non disturbare troppo, li tiriamo in ballo ancora per l’ultima volta, augurandoci di poter ascoltare, in qualche notte di maggio, chi ha sempre risposto “NO!” dare al proprio Lucariello l’ultima risposta che dà Nennillo al padre. Buon Napoli-Inter.