9 Febbraio 2012

Forlàn si racconta: “La mia vita, il rapporto con lo spogliatoio dell’Inter e tante curiosità”

Il campione uruguaiano Diego Forlan, alle prese con un altro infortunio, ha rilasciato una lunghissima intervista al programma click di Inter Channel dove ha commentato delle foto di particolare importanza per la sua vita da sportivo e non. Ecco l’intervista integrale.

MONTEVIDEO – Partendo dalla città dove tutto è iniziato, Montevideo, Forlàn racconta che: “Sono nato un po’ fuori rispetto al centro ma tutta la mia famiglia vive ancora lì. Non ci torno molto spesso, ma quando succede devo poi ripartire e lasciare tutti lì non è sempre semplice, ormai però mi ci sono abituato. Di ricordi ne ho tanti, davvero. Quando ero piccolo mi piaceva tanto andare al club dove giocavo a tennis e a calcio, praticavo tutti gli sport. In estate andavo in piscina con tanti amici, è stato il momento più bello di quando ero bambino“.

PAPA’ PABLO – Poi il Cacha continua l’intervista parlando del rapporto che aveva con suo padre, Pablo, che sembrava essere molto intenso e istruttivo visto che anche lui era calciatore: “Da piccolo andavo sempre con papà in giro, andavamo a mangiare l’asado con i suoi ex compagni che mi raccontavano tantissime cose di calcio. Era veramente bellissimo, con loro ho imparato veramente tanto. Quando vado in Uruguay adesso mi piace andare a salutare tutti questi amici che ora sono ex calciatori“. A questo punto il nerazzurro descrive il segreto del suo successo, specificando che suo padre gli aveva insegnato e sempre ripetuto due parole: “Lavoro e sacrificio“. Da quanto emerge dall’intervista, suo padre continua a seguirlo ancora oggi e infatti dopo una partita andata male “si fa sentire in modi diversi: una telefonata, un messaggio. Si fa sentire sempre prima e sempre dopo, con lui e mio fratello parlo sempre prima e dopola gara“.

INDEPENDIENTE – Si continua parlando dei primi passi di Diego nel calcio professionista: “Ho ricordi bellissimi. Quando giocavo col Independiente ricordo un derby contro il Racing, un inferno, eravamo in casa e giocavo con Gabi Milito, contro Diego. Finì con il loro pareggio nel finale ma il ricordo è sempre bellissimo. Quei quattro anni in Argentina sono stati splendidi e la gente con me era fantastica, ho una casa lì e quando posso ci vado bastano 25 minuti di aereo dall’Uruguay. Ho lasciato tanti amici, salutarli mi fa sempre piacere”. Poi diego racconta il desiderio di quell’epoca: “Il sogno è sempre quello di fare bene in Sudamerica ma dopo c’è l’altro sogno di andare in Europa dove ci sono tutti i fenomeni del mondo. Sin da bambini si sogna sempre tutto ciò, ma posso dire anche di aver giocato in Argentina e poi con la Nazionale dell’Uruguay”. 

MANCHESTER – “Era un periodo incredibile, perché guardavo sempre il Manchester, quando mi hanno chiamato ero in vacanza con la mia famiglia, è arrivata la chiamata del mio agente e mi ha detto di questa possibilità. Non avevo alcun dubbio anche se sapevo che non fosse facile avere quell’opportunità, non ci ho pensato due volte. Non era un affare semplice ma alla fine è andato in porto. A Manchester non ho avuto problemi con la lingua perché da quando avevo 8 anni fino ai 18 per quattro ore al giorno a scuola ho studiato inglese, dunque ero facilitato. Non ho avuto problemi. Per quanto riguarda il clima penso che non si possa avere tutto, sei in una squadrona come lo United e devi accontentarti. Non c’era la spiaggia ma ero contentissimo ugualmente. Ho vissuto due anni e mezzi bellissimi, magari adesso tornare in Inghilterra potrebbe essere un po’ più difficile anche perché all’epoca non conoscevo la Spagna e l’Italia, qui si vive meglio, ma in quel momento era una realtà del tutto nuova quindi non potevo dubitare. Le persone inglesi sono gentili, anche lì ho lasciato molti amici“.

SPAGNA – Dopo il periodo inglese arrivano le due squadre spagnole, Villareal e Athletico, che per Diego equivalgono a 2 scarpe d’oro: “Due riconoscimenti bellissimi, ho vissuto sette anni bellissimi. Per il Villarreal ricordo che quando al Manchester giocavo poco parlai con Ferguson e gli dissi di voler andare, capì benissimo la mia sensazione e mi disse: ‘Come allenatore non posso lasciarti andare, come persona so quanto hai lavorato e quanto meriteresti, dunque è giusto che tu vada‘. Arrivai in una città diversa per clima dove c’erano le spiagge e tanti argentini, infatti ho fatto tre anni fantastici perché partendo dal basso siamo diventati una grande. Poi sono passato all’Atlético Madrid, una squadra grande con una città bellissima. Abbiamo vinto due coppe, perso una finale di Copa del Rey, tifosi caldissimi. La rivalità con il Real è strana perché sono 12 anni che l’Atlético non vince il derby. La situazione è veramente difficile da affrontare per i tifosi, però la rivalità resiste e il derby è sempre bello. A Madrid resto legato, non ho il tempo di andarci ma rimane nel mio cuore come città“.

SUPERCOPPA EUROPEA – Poi Diego parla di un evento lieto per lui, meno per i tifosi interisti: “Sapevamo fosse una partita difficile perchè l’Inter quell’anno aveva vinto tutto. In una partita secca però è sempre tutto diverso, credevamo di poter svoltare in quel momento così importante e con una grande partita abbiamo vinto. Conoscevo già Milito e alcuni altri. Li ho salutati, ma quando si perde non è il momento. Il giorno prima però ci eravamo salutati e avevamo discusso parecchio, eravamo tutti allo stadio“.

ARRIVO ALL’INTER – “Ero molto emozionato al primo giorno a Milano. La notizia era circolata spesso ma ogni volta veniva rinviato l’affare,  quando è diventato tutto fatto è stato splendido, perché volevo tantissimo l’Inter e avevo parlato molto con Cambiasso e Milito. Volevo fortemente una big come l’Inter. Il rapporto con il presidente Moratti è ottimo, è sempre molto gentile con me. Tutti quelli che lo conoscono dicono che è una persona gentile e splendida“.

GRUPPO INTERISTA – Ora arriva la parte più interessante per i tifosi interisti dove Forlàn rende pubblico i rapporti che ha con ogni argentino presente ad Appiano Gentile: “Parto da Zanetti, come pregio ha sempre un sorriso per tutti, non è mai triste o arrabbiato, veramente mai, e quello è molto bello; il difetto lo saprà trovare Paula, sua moglie, ma da compagno posso dire che ogni tanto mi stuzzica, sa che mi piace rispondere a qualsiasi provocazione. Lo fanno tutti i ragazzi argentini con me perché mi conoscono bene – dice ridendo -. Cambiasso invece è una persona alla quale piace sapere tutto infatti vuole leggere e sapere veramente tutto, non c’è mai una notizia o qualcosa che non sa. Walter Samuel inece come persona è veramente un buono, ha l’impressione di un serio e forte in campo ma fuori se ci stringi amicizia viene fuori un uomo buonissimo. Come difetto dico che invece è un po’ troppo chiuso. Per Milito vale lo stesso, lo conosco sin da piccolo, è un ragazzo bravo e simpatico, sempre contento. Ricky Alvarez? E’ un po’ silenzioso, forse perché è ancora un ragazzo ma è un tipo tranquillo

COPA AMERICA – Altro momento lieto della carriera, quello del trionfo in Copa America con la sua Nazionale: “Quel gruppo era fantastico, avevamo tutti un rapporto meraviglioso anche fuori dal campo. E’ stato il momento massimo di espressione dove il lavoro di tanto tempo è fruttato con quella Copa. Mio nonno l’aveva vinta due volte, poi mio papà e adesso anche io, una cosa mai successa. Quattro coppe della mia famiglia è qualcosa di bellissimo e incredibile”.

RELAX – L’intervista termina con una curiosità: cosa fa Diego Forlàn durante il suo tempo libero? Lui risponde dicendo che adora andare al caldo anche se “quando in Europa finisce la stagione in Argentina o Uruguay fa freddo, preferisco lo stesso restare con la famiglia al freddo ma poi passo alla spiaggia per dieci giorni, al caldo. Mi piace anche praticare altri sport, come tennis o golf. Ho tanti amici miei e di mio fratello con cui pratichiamo più sport, un divertimento nel tempo libero ma quando c’è una partita nessuno vuole mai perdere. A Milano mi trovo molto bene, è una bella città. Sono arrivato da poco tempo ma mi sto abituando e sono felice di essere qui“.