9 Maggio 2012

Milito: “Che emozione il derby! Champions? Noi ci crediamo. Strama…”

Tre gol nel derby, 23 gol in campionato, cinquanta totali in Serie A con l’Inter. Chi ha avuto la brillante idea di nominarlo ‘Bidone d’Oro 2011’ si sarà ricreduto. Diego Milito è tornato il vero Principe, e in un’intervista a Repubblica parla della sua situazione attuale, e di quella della squadra. DERBY“Eravamo molto carichi. Non che ne altre partite non lo fossimo, ma il derby è sempre una partita speciale e volevamo vincere per dare una soddisfazione ai nostri tifosi dopo un’annata storta. Esserci riusciti è fantastico. Quella serata l’ho vissuta con grande gioia, ma anche con tranquillità. È una grande soddisfazione, importantissimo per i tifosi e anche per noi che scendiamo in campo. Segnare in un derby è sempre qualcosa di speciale, ma ora è passato”. NUMERI DA CAPOGIRO – “Tre gol in due stracittadine diverse in Italia un record che nessuno ha mai fatto? Non lo sapevo. I 50 gol in campionato con l’Inter? È una bella soddisfazione, ma non so nemmeno quanti gol abbia fatto in carriera. Non sono uno che li conta come molti attaccanti fanno”. LA STAGIONE – “Le prestazioni dei singoli risentono sempre dell’andamento del gruppo. Con Gasperini giocavo sempre, con Ranieri di meno. Ho avuto difficoltà nei primi mesi, mi sono sbloccato con il Lecce a fine dicembre e poi il gol nel derby a gennaio, da lì non mi sono più fermato. Fino alla vittoria con la Lazio era andato tutto bene, poi il tracollo: sconfitta a Lecce, pareggio a Palermo e ancora sconfitta a Roma; da lì in poi abbiamo faticato”. ALLENATORI – “Cambiare tre allenatori in un anno complica la vita ai giocatori. Ogni tecnico porta nuova mentalità e nuovo gioco, e adattarsi in fretta non è per niente semplice. Mi sono dispiaciuti gli esoneri di Gasp e Ranieri: il primo perché è durato poco, il secondo perché se n’è andato a fine marzo. Noi non scendiamo mai in campo per perdere, ma a volte le cose non vanno come vorresti. Si dice che ai nostri livelli gli allenatori non siano importanti? Lo sono eccome. Devono curare ogni minimo aspetto della squadra, e anche semplicemente una buona parola a un giocatore può cambiare completamente le sue motivazioni in meglio”. STRAMACCIONI – “Quando era arrivato non lo conoscevo perché allenava i ragazzini, ma mi ha sorpreso: a 36 anni è un allenatore molto preparato e ha personalità, ha saputo trasmetterci sicurezza. Il gioco con lui è cambiato. Vuole una squadra protagonista, improntata all’attacco. Già il fatto di giocare con tre punte ci dà più possibilità in attacco”. COME SI SENTE MILITO? – “Ho più esperienza rispetto al passato, ma gioco da pochi anni in una grande squadra e quindi assaporo da poco la tensione che si prova a giocare in una big. Sento tutti i miei anni, ma sento anche di avere ancora molto tempo per giocare. Nella mia carriera non ho mai avuto gravi infortuni, mi sento in grado di continuare ancora per un po’, però non ai livelli di Zanetti: lui fa eccezione in tutto”. EUROPA – “Andiamo all’Olimpico per vincere. Se dovessimo conquistare una vittoria e Napoli e Udinese non dovessero vincere ce la potremmo fare. Ci sono poche possibilità, ma ce la giochiamo. Attualmente non penso all’Europa League, è ancora tutto possibile”.