9 Dicembre 2011

Stagione 84/85: vince il Verona e Napoli scopre Maradona

SCHEGGE DI STORIA –  Nel settembre dell’84 le rivelazioni del “pentito” Buscetta portano all’emissione di 366 ordini di cattura di cui 60 portati a termine, il 17 ottobre Carlo Rubbia, insieme a Simon Van der Meer, vince il premio Nobel per la fisica, nello stesso mese il India viene assassinato il premier Indina Gandhi nel cortile del suo palazzo, il giorno dopo muore Eduardo De Filippo, il 6 novembre Reagan è presidente degli Stati Uniti, l’antivigilia di Natale, dieci anni dopo l’Italicus, un’altra strage ferroviaria sconvolge l’Italia: due esplosioni sventrano il treno 904 Napoli-Milano. Il 15 gennaio 1985, finisce la dittatura militare in Brasile, contro cui aveva lottato in modo pacifico sul campo Socrates, ora in forza alla Fiorentina. Il 29 maggio 1985 avviene la più grande tragedia sportiva degli ultimi anni: allo stadio Heysel di Bruxelles, prima dell’inizio della finale di coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool, muoiono 39 persone in seguito a una carica degli ultras inglesi nel settore Z dello stadio occupato dai tifosi italiani. La partita si giocherà lo stesso, portando la Juve a vincere per 1-0 nella imbarazzante esultanza dei giocatori in campo.

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MIRACOLO VERONA – La stagione delle sorprese: l’anno del primo scudetto veneto targato Verona, squadra con una rosa ristretta, uno scudetto che ha dell’incredibile se si considera la sola stagione corrente, ma che trova la sua giustificazione in un progetto iniziato nel 1982, che ha nel presidente Celestino Guidotti, e nel “mago ruspante” Osvaldo Bagnoli, le guide e le menti della vittoria di una squadra ricca di giocatori affamati ed ecclettici. Il regista di centrocampo Antonio Di Gennaro, supportato dagli acquisti low cost Briegel e il danese Elkjaer, senza dimenticare il vero big della squadra, Fanna, lasciato partire dalla Juve come un peso di cui liberarsi in fretta e che si riscopre campione nel clima più protettivo della provincia.

LA STORIA DEL CAMPIONATO – Il Verona domina questo campionato dall’inizio alla fine: tutti si aspettano il Napoli di Maradona e invece è l’outsider a dominare. Il talento di Diego non si discute ma intorno a lui, in questa prima stagione di grande Napoli, c’è ancora il nulla, inizia però a intravedersi lo squadrone del futuro. La Juventus vive una stagione in ombra, salvo vincere la coppa dei campioni nella tragedia di Bruxelles e l’Inter, affidata dal nuovo presidente Ernesto Pellegrini a Ilario Castagner, con un organico ricco di campioni, in primis Rummenigge, con un prolifico Altobelli, non riesce a trovare una continuità tale da poter conquistare lo scudetto. Da vice campione si fa soffiare anche il secondo posto dal Torino di Aldo Serena. Condannate alla retrocessione la Lazio di Chinaglia e Giordano insieme a Cremonese e Ascoli.

IL FILOSOFO SOCRATES – Doveva assicurare il salto di qualità alla Fiorentina e invece Socrates non è riuscito ad affermare il suo talento. Così come il più famoso filosofo greco, anche il calciatore brasiliano non lascia il suo nome per iscritto ma tutti coloro che sono entrati in relazione con questo genio del calcio e non solo, lo ricordano come un grande uomo, con qualche vizio ma con una personalità trascinante e capace di comunicare con il calcio i valori del suo popolo, la politica democratica che timidamente cercava il suo spazio in Brasile dopo 15 anni di dittatura militare, un’ idea di sport troppo estranea al rigore e al tecnicismo del calcio italiano.