15 Ottobre 2018

Storie di Derby – Milito, Pandev e Julio Cesar: Inter padrona di Milano. Mourinho: “Per perdere dovevamo restare in sei”

In attesa della stracittadina milanese in programma il 21 ottobre, riviviamo le emozioni del derby vinto dai nerazzurri nella stagione del Triplete

“Stasera potevamo perdere contro il Milan solo se fossimo rimasti in sei perché anche in sette avremmo vinto”. Quali parole migliori se non quelle di José Mourinho per sintetizzare al meglio il derby andato in scena a San Siro il 24 gennaio del 2010?

Perché quell’Inter-Milan è una delle testimonianze più importanti dell’annata 2009-2010, destinata a rimanere scolpita per sempre nel cuore e nell’immaginario collettivo di tutti i tifosi nerazzurri. Perché in quell’Inter-Milan c’è tutto: il carattere, la forza del gruppo, l’attaccamento alla maglia, la classe, la voglia di tutti i giocatori di reagire davanti alle difficoltà. Tutti quegli ingredienti che poi hanno permesso alla squadra di Mourinho di salire sul tetto d’Italia e sul tetto d’Europa al termine della stagione.

Non importa se Rocchi al minuto 26′ ammonisce Lucio per una simulazione al centrocampo. Non importa se Rocchi qualche secondo dopo manda sotto la doccia Sneijder, reo di aver applaudito in maniera ironica l’arbitro per la precedente decisione. Non importa se Rocchi a cinque minuti dalla fine espelle Lucio per doppia ammonizione, lascia i nerazzurri in 9 e concede un rigore al Milan. Non importa se dall’altra parte hai l’Inter, quell’Inter. Non importa se dall’altra parte hai gente come Milito, Pandev, Mourinho e Julio Cesar.

L’Inter arriva al derby del 24 gennaio dopo aver rimontato due gol al Bari nel precedente turno di campionato e con diverse assenze pesanti. Tra queste c’è quella di Samuel Eto’o, impegnato nel primo mese dell’anno con il suo Camerun nella Coppa d’Africa. Per questo l’Inter si è cautelata a gennaio con l’arrivo a parametro zero di Goran Pandev: il macedone non fa assolutamente rimpiangere il camerunense, diventando in poco tempo un elemento imprescindibile dello scacchiere tattico dello Special One.

In una serata così importante Mourinho opta per un 4-3-1-2, riproponendo Santon a sinistra con Maicon, Lucio e Samuel a completare il reparto difensivo a protezione della porta di Julio Cesar. A centrocampo è Muntari, preferito a Thiago Motta, a scendere in campo al fianco di Zanetti e Cambiasso. Sneijder è il trequartista dietro al duo Pandev-Milito: solo panchina per Balotelli.

Pronti e via, Sneijder ci impiega una manciata di secondi per prendere il palo esterno con un gran destro da fuori area. Qualche minuto dopo, l’olandese grazia Dida sparandogli addosso da pochi metri. Nei primi 10 minuti non c’è storia: i nerazzurri sono superiori, pressano, attaccano ed al 10’ vanno in vantaggio. Il solito disastro di Abate permette a Milito di involarsi verso la porta rossonera: l’argentino entra in area di rigore e con un perfetto diagonale (la specialità della casa) di sinistro segna il suo tredicesimo gol in campionato. San Siro ancora una volta è ai piedi del suo Principe.

Il Milan subisce il colpo e nella prima mezz’ora non riesce mai ad avvicinarsi all’area di rigore dell’Acchiappasogni nerazzurro. L’Inter è compatta, non rischia nulla e riparte sempre con grande velocità, mettendo in seria difficoltà la retroguardia rossonera. Fino al 26esimo minuto di gioco sembra di assistere ad un altro derby a senso unico, come quello dell’andata stravinto dai nerazzurri per 0-4. Poi il colpo di scena: Rocchi prima disturba Sneijder su un’azione offensiva dell’Inter, poi ammonisce Lucio per una simulazione su un’entrata di Ambrosini. L’olandese si avvicina all’arbitro, lo applaude ironicamente e in cambio riceve un cartellino rosso. Una decisione che rischierebbe di spezzare le gambe a qualsiasi squadra. Ma non a quell’Inter.

Nella ripresa il Milan attacca con grande veemenza e fa girare bene la palla, l’Inter soffre molto ma tiene e sa rendersi pericolosa. Seedorf impegna subito Julio Cesar, poi Ronaldinho mette a lato di poco. Milito spaventa Dida, Borriello due volte Julio Cesar. Nel momento di maggiore sofferenza per la squadra di MourinhoPandev al 63’ colpisce un palo, dopo una grande triangolazione con il solito Milito, che regala grande fiducia all’Inter e spaventa il Milan.

Due minuti dopo la svolta decisiva del match. Thiago Motta è pronto a bordo campo con Pandev pronto a lasciare il terreno di gioco. Maicon si procura un punizione dove clamorosamente Rocchi non estrae il secondo giallo a Favalli. Mourinho rinvia il cambio e la lascia tirare al macedone che supera la barriera e beffa un immobile Dida. “L’ho tirata io, l’ho tirata io”, urla pazzo di gioia Mourinho.

Finita qui? Macché. Nel finale entra Huntelaar che conquista un calcio di rigore per fallo di mano di Lucio che viene espulso per doppia ammonizione. Tentativo di realizzazione di Ronaldinho ma Julio Cesar battezza l’angolo giusto. Baresi placca Mourinho, pronto ad entrare in campo. Lo Special One torna in panchina e invoca San Siro facendo letteralmente impazzire il pubblico nerazzurro. Maicon rischia pure di fare 3-0 nel finale, Rocchi qualche secondo dopo decide di porre fine alla sofferenza rossonera.

Nel post partita Mourinho regala altro spettacolo: “E’ una vittoria dal sapore amaro. Un giorno andrò via ma i problemi resteranno. La nostra squadra è la più forte e in questa situazione ha vinto oggi. Se non vincevamo, il campionato era più aperto e non voglio immaginare se perdevamo oggi. L’Inter oggi non poteva vincere questa partita e ha vinto. Se Ronaldinho segna il rigore i minuti di recupero, da 5, diventavano 8. L’Inter ha vinto perché ha meritato ma è stata una vergogna. Dovrei fare i salti di gioia, non esco da qua molto felice. Ho 16 partite e sono preoccupato. Le difficoltà ci saranno ancora, faranno di tutto per non farci vincere lo scudetto ma noi ce la faremo perché ho grandi giocatori”. 

E quell’Inter ce l’ha fatta.

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