8 Gennaio 2012

L’ANGOLO TATTICO: Inter-Parma

Sabato 7 gennaio 2012, è la prima gara dell’anno a San Siro, dove l’Inter affronta il Parma per la 17esima giornata di Serie A. I nerazzurri vengono da quattro vittorie consecutive in campionato, con otto gol fatti e solo uno subito, segno non solo del buon momento ma anche di un ritrovato equilibrio nell’approccio e nel modo di condurre in porta la gara. I ducali invece sono reduci da quattro pareggio consecutivi, gli ultimi due per 3-3 in casa contro Lecce e Catania. Così Ranieri vuole continuare a scuotere il campionato dirigendo la quinta sinfonia, Colomba cerca punti per allungare la serie positiva.

LE FORMAZIONI ? Ranieri non ha dubbi particolari e manda in campo la squadra che negli ultimi tempi gli ha dato più garanzie: dentro Samuel per Ranocchia e Thiago Motta per Faraoni, che era in leggero vantaggio alla vigilia. Il 4-4-2 vede a centrocampo in linea proprio l’italo-brasiliano con Zanetti a destra, Cambiasso al centro e Ricky Alvarez a sinistra. In avanti il tandem Milito-Pazzini, attacco potenzialmente atomico. Nel Parma non c’è Santacroce (al suo posto l’esordiente Brandao). La difesa a quattro è completata da Zaccardo, Paletta e Gobbi, mentre a centrocampo giocano Modesto e Biabiany sulle fasce e Galloppa e Morrone al centro. In avanti Giovinco e Floccari.

IL DESTINO – Se la quinta di Beethoven si apre col destino che bussa minacciosamente alla porta, la quinta di Ranieri cerca di sfondare fin da subito quella di Mirante. Lo si capisce subito, dal secondo minuto, quando Pazzini trova una bella conclusione a giro dal limite. L’azione è il prototipo di quella che sarà la chiave di gioco dei nerazzurri per tutta la partita: la palla viaggia da una parte all’altra del campo, sempre rasoterra, con Alvarez che svaria sul fronte d’attacco partendo comunque dalla sinistra; scambio veloce con Thiago Motta, tocco di prima per il Pazzo che controlla e tira. Grande azione, ma la palla non entra. L’Inter è assolutamente padrona del campo, e il destino del Parma è di vedere i nerazzurri costruire articolate trame offensive quasi solo nella metà campo avversaria. Alvarez è nettamente l’uomo in più, perché mai come in questa gara salta l’uomo facilmente, giocando quasi sempre con la suola e dando una spinta particolarmente incisiva anche in fascia. E’ merito suo se al 13′ Milito riesce a battere Mirante, perché è da un suo cross a mezza altezza dalla sinistra che arriva il gol del Principe. L’Inter apre il  nuovo anno anno con un gol costruito da chi aveva deluso nel 2011: che sia di buon auspicio?

SENZA REPLICHE – Ai nerazzurri basta un solo tempo per congelare il match. Il Parma di San Siro è veramente poca cosa: le uniche azione pericolose dei ducali arrivano quando Giovinco si stacca dal suo partner d’attacco per appropriarsi della sfera sulla trequarti e impostare l’azione con la porta di fronte e non di spalle ad essa. Se escludiamo in colpo di testa dell’ex Juve, però Julio Cesar non rischia mai. Al contrario Mirante ha il suo ben da fare, soprattutto nel raccogliere la palla in fondo alla rete. L’Inter della partita col Parma macina gioco, sempre alla stessa maniera, avvolgente, con i terzini che non attaccano mai contemporaneamente per non lasciare troppo scoperta la retroguardia e i continui inserimenti di uno dei due centrocampisti centrali. E’ proprio su una ribattuta della difesa che accorre Thiago Motta e spara dal limite: il portiere della squadra emiliana nulla può e dopo 17 minuti è già 2-0 e notte fonda. Sugli scudi c’è sempre il numero 11 nerazzurro, dai cui piedi nascono tutte le azioni dei padroni casa: davvero, un Alvarez così non l’avevamo mai visto. Il Parma prova una timida reazione, ma Lucio e Samuel soprattutto sono sempre attentissimi a giocare d’anticipo contro l’isolato Floccari, e Cambiasso fa da cerniera ottimamente in mezzo al campo. In gran spolvero anche Milito, che sembra aver ritrovato la lucidità di un tempo soprattutto in relazione ai movimenti e alle sponde di Pazzini. Al 41′ il Principe allarga in fascia per Maicon e scatta al centro dell’area: il brasiliano lo vede e pennella un traversone fantastico che l’argentino deve solo girare in rete di testa. E’ il 3 a o e il primo tempo chiude anche il match.

RIPRESA – Il secondo tempo, come è lecito aspettarsi, non offre gran che dal punto di vista tattico, perché la partita non cambia: il Parma non reagisce e l’Inter continua a spadroneggiare. Le occasioni non sono tantissime, ma ciò che conta è l’impressione che la squadra di Ranieri dà agli spettatori: una squadra che non perde facilmente la concentrazione, che non subisce cali come a inizio stagione. Gran parte del merito è da attribuire anche agli accorgimenti tattici che mostrano i milanesi: fondamentale la velocità in ripiego degli esterni Maicon e Nagatomo, decisiva la sagacia tattica di Zanetti, rassicurante lo zelo con cui Cambiasso gestisce la mediana. Questo è il secondo tempo di Inter-Parma. Il risultato cambia ancora due volte. Il 4-0 è frutto di una bella iniziativa di Milito, che salta l’uomo e suggerisce per Pazzini, in linea con l’ultimo difensore avversario: tocco sotto e palla in rete. L’ultimo gol è invece opera del giovane Marco Davide Faraoni ed è un gol di rara bellezza: un tiro al volo di destro che si abbassa all’improvviso e tradisce Mirante. E’ il 5 a 0 e finisce così la quinta di Ranieri.