12 Aprile 2012

L’ANGOLO TATTICO: Inter-Siena

Sono passate quasi tre settimane dall’esonero di Ranieri e tante cose sembrano essere cambiate: in realtà Stramaccioni è stato bravo soprattutto a dare grinta a un gruppo che aveva dimostrato di averne molto poca, oltre a provare ad apportare qualche accorgimento tattico. Da questo punto di vista, per la verità, l’idea calcistica del giovane tecnico romano non sembra essere qualcosa di chissà quanto innovativo rispetto alle ultime settimane mesi: certamente la scelta di puntare su Zarate rappresenta una rottura con il passato chiamato Ranieri (Gasp lo avrebbe utilizzato di più, ne siamo certi), ma anche il testaccino nel suo ultimo periodo alla guida dei nerazzurri aveva scelto di schierare tre giocatori d’attacco puri (Sneijder-Milito-Pazzini) e un centrocampo di combattenti; di conseguenza come tipologia di uomini schierati non c’è un abisso rispetto a un mese fa. Ciò che conta però, guardando al passato, è che forse non proprio tutto è da buttare: c’è qualcosa di cui l’Inter deve far tesoro, ovvero quella capacità, che ricorda molto l’ex Ranieri, di saper lavorare in sordina, senza proclami e senza clamore, perché in fondo solo concentrandosi su se stessi è possibile raggiungere degli obiettivi.

FORMAZIONI – Come già anticipato, l’Inter si schiera un 4-3-3 con Julio Cesar in porta e una linea a quattro formata da Zanetti (Maicon ancora out), Lucio, Samuel e Chivu; a centrocampo perno centrale Dejan Stankovic, con ai lati Cambiasso e Obi; in avanti l’inedito trio composto da Milito, Zarate e Alvarez, al rientro dopo un paio di mesi di stop. Il Siena non appare molto rinunciatario, nonostante un quadrato 4-4-2, di rottura rispetto al 3-5-2 delle ultime uscite: davanti a Pegolo giocano Vitiello, Terzi, Pesoli e Del Grosso; sulla mediana agiscono Bolzoni e Vergassola, mentre sulle ali ci sono Brienza e Mannini; in avanti D’Agostino a suggerire per la punta Mattia Destro, l’ex della partita.

FASCE ED ERRORI – La prima frazione si apre col botto: dopo soli sei minuti Samuel perde una brutta palla a centrocampo e i toscani si involano verso la porta avversaria. Julio Cesar compie due miracoli ma nulla può sul terzo tiro di D’Agostino che porta il Siena in vantaggio. I nerazzurri non si perdono d’animo e forse questo è il segnale che qualcosa può veramente cambiare: la novità tattica dell’Inter di Stramaccioni è che, non essendoci Sneijder, i palloni arrivano molto di più in fascia che nella zona centrale, mentre, proprio per questo si crea sempre molto spazio per gli inserimenti dei centrocampisti. Così Zarate ha ampia libertà sulla fascia sinistra,  che però di tanto in tanto vanifica con qualche dribbling di troppo, mentra dall’altro lato, giustamente, Alvarez tende ad accentrarsi, date le sue caratteristiche. Ne esce un’Inter che non sfigura, se non fosse per diversi errori individuali, soprattutto nel momento dell’ultimo passaggio, che condizionano il risultato. Il pareggio comunque arriva quando nessuno se lo aspetta, su un regalo della difesa del Siena: Milito non perdona e fa 1-1.

SOSTA CONVINTA – Dagli spogliatoi esce un’Inter convinta di poter vincere la partita e ci piace sottolineare questa voglia di riscatto dei ragazzi di Stramaccioni. Tutto il secondo tempo non offre spunti tatticamente interessanti, perché è sempre la stessa Inter, ma vede i nerazzurri non correre più pericoli (se non su un contropiede di Destro) e sostare ininterrottamente nella metà campo avversaria. Zanetti è sovrumano nel recupero palla e nelle cavalcate in avanti, Milito lavora molto per la squadra, Alvarez è un po’ più presente ma potrebbe dare di più, mentre Obi si conferma a gran livelli. Il risultato è che l’Inter crea diverse palle gol, ma non le sfrutta mai a dovere. Ci vuole un rigore procurato da Nagatomo, entrato per Samuel (infortunio e due settimane di stop per lui) e realizzato dal solito Principe per raggiungere i tre punti e continuare a sperare.