1 Gennaio 2020

Da Palacio a Lukaku: i 10 migliori colpi di mercato dell’Inter dal 2010 ad oggi

Non solo rivoluzioni societarie, fair play finanziario e investimenti che si sono rivelati sbagliati: il decennio appena conclusosi ha regalato anche grandi intuizioni di mercato, la maggior parte delle quali è ancora a disposizione di Conte

La decade che è terminata allo scoccare della mezzanotte è stata alquanto particolare per l’Inter. Campioni d’Europa e d’Italia all’inizio della stessa, i nerazzurri non sono riusciti a cavalcare l’onda e nel corso degli anni si sono ritrovati a dover fronteggiare sicuramente non il miglior periodo della loro storia, riuscendo solamente nell’ultimo biennio a invertire un trend negativo, con la squadra che sembra aver finalmente imboccato la strada giusta verso il ritorno alla gloria. In queste dieci annate l’Inter ha infatti vissuto ben due passaggi di proprietà e dodici cambi di allenatore: una situazione societaria instabile che inevitabilmente ha avuto i suoi riflessi sui risultati sportivi. Ma non solo, a ciò si sono aggiunti l’avvicendarsi di alcune figure di riferimento quali quelle del direttore sportivo e dell’amministratore delegato e le limitazioni sul mercato poste dal Fair Play Finanziario e dal Settlement Agreement. Nonostante ciò è possibile individuare diversi casi in cui la società ha saputo leggere correttamente le opportunità che il mercato ha offerto; ecco qui i migliori colpi di mercato dal 2010 ad oggi.

HANDANOVIC – Prelevato dall’Udinese nel 2012 per 11 milioni di euro più la comproprietà di Faraoni, il numero 1 sloveno aveva il compito di raccogliere un’eredità non da poco: quella di Julio Cesar. E negli anni non farà rimpiangere il portierone brasiliano colonna dell’Inter del Triplete. L’esordio in Serie A il 16 settembre 2012 in un 2 a 0 dei nerazzurri ai danni del Torino: sarà solamente la prima di ben 101 gare in maglia nerazzurra mantenute a reti inviolate. Con le sue prestazioni è stato uno dei pochi punti fermi di un’Inter nel bel mezzo della ricostruzione, sia in campo, che a livello societario. Dal “baratro” quindi, alla rinascita, sancita dal ritorno – in grande parte dovuto anche alle parate dello sloveno – in Champions League nelle stagioni 2018/2019 e 2019/2020. Per quanto possano contare le statistiche personali, in una logica dominata dal peso dei risultati, quelle del portiere classe 1984 sono di primo e assoluto livello: giocatore con più presenze nel decennio con 369 apparizioni tra Inter e Udinese; nerazzurro più utilizzato dal primo gennaio 2010 con 24.080 minuti; miglior portiere della stagione 2018-2019, nella quale ha mantenuto la porta nerazzurra inviolata per 17 gare, e inserimento nella top 11 dello scorso campionato. Prestazioni confermate anche nelle 17 gare di campionato disputate in questa prima parte della stagione sotto la guida di Antonio Conte, nelle quali ha subito solamente 14 reti (meno di un gol a partita), confermandosi senza discussione il miglior portiere della Serie A.

D’AMBROSIO – Tra i migliori acquisti effettuati dall’Inter dal 2010 fino ad oggi, c’è senza dubbio quello di Danilo D’Ambrosio. Il terzino nerazzurro è arrivato dal Torino nel gennaio 2014 per poco meno di due milioni di euro più la comproprietà di Benassi e Colombi e ha esordito in maglia interista il 2 febbraio dello stesso anno contro la Juventus. Contro lo Stjarnan nel playoff di Europa League nell’agosto 2014, la prima delle tredici marcature messe a segno in carriera in maglia interista. La crescita del numero 33, accolto inizialmente con indifferenza e scetticismo dalla gran parte dei tifosi interisti, è stata nel corso degli anni di militanza nerazzurra esponenziale, tanto da riuscire a ritagliarsi, anche grazie alle proprie caratteristiche di gioco, un ruolo da protagonista importante in ogni stagione e con ogni allenatore passato per la Pinetina. Arma in più, come detto, sicuramente la duttilità, che permette a D’Ambrosio di poter ricoprire – che sia in una difesa a 3 o a 4 – i ruoli di terzino o centrale, esterno alto o basso, di destra o di sinistra, garantendo elevati standard di prestazioni. E anche in questa stagione, nonostante la concorrenza serrata a causa dell’arrivo di Godin, il cambio di modulo, e la frattura al dito del piede che lo ha tenuto lontano dai campi a cavallo di ottobre e novembre, continua a essere un elemento fondamentale per Antonio Conte.

BROZOVIC – Prima discontinuo, poi insostituibile. La storia di Marcelo Brozovic con l’Inter si potrebbe descrivere solamente attraverso questi due aggettivi. Una storia che, se formalmente inizia il 26 gennaio 2015 quando il centrocampista viene acquistato dai nerazzurri dalla Dinamo Zagabria con la formula del prestito biennale con obbligo di riscatto, reca con sé un’altra data a fare da spartiacque: l’11 marzo 2018. È in quell’occasione infatti – nello specifico un Inter-Napoli 0-0 – che Luciano Spalletti sposta il classe 1992 croato dal ruolo di trequartista a quello di regista basso, rendendolo perno del gioco nerazzurro. Grazie all’intuizione del tecnico toscano quindi, Brozovic riesce ad acquisire quella continuità che era sembrata essere assente nei primi anni milanesi e a diventare un centrocampista di livello europeo. Sarà fondamentale l’apporto di EpicBrozo, che nel frattempo diventava sempre di più idolo dei tifosi nerazzurri, per il ritorno dell’Inter in Champions dopo 7 anni di assenza. Continuità, prestazioni e centralità nel gioco e nel progetto, confermate anche durante questa stagione con Antonio Conte in panchina. Non solo il peso del centrocampo sulle sue spalle in concomitanza dell’assenza di Sensi e Barella, ma anche alcune statistiche eccellenti: il croato guida le classifiche per quanto riguarda chilometri percorsi durante le gare; contrasti vinti; tocchi di palla e occasioni create. Sono 176 le presenze totali in maglia nerazzurra con all’attivo 22 gol e 21 assist, che testimoniano spiccata abilità offensiva e continuità acquisita, se si pensa che, l’ultima sfida con il Genoa saltata per squalifica, è stata la prima gara non disputata dopo 30 presenze consecutive.

SKRINIAR – Considerato il rapporto qualità-prezzo, probabilmente il migliore acquisto dell’Inter negli ultimi dieci anni. Approdato in Italia grazie alla Sampdoria nel 2016, Skriniar diventa subito una pedina fondamentale per i blucerchiati, tanto che nella stagione 2016/2017 è il più giovane difensore del campionato con almeno 35 presenze collezionate. L’operazione che ha portato il classe 1995 slovacco a vestire la maglia nerazzurra nel luglio 2017, può sicuramente essere considerata magistrale: 5 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti circa 7 milioni di bonus legati alle prestazioni dello slovacco e il cartellino di Caprari (valutato all’epoca 15 milioni). Costi che, paragonati ai quasi 100 milioni da cui potrebbe partire l’Inter in caso di eventuale cessione del difensore centrale, dimostrano tutta la lungimiranza dei nerazzurri. Arrivato a Milano da “Carneade” e accolto dallo scetticismo della piazza nerazzurra, in poco tempo è diventato perno fondamentale al centro della difesa ed elemento insostituibile. Anticipo, forza fisica, velocità e personalità le caratteristiche principali, che lo hanno reso un idolo indiscusso dei tifosi. Dopo due stagioni al top, che gli sono valse il rinnovo del contratto fino al 30 giugno 2023 e che hanno visto l’interesse nei confronti delle sue prestazioni da parte dei top club europei – i nerazzurri hanno rifiutato in estate offerte che superavano i 60 milioni di euro – crescere esponenzialmente, quest’anno sembra essere il calciatore che, tra quelli del reparto, stia faticando di più nell’assimilare il nuovo modulo. Nonostante ciò, rimane un elemento imprescindibile all’interno della difesa nerazzurra – che ha subito solamente 14 gol in 17 gare in Serie A – avendo disputato quest’anno ogni minuto dell’Inter in Serie A e in Europa.

ICARDI – Nell’elenco dei migliori acquisti effettuati dall’Inter nel corso dell’ultimo decennio non può mancare il nome di Mauro Icardi. Nonostante infatti i ricordi più freschi e nitidi nella mente dei tifosi riguardo l’esperienza in nerazzurro del calciatore siano quasi tutti per forza di cose negativi e per nulla connessi al rendimento sul campo, l’argentino è stato senza dubbio uno dei migliori centravanti della storia dell’Inter. Dall’estate 2013 infatti, quando è stato prelevato dalla Sampdoria per 13 milioni di euro – dopo che con la formazione blucerchiata aveva segnato 10 reti nella prima stagione in Serie A – Mauro Icardi ha iniziato un’esperienza in maglia nerazzurra durante la quale sarebbe diventato capitano della squadra, perno centrale dell’attacco dell’Inter, uno dei centravanti più prolifici della storia del club nerazzurro e uno tra i più importanti attaccanti al mondo. Con la numero 9 dell’Inter sulle spalle, è stato protagonista e testimone del periodo più complicato degli ultimi 10 anni nerazzurri, culminato nei due passaggi di proprietà e nell’avvicendamento di sei allenatori durante la sua esperienza in nerazzurro. Nonostante ciò vince per ben due volte la classifica marcatori della Serie A: nel 2014/2015, 22 gol, a pari merito con Luca Toni e nel 2017/2018, 29 gol, in coabitazione con Ciro Immobile. La stagione 2017/2018, risulterà essere quella della definitiva consacrazione, al termine della quale, trascinati dalle reti dell’argentino – che sarà eletto miglior giocatore della Serie A – i nerazzurri riconquisteranno l’accesso alla Champions League dopo 7 anni di assenza. La seconda parte della scorsa stagione, segnerà, a causa delle ben note vicende – a partire dalla scelta della società di togliere al centravanti la fascia di capitano in favore di Handanovic, passando per l’operato di Wanda Nara e l’essere stato escluso dal progetto tecnico in estate – la definitiva rottura con l’ambiente, i tifosi e la società nerazzurra. Il 2 settembre 2019, Mauro Icardi, ottavo nella classifica dei marcatori all-time dell’Inter con 124 gol, si trasferisce al PSG in prestito oneroso da 5 milioni di euro e diritto di riscatto fissato a 70 milioni.

PALACIO – Rodrigo Palacio nel 2012 è stato prelevato dal Genoa per 10,5 milioni di euro ed ha rappresentato per 5 anni il principale terminale offensivo dell’Inter insieme a Mauro Icardi. Ha militato nell’Inter fino al 2017, anno in cui si è trasferito al Bologna nel quale ancora gioca; con i nerazzurri ha fatto registrare 58 gol e 31 assist in 169 presenze ed in generale ha messo a referto sempre delle grandi prestazioni. Si è ritrovato a giocare negli anni peggiori dell’Inter, in concomitanza con la fine dell’era Moratti e l’inizio dell’era Thohir, e purtroppo non ha mai potuto combattere per un titolo. Il suo apporto alla squadra è sempre stato importante in quanto un giocatore con enorme spirito di sacrificio, un’intelligenza calcistica fuori dal comune e un grandissimo acume tattico, oltre ad una grandissima duttilità che permette di schierarlo su tutto il fronte d’attacco. Nei suoi anni all’Inter si è caricato la squadra sulle spalle evitando il tracollo totale e ha anche svolto il lavoro di chioccia per i più giovani tra cui anche Mauro Icardi che ha imparato molto dal suo connazionale.

PERISIC – Ivan Perisic è stato acquistato dall’Inter nel 2016 per un costo totale di 19 milioni di euro versati nelle casse del Wolfsburg. Il croato con la maglia nerazzurra ha fatto registrare 163 partite condite da 40 gol e 37 assist. Perisic ha militato nel club fino al 2019, anno in cui è stato ceduto in prestito al Bayern Monaco. Durante la sua permanenza all’Inter Perisic ha avuto un andamento altalenante con alcuni sprazzi di giocate da fenomeno e altri di pura svogliatezza. Purtroppo la continuità è sempre stata il suo punto debole ed è stato ciò che ha limitato la sua carriera che altrimenti sarebbe potuta spiccare in maniera molto più decisa. Nonostante ciò Perisic si è rivelata una delle intuizioni di mercato migliori dell’ultima decade; acquistato nel periodo migliore della sua carriera si è rivelato essere un giocatore potenzialmente determinante sulla fascia e veramente devastante se in giornata. Le qualità che spiccano sono senza dubbio quelle fisiche; nonostante l’altezza di 186 cm infatti, Perisic risulta pressochè imprendibile sul lungo oltre che infaticabile. Ciò permette al giocatore di fare continuamente tutta la fascia senza stancarsi e inoltre questa capacità di corsa lo rende devastante in campo aperto e in situazioni di contropiede. Da sottolineare anche la sua capacità di calciare molto bene con entrambi i piedi. Nonostante il rapporto con l’Inter non sia terminato nel migliore dei modi, non si può dimenticare il fatto che Ivan sia stato uno dei protagonisti del ritorno in Champions dei nerazzurri, obiettivo che il club non centrava da ben 6 anni.

DE VRIJ – Stefan De Vrij è sbarcato in nerazzurro nell’estate del 2018, in seguito alla scadenza del contratto con la Lazio. L’acquisizione delle sue prestazioni sportive non ha dunque inficiato direttamente sulle casse della società, la quale però ha dovuto pagare delle commissioni al suo agente e ovviamente offrire uno stipendio cospicuo al giocatore. L’olandese si è sempre distinto per la sua capacità di unire l’efficacia difensiva ad una grande classe. Già nella Lazio si era distinto come uno dei migliori difensori in tutto il campionato italiano. Con l’arrivo a Milano sponda nerazzurra, Stefan ha completato la sua maturazione; nonostante il primo anno l’ha visto costretto ad adattarsi ad un nuovo modulo, la sua risposta è stata eccellente. Insieme a Skriniar ha infatti formato una delle coppie difensive migliori d’Europa venendo consacrato definitivamente come un top player del reparto arretrato. Nella stagione attuale, il ritorno ad una difesa a 3 ha visto un De Vrij ancora più a suo agio; in posizione centrale infatti escono fuori tutte le sue capacità e qualità in quanto oltre ai compiti difensivi svolti egregiamente, l’olandese si occupa anche della fase di impostazione, grazie ad un piede molto educato. Senza dubbio uno dei migliori acquisti per rapporto qualità prezzo insieme al compagno di reparto Milan Skriniar.

LAUTARO MARTINEZ – El toro è stato acquistato dall’Inter nel gennaio del 2018 per 25 milioni di euro, ma prelevato dal Racing Club solo nell’estate dello stesso anno. Durante la prima stagione è stato leggermente oscurato dalla presenza di Mauro Icardi, ma nonostante ciò è comunque riuscito a mostrare in diverse occasioni il suo infinito potenziale. Nella stagione attuale, col cambio allenatore e il conseguente cambio modulo, Lautaro è stato chiamato a compiere il salto di qualità, con la possibilità di essere aiutato anche da un perfetto partner d’attacco come Romelu Lukaku. Il talento argentino ha risposto presente iniziando la stagione col botto e dimostrando una leadership, una tenacia e un bagaglio tecnico da top player. Insieme al belga sta facendo faville, segnando gol sempre pesanti anche a livello europeo e mostrando giocate da veterano consumato. Proprio per questo ha attirato su di sé le attenzioni di tutti i top club europei; in particolare sembra essersi fatto avanti il Barcellona che se già in passato si era dimostrato interessato, si è definitivamente innamorato del giocatore nella doppia sfida di Champions, in cui Lautaro ha sfoggiato doti da fenomeno vero. Sul contratto del toro c’è una clausola rescissoria di 111 milioni di euro, che adesso sembra insidiare i nerazzurri; per questo è in previsione un rinnovo di contratto con relativo adeguamento dello stipendio e innalzamento\rimozione della clausola. In sole 57 partite il gioiello nerazzurro è riuscito a mettere a referto 22 gol e 4 assist consacrandosi come uno dei migliori giovani al mondo; l’Inter è dunque obbligata a fare di tutto per mantenere il giocatore e resistere alle offerte che potrebbero arrivare dall’estero, in quanto potenzialmente si parla di un giocatore sul quale è possibile costruire una dinastia.

LUKAKU – L’ariete belga è sbarcata nella Milano nerazzurra questa estate e fin da subito si è fatto ben volere. Sono 65 i milioni versati nelle casse del Manchester United, che fino all’ultimo ha provato a resistere alle avance nerazzurre, ma che nulla ha potuto contro la voglia di Lukaku e Conte di lavorare insieme. Il tecnico leccese infatti è un suo grande estimatore da anni e l’ha sempre considerato come il giocatore perfetto per i suoi dettami tattici. Romelu al momento non ha deluso le aspettative, mettendo a segno 14 reti e 3 assist in sole 22 presenze con la maglia nerazzurra. Sul valore del giocatore c’è poco da dire; capacità di far salire la squadra, di realizzazione e di rifinitura ma soprattutto una strapotenza fisica che permette di dominare i duelli con i difensori avversari. La cosa che ha invece stupito è stata la personalità del belga; in campo è un leader e fuori un gigante buono. Ha stretto in poco tempo amicizia con tutta la squadra, comportandosi da fratello maggiore con in più giovani tra cui Lautaro, che anche grazie a lui sta attraversando una crescita enorme. La buona volontà e la cultura del lavoro di Lukaku si vedono anche nei piccoli gesti; negli abbracci con Conte, nella volontà di imparare immediatamente l’italiano per integrarsi al meglio e nei gesti di altruismo come nel caso del rigore ceduto al 17enne Esposito. Questo è il vero segreto del gigante che ha fatto innamorare i tifosi nerazzurri: essere un grande uomo prima di un grande giocatore.

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