27 Aprile 2019

Dal 9-1 dei ragazzini a Pjanic-Rafinha, passando Ronaldo-Iuliano: sessant’anni di derby d’Italia (e polemiche). Gli incontri più discussi

Gli striscioni sull'Heysel, le sassate al pullman interista, calci, pugni e molto altro

1961: IL 9-1 E LA PARTITA DEI RAGAZZINI

San Siro

16 aprile 1961. Comunale di Torino. C’è JuventusInter, partita importantissima per i destini del campionato, con le due squadre in cima alla classifica e separate da soli quattro punti (con le vittorie che, all’epoca, valevano due punti). La Juventus è in testa. Nell’impianto torinese la folla è tanta – pure troppa – tanto da arrivare sino a bordocampo. Si gioca per mezz’oretta, poi Helenio Herrera – tecnico dell’Inter – decide che ci siano gli estremi per sospendere la gara, e l’arbitro acconsente: partita sospesa, insomma, e – secondo regolamento – assegnata a tavolino all’Inter, che si porta a -2 dai bianconeri. Le distanze, poi, nel corso delle settimane successive si riducono a zero, sinché appunto si arriva all’ultima giornata con Juve e Inter in cima alla classifica a pari punti. Problema: la commissione arbitrale – nella settimana della giornata decisiva – decide, spiazzando tutti, di annullare la vittoria a tavolino dell’Inter maturata dopo i fatti del Comunale. Alla Juventus, che gioca contro il Bari, basta un punto. L’Inter perde a Catania (è la partita del “clamoroso al Cibali…”), sicché il recupero di quello Juventus-Inter – programmato per fine campionato, il 3 giugno 1961 – diventa perfettamente inutile. E così i nerazzurri si schierano in protesta nei confronti di una decisione assunta dalla commissione arbitrale di una Federazione presieduta – per puro caso – proprio dal presidente della Juventus: Umberto Agnelli. Il presidente dell’Inter, Angelo Moratti, decide di mandare in campo i ragazzini delle giovanili: finisce 9-1 per la Juventus. Il gol della bandiera? Lo segna un certo Sandro Mazzola, all’esordio con la maglia dell’Inter.