14 Luglio 2014

EDITORIALE – Ripartire con rabbia (anche Mondiale)

Di Giorgio Crico.

I Mondiali brasiliani appena trascorsi ci hanno trasmesso ancora una volta la lezione della garra sudamericana, quella caratteristica voglia di vincere che porta i giocatori a divorare l’erba del campo e lottare su ogni pallone come se fosse l’ultimo della partita, in una tensione costante al risultato pieno che non ammette alcun tipo di sconfitta, esitazione o timore.

Campioni di questo particolare approccio al calcio sono ovviamente gli argentini, ancorché sconfitti dalla poderosa Germania, ma non bisogna dimenticare anche le altre lezioni di garra ricevute nel mese verdeoro: da quella cilena, rabbiosa e qualitativa, a quella colombiana, passando per quella ecuadoregna. Un simile, encomiabile atteggiamento era riscontrabile anche nell’Inter del Triplete che, non a caso, aveva un più che evidente anima albiceleste. Ecco, sarebbe bello che quel tipo di atteggiamento, quella voglia matta di spaccare il mondo in due, quel desiderio di prevalere che talvolta sconfina quasi nel sotterfugio e nell’astuzia, divenisse parte anche dell’anima di questa Inter.

Senz’altro la nuova Beneamata ha un’anima argentina meno pronunciata che non nel recente passato ma la rabbia per le tre ultime e non esaltanti stagioni deve fungere da motore per una resurrezione nerazzurra, se non nei risultati, perlomeno nelle prestazioni. Magari un supplemento di voglia di vincere arriverà proprio dai tre reduci della sfortunata esperienza albiceleste in Brasile: Hugo Campagnaro, Ricky Alvarez e Rodrigo Palacio. Loro hanno la chance di riversare in campo e votare alla causa nerazzurra, quasi come se fossero caricati a molla, quel desiderio di rivalsa che solo una finale dei Mondiali persa ti può dare… E chissà che non diventino davvero il motore del Biscione, nobilitando una volta di più la già gloriosa tradizione degli argentini all’Inter.

Intanto il gruppo agli ordini di Mazzarri lavora in vista della prossima stagione per imbastire l’intelaiatura di gioco che sarà, ben sapendo comunque che qualcosa dovrà ancora arrivare dal mercato, soprattutto là davanti, dove Icardi è ancora solo soletto in attesa di Palacio, vista anche la non conferma di Belfodil e il ritorno alle Pampas di Milito.

Sudore, fatica, ripetizione continua di movimenti e schemi: il duro lavoro estivo che tutti sperano possa dare i suoi frutti fin dal preliminare di Europa League che si giocherà ad agosto, un appuntamento chiave per poter effettivamente disputare tre competizioni nella stagione 2014/2015. Una stagione che deve avere il sapore del riscatto, il senso della rinascita.

Anche se non è una finale Mondiale.