12 Dicembre 2016

EDITORIALE – Balle necessarie

Il consueto editoriale del lunedì sera, stavolta monopolizzato dalla partita di ieri sera di San Siro, Inter-Genoa. Probabilmente a Pioli toccherà raccontare più di una bugia a fin di bene, al riguardo...

A volte è meglio mentire. Agli altri, certo, ma soprattutto a sé stessi. E l’Inter, stavolta, dovrà farlo senza pudore perché la vittoria di ieri sera è tutto meno che meritata o limpida. Certo, col Genoa finalmente ko, dopo il 2-0, la Benamata ha, come si dice?, legittimato il risultato. Anche perché ormai mancavano solo venti minuti, quindi non era totalmente impossibile resistere (e i rossoblù avevano esaurito completamente le loro energie, il che ha aiutato).

Ciò nonostante, il Grifone ha preso a sberloni i portacolori nerazzurri per almeno i primi 35’ della partita e ha mantenuto il pallino del gioco anche a inizio ripresa. La pecca dei liguri è stata non riuscire a sfruttare tutta la mole di gioco prodotta ma per quarti d’ora interi la squadra di Jurić ha dato la nettissima sensazione di poter entrare a piacimento nell’area di rigore del Biscione. E quindi, alla fine, l’Inter ha vinto.

Ora, quando una squadra è in salute e porta quasi sempre a casa punti, si dice che vincere le partite in questo modo è sintomo di maturità o che le compagini che incassano il bottino pieno senza meritarlo sono capaci di gestirsi e spendere nel modo migliore le loro energie. Ecco, tutto questo tipo di discorso non ha alcun senso relativamente alla squadra di Pioli. L’Inter attuale non è matura, non è minimamente capace di gestire alcunché, non ha equilibrio sotto quasi nessun punto di vista e, soprattutto, è talmente sfiduciata che può perdere qualsiasi gara quasi da sola, se subentra un black out di quelli visti già fin troppe volte in stagione.

Da qui, appunto, la necessità di ricostruire un’autostima anche – visto che la situazione d’emergenza lo richiede – attraverso bieche menzogne mirate a ricreare e coltivare una parvenza di fiducia che la squadra ha perso da tempo (ammesso e non concesso che ci sia stato almeno un momento in stagione in cui ne ha avuta). A tal proposito, ben venga che i giocatori si convincano di aver portato a casa la partita col Genoa meritandolo, quanto meno per aver resistito in difesa e aver colpito quando serviva.

L’unico inquilino di Appiano Gentile che non può in alcun modo indulgere nella confortante bugia è il buon Stefano Pioli, costretto dal suo ruolo a dover rimanere sempre lucido. Per lui, quindi, sarà doppiamente complesso: da un lato gli toccherà confortare i giocatori per accrescere la loro confidenza in sé stessi ma, al contempo, dovrà mantenerli enormemente concentrati in allenamento perché tante cose più o meno imbarazzanti viste ieri sera vanno per forza corrette (una su tutte: la solita prateria da Serengeti tra difesa e centrocampo, con nessun effettivo in grado di mantenere le giuste distanze).

Del resto, in una realtà storicamente delicata e attualmente disastrata come quella nerazzurra, un allenatore dev’essere un ottimo tattico, un buon comunicatore sia all’esterno che all’interno e, spesso e volentieri, anche un po’ psicologo. Parecchio psicologo, più probabilmente. E uno psicologo abile sa anche quando è opportuno mentire. A fin di bene, per carità, ma sempre di affermare il falso si tratta.