3 Ottobre 2013

FOCUS – L’arte della coerenza

di Nunzio Corrasco.

Sono trascorsi alcuni giorni dal beffardo pareggio ottenuto in quel di Trieste contro il Cagliari, ma nell’ambiente nerazzurro continua ad esserci molto rammarico per i due punti persi negli ultimi minuti. La squadra guidata da Mister Mazzarri ha offerto una prestazione davvero convincente, dominando per larghi tratti del match un Cagliari apparso intimorito e ampiamente al di sotto delle proprie possibilità; merito soprattutto di un’Inter molto brillante, scesa in campo sin dal primo minuto con una personalità ed un piglio difficili da trovare nell’attuale serie A. La nostra Beneamata ha creato tantissime occasioni da gol (soprattutto nel primo tempo) e solo la bravura di Agazzi unita ad una dose di sfortuna e alla poca precisione in fase realizzativa, ci ha impedito di andare in vantaggio molto prima della rete siglata dal neo nazionale argentino Mauro Icardi.

La bella prova offerta dall’Inter è ancora più rimarchevole se si pensa alle difficili condizioni in cui ci si era presentati all’appuntamento; la squadra infatti aveva avuto a disposizione meno di 72 ore per recuperare dall’impegnativa sfida contro la Fiorentina di Montella, disputata allo stadio Meazza giovedì scorso. Mazzarri è stato dunque costretto ad effettuare, per la prima volta nella sua gestione, un ampio turnover; Campagnaro, Taider, Jonathan e Palacio sono stati infatti lasciati a riposo. Prima del fischio d’inizio c’era molta curiosità nel capire come la squadra avrebbe risposto all’assenza di alcuni calciatori che si sono rivelati essere indispensabili in questo avvio di stagione (Campagnaro e Palacio su tutti); alla luce dei fatti si può tranquillamente promuovere la nuova Inter e soprattutto i calciatori solitamente non impiegati da Mazzarri. Rolando, Pereira e Belfodil hanno dimostrato con più o meno fortuna, di potersi calare con successo nel nuovo copione nerazzurro, facendosi trovare pronti al debutto stagionale dal primo minuto (il Palito è stato forse il meno brillante dei tre, pur disputando una prova sufficiente). Considerando dunque il poco tempo avuto dal Mister per preparare la partita e la qualità del gioco espresso, fino al minuto 38 del secondo tempo per i colori nerazzurri si stava profilando un pomeriggio perfetto o quasi. Purtroppo sul tiro di Nainggolan, la deviazione sfortunata di Rolando ci ha condannato a pareggiare una partita che meritavamo ampiamente di vincere.

Da quel momento molti tifosi nerazzurri (non tutti) hanno cominciato a dilaniarsi, cercando di individuare il colpevole di turno. Molti hanno individuato in Mazzarri il capro espiatorio, reo di non aver fatto entrare Taider dopo il vantaggio firmato da Icardi, altri hanno invece puntato il dito contro Cambiasso, in ritardo nel contrastare la conclusione di Nainggolan, ed altri ancora non hanno digerito il turnover, ritenendo poco comprensibile il riposo concesso a Palacio. Con ogni probabilità la spiegazione è molto più semplice; a volte ciò che succede in un campo da gioco è solo frutto del caso o di circostanze sfortunate. Il tiro di Nainggolan era innocuo e senza la deviazione di Rolando, sarebbe stato parato senza problemi da un Handanovic che fino a quel momento aveva recitato il ruolo dello spettatore non pagante. Nel mondo nerazzurro (tifosi e addetti ai lavori), in questo preciso momento storico, la parola d’ordine deve essere coerenza; coerenza nei giudizi e nelle valutazioni.

Nelle prime 6 giornate di campionato abbiamo conquistato 14 punti, un bottino ragguardevole che in pochi si sarebbero aspettati di ottenere analizzando il calendario ad inizio stagione. Ci troviamo nel primo anno di (vera) ricostruzione, il nostro Mister ha dovuto plasmare una squadra dalle macerie, senza aver avuto un grande supporto da parte della società in sede di mercato. La società nerazzurra infatti nel corso dell’estate, a differenza di altre squadre, non ha potuto permettersi di acquistare calciatori del calibro di Higuain, Tevez, Gomez e nemmeno uno Strootman (elemento importantissimo nel centrocampo romanista). Abbiamo dovuto fare di necessità virtù, puntando su una rosa che negli elementi titolari è più o meno la stessa dello scorso campionato; nel dare giudizi dunque, non si può e non si deve prescindere da queste considerazioni. Ad inizio stagione molti osservatori indicavano la nostra Inter come quinta-sesta forza del campionato e ragionando a bocce ferme, senza farsi condizionare dal tifo, una valutazione di questo genere non è lontana dalla realtà. Per questo motivo ogni tifoso della Beneamata deve giudicare i risultati che abbiamo ottenuto e quelli che otterremo, coerentemente con i giudizi dati ad inizio stagione. Se riusciremo a raggiungere traguardi superiori alle aspettative, sarà merito del Mister e di un gruppo che sembra seguirlo in tutto e per tutto.

Con l’arrivo di Thohir e con una gestione più manageriale della società, finalizzata ad aumentare quei ricavi tragicamente crollati nel corso degli ultimi anni, ci sarà poi la possibilità di investire e dunque di rafforzare la squadra. In attesa di tempi migliori, il tifoso nerazzurro deve “accontentarsi” di vedere una squadra che lotta in campo, si impegna al massimo e dà la netta sensazione di avere già un’identità ben precisa. La stagione appena iniziata dovrà rappresentare il cosiddetto anno zero, in modo da costruire una base solida sulla quale poter ripartire l’anno prossimo con nuove e più grandi ambizioni. Sabato sera ci aspetta una partita davvero molto importante; il big-match contro la Roma ci permetterà di capire a che punto è il nuovo progetto e se ci sono margini per poter cullare dei sogni di gloria. Qualunque risultato dovesse scaturire dalla partita contro i giallorossi, i giudizi dovranno essere dati non dimenticando mai le condizioni da cui è ripartita la nuova Inter di Mazzarri e le valutazioni che si davano di essa ad inizio stagione. Ad essere poco onesti intellettualmente ci pensano già molti addetti ai lavori, almeno noi interisti cerchiamo di utilizzare l’arte della coerenza.