16 Settembre 2014

FOCUS – Giovani fatti in casa

intervista bonazzoli

Kovacic Icardi Inter: la squadra nerazzurra punta sui propri giovani

Kovacic, Icardi, Dodò, Juan Jesus, quattro giovani per un’Inter che prova a volare. Si diceva e in realtà si continua ancora a dire, che Walter Mazzarri non ci sappia fare con i ragazzi, che preferisca l’usato sicuro, l’esperienza che non tradisce mai e che forse, proprio per questo, è un allenatore scontato e prevedibile.

Appunto, la prevedibilità, in un certo senso rassicurante perché certa, sotto un altro punto di vista banale e in controtendenza con un’Inter Pazza, non solo per il ritorno a San Siro della canzone più amata dai nerazzurri. Sulla scorta di queste prime e poche partite, quella imprevedibilità, che era stata il principale neo della squadra nerazzurra nella stagione scorsa, è diventata elemento imprescindibile per poter stupire e stupirsi, come quel 7 a 0 che ha esaltato e rimandato indietro i tifosi dell’Inter. Dopo quel 7 a 0 al Mapei Stadium, l’anno scorso, è cominciato un periodo di flessione che ha portato i nerazzurri a dover abbandonare ogni velleità di scudetto, anche allora tanti segnali positivi e addirittura un Milito che, tornato da un grave infortunio, riuscì a siglare una doppietta.

Icardi e Kovacic da impazzire. Il primo che segna in tutti i modi e con una puntualità appunto alla Milito e il secondo che è maturato non poco dal punto di vista caratteriale, nell’assumersi responsabilità da leader, due pennelli al posto dei piedi che disegnano assist al bacio per il fortunato di turno. Mauro, l’anno scorso, non aveva il posto da titolare assicurato e spesso, era distratto dai gossip sulla sua storia con Wanda e da tutti gli annessi e connessi. La partita contro gli emiliani e le precedenti, hanno invece mostrato un ragazzo già maturo, consapevole delle proprie enormi potenzialità e concentrato sul gol, senza cercare per forza il grande numero o la giocata show. Mateo, fino a poco tempo fa, era l’imprevedibilità fatta persona: potevi vederlo protagonista di una grande giocata strappaapplausi come potevi letteralmente non accorgerti della sua presenza per tutto l’arco dei 90 minuti, nascosto com’era tra le maglie degli avversari. Qualcosa adesso si è sbloccato, forse il frutto del lavoro di Walter Mazzarri, quello stesso allenatore che con i giovani non ci sa fare e l’Inter si sta pian piano rendendo conto di avere tra le sue fila uno dei giocatori più talentuosi nel suo ruolo e in più con ancora tantissimi e ampi margini di miglioramento.

Ma non ci sono solo l’argentino e il croato in questa Inter che vuole essere giovane. Le grandi stagioni si costruiscono da dietro e se, in due partite, l’Inter è potuta uscire con le reti inviolate, lo deve anche a Juan Jesus, imprevedibile, a volte folle, nel recente passato, lucido e consapevole in queste partite. Gli strascichi di esuberanza purtroppo ci sono ancora, come la provocazione che ha portato all’espulsione di Berardi, ma se continua a fare semplicemente la cosa più semplice al momento giusto, con i mezzi che ha, potrà garantire prestazioni vitali per una squadra che vuole arrivare in zona Champions.

Diversa la storia di Dodò. Arrivato tra lo scetticismo dei tifosi nerazzurri, il brasiliano si sta ritagliando sin da subito un ruolo importante in questa Inter. Piedi buoni, grande corsa e ampi margini di miglioramento, perfetto per gli schemi mazzarriani, determinante quando decide di cambiare marcia, la carta d’identità è dalla sua parte e continuando così, il suo riscatto sarà cosa piacevolissima per gli uomini mercato nerazzurri.

Un buon lavoro coi giovani è cosa assolutamente indispensabile in un periodo dove non si possono più staccare assegni ultramilionari. Grazie al lavoro di Ausilio e alla voglia di reinventarsi di Mazzarri, l’Inter sembra aver intrapreso la strada giusta, tuttavia manca ancora un tassello per un lavoro completo e che fa la differenza: la corretta valorizzazione del proprio vivaio. I Kovacic e gli Icardi sono grandi operazioni di mercato, che porteranno sicure plusvalenze in futuro, ma il vero affare lo fai cullando e crescendo i tuoi campioni direttamente in casa, puntando sull’esplosione di giocatori per cui non devi spendere un centesimo al di fuori del mondo Inter. Le giovanili dell’Inter si contraddistinguono da sempre per i loro risultati positivi e sembra un paradosso che, tra le fila dell’Inter, non ci sia un ex giovane del vivaio che sia titolare, cosa che succede abbastanza frequentemente in altri campionati europei.

Se hai giovani come Puscas e Bonazzoli, per fare due nomi a caso e non ci punti prepotentemente (e non solo perché hai un bisogno numerico), probabilmente rimarrai sempre una squadra collocata in un gradino più basso rispetto a molti altri team anche meno gloriosi. Bene i giovani scovati da osservatori dalla grande intuizione che vengono formati e plasmati dalla scuola Inter, ma largo anche al “made in Inter”. Ci vuole coraggio ma il periodo è quello giusto.