9 Aprile 2015

FOCUS – A.A.A. cercasi disperatamente leader

Mentre una parte della stampa italiana ci racconta della possibilità di un fantomatico ritorno di Moratti al timone dell’Inter, la società nerazzurra sta vivendo uno dei momenti più bui della sua storia recente e non solo.

Il pareggio con il Parma, squadra sull’orlo del fallimento, ha rappresentato solo l’ultima scena di un film tragicomico al quale, dei registi diversi tra loro, ci stanno facendo assistere da ormai 4 anni a questa parte. Il tunnel nel quale siamo entrati non sembra avere fine; ogni anno si ha la spiacevole sensazione di non aver costruito nulla e di dover necessariamente ripartire daccapo. In linea almeno teorica però, le idee dovremmo avercele ormai chiare: chi di dovere dovrebbe aver capito quali sono le lacune della rosa. Limiti che si sono palesati nel corso dell’intero campionato e che sembrano essere strutturali. Dopo aver assistito alla disarmante prestazione offerta contro il Parma, Roberto Mancini non ha escluso la possibilità di dover ricorrere ad una rivoluzione al termine della stagione. Naturalmente la parola “rivoluzione” può essere interpretata in diversi modi: fare tabula rasa dei calciatori a disposizione di Mancini o intervenire con 4-5 acquisti di grande qualità? La soluzione migliore a parere di chi scrive è senza dubbio la seconda. La rosa nerazzurra infatti non è all’altezza della nostra storia, ma non è neanche così scadente come i risultati di questa stagione farebbero pensare. Semplicemente si tratta di una rosa amalgamata malissimo, dove i calciatori a disposizione, invece di integrarsi e completarsi tra di loro, esaltano i difetti del compagno di squadra. Si tratta di un gruppo che manca di leader, di calciatori che nei momenti di difficoltà prendono in mano la situazione, guidando i compagni.

Abbiamo una rosa sostanzialmente spezzata in due: da un lato ci sono i giovani, che in quanto tali non riescono ad ergersi a leader, ma hanno bisogno di compagni di squadra dalla forte personalità per rendere al meglio. Dall’altro lato abbiamo calciatori nel pieno della maturità che però non sono leader e mai lo saranno, e altri che il meglio lo hanno già dato e stanno vivendo la fase calante della loro carriera. Ausilio dovrà dunque concentrarsi nella ricerca di elementi che possano portare un surplus di personalità e di carisma, calciatori fatti e finiti e non più giovani promettenti: quelli li abbiamo a sufficienza. Se vogliamo tornare ad essere competitivi non possiamo continuare ad essere una sorta di “asilo“, è arrivato il momento di acquistare chi ha già dimostrato di poter fare la differenza. Concentriamoci dunque su quel che serve davvero alla Beneamata per tornare ad occupare i posti che le competono, non abbiamo tempo da perdere nell’inseguire fantomatiche cordate. Un Presidente ce lo abbiamo ed è da lui che dobbiamo ripartire…