E’ giunta finalmente l’ora di Psg-Inter, finalissima dell’edizione della Champions League 2024/25. All’Allianz Arena di Monaco è tutto pronto per accogliere il match che decreterà il titolo di squadra più forte in Europa. Ecco dunque la nostra analisi totale di Psg con segreti, chiavi tattiche e probabili formazioni di Simone Inzaghi e Luis Enrique.
Il Psg di Luis Enrique ha sviluppato un’identità tattica chiara nella stagione 2024/25 che andiamo ad analizzare in vista della finale contro l’Inter. Il modulo di base è il 4-3-3, con il 4-2-3-1 utilizzato in alcune partite come variante con Doué o Kvaratskhelia dietro la punta per dare maggiore densità tra le linee.
Tra le principali caratteristiche spicca il pressing alto e aggressivo per recuperare palla nella metà campo avversaria con attaccanti e centrocampisti che lavorano in sinergia per chiudere subito le prime linee di passaggio. In ripiegamento, invece, il PSG si compatta in una sorta di 4-5-1, con le ali che arretrano per proteggere le fasce. Pacho e Marquinhos sono cruciali in questo sistema di gioco nei duelli individuali con gli attaccanti avversari e negli anticipi.
Se il recupero palla rapido e l’attenta copertura degli spazi centrali sono due punti di forza, va anche sottolineato come la difesa possa risultare particolarmente esposta contro squadre veloci nelle ripartenze e abili a saltare la prima pressione come l’Inter.
Con ogni probabilità, il Psg cercherà di fruttare le fasce con Kvaratskhelia e Doué per allargare la difesa a tre dell’Inter, creando spazi per inserimenti dei centrocampisti e per Dembélé. E’ proprio la capacità di creare superiorità numerica sulle fasce – grazie anche alle sovrapposizioni di Hakimi da una parte e Nuno Mendes dall’altra – abbinata ai movimenti senza palla dei centrocampisti e alla rapidità nelle transizioni, che rende quella francese una squadra ricca di possibilità.
Il Paris Saint Germain si affida a giovani talenti come João Neves, determinante nella fluidità del gioco in mezzo al campo, e Khvicha Kvaratskhelia, subito decisivo con il suo approdo a gennaio dal Napoli. Dembélé, dato tra i principali candidati per il prossimo Pallone d’Oro, è chiaramente l’avversario che porta in dote più gol rispetto ai compagni. Altri nomi rilevanti sono quelli del 19enne Désiré Doué, vera rivelazione di quest’ultima stagione e dotato di una tecnica sopraffina, e William Pacho, difensore centrale di grande solidità che ha creato con Marquinhos un tandem quasi inossidabile.
Tra i punti deboli di questo Psg, si evidenzia la vulnerabilità alle transizioni rapide una volta scavalcata la prima pressione e ai contropiedi. La squadra di Luis Enrique adotta un approccio offensivo, con terzini che si spingono spesso in avanti per dare ampiezza e supportare l’attacco. Questo lascia spazi significativi alle spalle sulla fasce che squadre abili nelle ripartenze possono sfruttare. Altro punto critico dei ragazzi di Lus Enrique è la fragilità difensiva sui calci piazzati, vero punto di forza invece dell‘Inter di Inzaghi.
Luis Enrique è noto per il suo approccio tattico ispirato al ‘tiki-taka’ del Barcellona, ma con adattamenti moderni. Predilige un 4-3-3 fluido, con un’enfasi sul controllo del pallone, movimenti senza palla e un pressing aggressivo per recuperare rapidamente il possesso. Al Psg ha lavorato tantissimo in questo biennio per bilanciare un attacco stellare con una difesa più solida, un aspetto critico dopo le difficoltà nelle passate edizioni della Champions. Lo spagnolo ha dunque introdotto un gioco basato sul possesso e pressing alto, ma soprattutto uno spirito di adattamento che gli ha consentito di strappare il pass per la finale di Monaco.
PSG (4-3-3): Donnarumma; Hakimi, Marquinhos, Pacho, Nuno Mendes; Joao Neves, Vitinha, Fabian Ruiz; Doué, Dembelé, Kvaratskhelia. All. Luis Enrique.
INTER (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Lautaro, Thuram. All. Inzaghi.
Il Psg arriva alla finale di Champions con una squadra rinnovata rispetto alle passate stagioni, guidata da talenti emergenti, ma anche veterani. Luis Enrique ha plasmato un’identità tattica basata su possesso, pressing e versatilità, con un 4-3-3 fluido. Le statistiche di quest’anno hanno mostrato non solo un attacco prolifico, ma anche una difesa migliorata.
Contro l‘Inter, però, il rischio è che il 3-5-2 dei nerazzurri con attaccanti veloci come Lautaro Martínez e Marcus Thuram possa generare continui duelli con i centrali parigini. L’Inter potrebbe sfruttare gli spazi lasciati dai terzini con passaggi in profondità o cambi di gioco rapidi su Dumfries o Dimarco – come visto contro il Barcellona – mettendo sotto pressione i centrali difensivi del Psg. Questa caratteristica, oltre alla bravura dei nerazzurri sui piazzati, potrebbe mettere in crisi Luis Enrique.
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