4 Febbraio 2020

ESCLUSIVA – ‘Gli Anelli di Milano’, parlano gli architetti: “Stadio pronto nel 2023: una forza pazzesca per Inter e Milan. Capienza ridotta? Indicazione dei club”

Le dichiarazioni degli Architetti Massimo Roj e Giovanni Giacobone, a capo del progetto CMR e Sportium: "Le squadre ormai misurano la loro competitività in base ai ricavi, e dallo stadio l’Inter avrebbe delle entrate stabili e continue"

Sembra sempre più vicino il giorno in cui l’Inter potrà avere una nuova casa. A seguito delle ultime riunioni a palazzo Marino e delle aperture di Giuseppe Sala sull’avvicinamento delle posizioni del Comune a quelle dei Club, oggi si può dire che all’inizio dei lavori per il nuovo stadio stadio di San Siro manchi veramente poco.

Per capire meglio quale sarà la futura casa dell’Inter alla luce di questi ultime ore calde, la redazione di Passioneinter.com ha avuto la possibilità di visitare gli uffici del progetto CMR per parlare con gli autori di uno dei progetti in gara per il nuovo stadio. Gli Architetti Massimo Roj e Giovanni Giacobone, milanesi e interisti da tutta la vita, hanno risposto alle nostre domande, facendo luce sul loro progetto.

Cosa pensate possa rappresentare per una città come Milano un progetto così qualificante come il vostro?
“Un percorso di rigenerazione urbana. Nel 1926 lo stadio venne costruito in mezzo ai campi, oggi il Meazza è integrato all’interno della città, facilmente raggiungibile dall’esterno. Inoltre è immerso in un quartiere come quello di San Siro che vive di equilibri molto delicati: l’idea è anche quella di ripensare la struttura dei quartieri popolari per dare loro nuova linfa. La nostra società madre Progetto CMR sta già lavorando a progetti che riguardano il quadrilatero di case intorno a Piazzale Segesta (a pochi passi dal Meazza, ndr), per cui il segnale del cambiamento c’è ed è anche molto forte. Il progetto de “Gli Anelli di Milano” durerebbe complessivamente 5 o 6 anni, 36 mesi dedicati alla costruzione del solo stadio. Questo vuol dire che partendo già nel 2020, nel 2023 l’Inter avrebbe già lo stadio nuovo, mentre nel 2025 sarebbero concluse le aree commerciali e il parco tutto intorno. La storia recente insegna che a fronte di interventi di questo tipo gli spazi circostanti vengono rivalutati, perché aumenta il loro valore e, di conseguenza, la propensione per gli investimenti. Porta Nuova o City Life sono degli esempi sotto gli occhi di tutti di come delle opere moderne abbiano rivitalizzato quartieri interi”.

Molte perplessità ruotano intorno alla capienza: perché l’Inter dovrebbe ridurre a 66.000 il numero dei posti disponibili?
“Questa è stata l’indicazione delle squadre, per progettare uno stadio da 60.000 posti, con la possibilità di estenderlo a 65.00, offrendo una grande flessibilità”.

Il 21 gennaio, a Palazzo Marino, sono state avanzate delle proposte per la trasformazione del Meazza, a fronte dei vincoli e delle richieste del Comune. Si sa ancora poco di queste nuove proposte (una delle quali presentata proprio da Manica-Sportium), sapreste dirci qualcosa in più? Con particolare riferimento al destino del vecchio stadio, come cambierà e quale funzione avrà il Meazza nei nuovi piani?
“Su questo argomento non possiamo pronunciarci, sulla questione vige ancora il segreto delle trattative. Quello che possiamo dire è che il Comune ha l’intenzione di preservare la porzione del Meazza sul quale vigono i vincoli di interesse storico, rifunzionalizzandola e trasformandola in una cittadella per lo sport”.

Il Meazza è uno stadio unico, riconosciuto a livello mondiale e dalla storia leggendaria. “Gli Anelli di Milano” riusciranno a replicare questa sua unicità? Cosa renderebbe il progetto di Manica-Sportium quello giusto per sostituire San Siro e la sua storia?
“Il progetto de “Gli Anelli di Milano” nasce e si sviluppa dal territorio, non vi atterra come un’astronave. Lo stadio parte da un basamento che si erge in verticale e che funge sia da perimetro esterno della struttura sia poi da punto di accesso all’interno dello stadio. Per legare “Gli Anelli” a Milano e ai suoi cittadini, oltre ai volti dei tifosi ritratti sulla facciata, abbiamo pensato di costruire il basamento in Ceppo di Gré (pietra tipicamente lombarda, ndr) per amalgamare meglio l’impianto al landscaping esterno, un parco da 20 ettari (il più grande parco pensile d’Europa) che avrà, al di sotto di esso, gli spazi per le attività commerciali. Inoltre, i due anelli intrecciati che abbracceranno lo stadio saranno un simbolo perfetto della convivenza tra Inter e Milan, da sempre co-abitatori di San Siro. Gli anelli saranno interamente percorribili dall’interno senza però incrociarsi mai, terminando entrambi negli store e musei interni allo stadio dedicati alle singole squadre. La parte inferiore delle gradinate sarà rivestita da un sistema che renderà possibile cambiare totalmente l’aspetto interno allo stadio, trasformandolo da rosso a blu (e viceversa) a seconda che a giocare in casa siano Inter o Milan. Non sarà un semplice gioco di luci: dei piccoli triangoli ruoteranno in modo da mutare completamente la pelle interna della struttura”.

Avete degli stadi o impianti sportivi a cui vi siete ispirati per il progetto de “Gli Anelli”?
“Una su tutti è stata la “Cagliari Arena”: per “Gli Anelli” abbiamo pensato ad una copertura che si agganci alle tribune, che come per lo stadio di Cagliari crea una “coperta” che impedisca la dispersione del suono, in modo sia di ridurre l’inquinamento acustico sia di amplificare il rumore del tifo interno. Giusto stamattina Esteban Cambiasso ha fatto una visita nel nostro studio e ci ha detto come, dei suoi anni a Leicester, lo avesse impressionato il fatto che lo stadio fosse in grado di trattenere il rumore e di creare così un’atmosfera unica. Ecco, noi vorremmo consegnare ai tifosi milanesi un po’ di quella atmosfera: unica e infuocata”.

Ci sono degli standard moderni da cui oggi è impossibile prescindere quando si progetta un’opera di questo tipo?
“Le norme Uefa e Fifa negli anni sono cambiate. Oggi il Meazza non rispetta molte di queste regole, una su tutte quella relativa alla sicurezza e servizi, quali servizi igienici, attività commerciali e punti di ristoro, di cui oggi il Meazza è fornito in modo tutt’altro che sufficiente. Altri elementi richiesti da norme europee sono il numero di posti business (aumentati a 17.000 nel nuovo progetto ndr.) Infine il tema della vicinanza al campo, oggi San Siro ha uno spazio di 13 metri fra la prima linea di seggiolini e il campo, noi l’abbiamo ridotta a 5,5 m in modo da consentire una maggiore verticalità e, quindi, una visuale nettamente migliore”.

 

Il progetto di cui stiamo parlando è un’opera imponente, multifunzionale, che coinvolgerà una grande parte del quartiere di San Siro. Si può dire che, più che un luogo dove assistere ai match, l’Inter voglia costruire un vero e proprio centro in grado di mostrare la forza economica e d’immagine del suo marchio? E’ una concezione nuova di stadio quella che abbiamo davanti, diversa rispetto a quella che siamo sempre stati abituati a vedere?
“Pensiamo all’esempio del Santiago Bernabeu: al suo interno ha un museo che, dopo il Prado, è il secondo più visitato di Madrid. Dentro a quello stadio poi c’è veramente di tutto tra bar, ristoranti e negozi. Andare allo stadio a Madrid è un vero e proprio evento. Oggi a San Siro non c’è nulla, è un non luogo. I turisti che vanno in visita quando non ci sono le partite vagano sperduti nei parcheggi vuoti, le famiglie non hanno modo di godersi la struttura, è tutto privo di vita durante la settimana. Con il nostro progetto l’intero spazio diventerebbe una grande area commerciale, darebbe al brand Inter una forza pazzesca. Le squadre oggi misurano la loro competitività in buona parte sulla base dei ricavi, e dallo stadio l’Inter avrebbe delle entrate stabili e continue, a prescindere dai risultati sportivi e, per questo, i bilanci ne beneficerebbero enormemente”.

Quale pensate possa essere il destino del tifo organizzato nelle curve nel nuovo stadio? Rimarrà la classica contrapposizione curva Sud-curva Nord o sarà rivoluzionato anche questo aspetto?
“La curva rimane la curva, un elemento storico che abbiamo frequentato da quando avevamo 16 anni e che sarà mantenuto. La forte pendenza verticale delle tribune permetterà di proporre delle coreografie ancor più spettacolari di quelle del passato, con la contrapposizione della Nord e della Sud che rimane non solo intatta, ma verrà ancor più accentuata dalla presenza degli anelli intrecciati, elementi distintivi che si incrociano senza però mai sovrapporsi completamente”.

La vostra società si occupa di gestione sportiva. Cosa vi distingue dagli altri studi di architettura?
“Sportium non è un semplice studio di architettura, ma una società che offre un’ampia gamma di servizi e consulenze ai club che intendono costruire un impianto sportivo, nata da una idea di Progetto CMR, società di progettazione integrata storica milanese. Assistiamo i nostri clienti per ogni tipo di esigenza, dalla consulenza finanziario-legale, alle relazioni con il credito sportivo, dallo sviluppo di un progetto integrato all’assistenza nella costruzione dello stadio, affiancando i club nella gestione pre e post avviamento dell’impianto, ricercando anche partner finanziari ed eventuali sponsor che possano essere interessati ad acquistare i diritti sullo stadio, ad esempio il naming attraverso l’apposizione del loro nome e logo”.

Come ha potuto l’Inter trarre profitto dalle vostre specifiche competenze?
“Abbiamo pensato a delle soluzioni che potessero creare dei profitti per l’Inter e, contemporaneamente, regalare un’eredità ai tifosi. Un esempio su tutti è la facciata esterna su cui campeggeranno le immagini dei volti di 16.000 supporters: ognuno potrà acquistare il suo piccolo spazio di un metro quadrato, fornendo all’Inter una fonte di reddito e contribuendo al tempo stesso alla creazione dell’immagine dello stadio, per essere ancora di più lo stadio dei tifosi”.

La redazione di Passioneinter.com ringrazia gli architetti Roj e Giacobone per la gentilezza e la grande disponibilità mostrate durante l’intervista

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