22 Maggio 2020

ESCLUSIVA – Madrid 2010, Amadeus lo scaramantico: “La vidi tutta in piedi!”. Poi ‘provoca’: “Lautaro? Ci diano Messi… più soldi!”

Il conduttore ai microfoni di Passioneinter.com ricorda le finale di dieci anni fa: "Ricordo il post partita, a suonare il clacson per le strade di Roma"

Dieci anni che sembrano cento. Cambi di allenatore, cambi di proprietà, stagioni senza coppe: i tifosi nerazzurri nei dieci anni post-Triplete ne hanno viste di tutti i colori. Una serata, quella del 22 maggio 2010, che oggi assume contorni ancora più “sacri”: una annata perfetta, coronata da una finale perfetta, marchiata dal giocatore simbolo di una intera stagione, Diego Milito.

La redazione di Passioneinter.com ha contattato in esclusiva un tifoso Vip del Biscione, Amadeus, per ricordare le emozioni di quella incredibile vittoria.

Amadeus, come stai? 

“Bene dai. Per modo di dire: ne avrei fatto volentieri a meno di questo periodo! L’ho vissuta in maniera rigorosa, stando a casa, non ho sottovalutato questa situazione ho osservato il lockdown con molto rigore ed attenzione, perché credo sia giusto così. Anche adesso ci vogliono le giuste attenzioni. Per uscirne prima, più attenti stiamo e meglio sarà”.

Parliamo allora un po’ di Inter, in una giornata particolare!

“La cosa più bella che possa capitarmi ora, parlare dell’Inter! Sembra una cosa lontanissima, incredibile”.

Tu dov’eri quella sera di dieci anni fa?

“Purtroppo ero a Roma per lavoro sennò andavo a Madrid. Ero a casa del mio amico manager Lucio Presta, tifosissimo della Roma. Mi ha ospitato sapendo delle mie manie superstiziose, come vedere la partita in piedi per l’agitazione. Ho gioito come un pazzo e tornando a casa ho suonato il clacson all’impazzata come fossi a Milano per le strade di Roma. Ricordo quel match come se l’avessi visto 10 giorni fa”.

E sei riuscito a mantenere il rito di vederla in piedi?

“Tutta! Tutta rigorosamente in piedi. Tant’è che, siccome le vivo sempre con l’ansia, neanche me le godo, spesso mi rivedo le partite seduto, comodo. Dopo averla vissuta, dopo qualche settimana me la rividi seduto sul divano per godermela più rilassato, sapendo il risultato. Anche se va detto che avevo una bella sensazione: si mise presto bene per noi, fu un’annata bella, con una squadra forte, in salute. Quindi arrivai senza quella paura di non farcela: sapevo che giocando da Inter, avremmo vinto”.

Infatti oggi ricordiamo quella vittoria dandola quasi per scontata, visto quel che aveva passato la squadra in quella stagione. Ma tu cosa ricordi delle emozioni della vigilia? Posto che il tifoso interista, tranquillo non lo è mai…

“Sì, c’era una consapevolezza di forza, fisica oltre che mentale, che partiva da Mourinho. Il ricordo che ho è quello della forza fisica: Maicon, Samuel, Lucio, Chivu, Cambiasso, Milito. Il Principe per spostarlo, dovevi sollevarlo. Una squadra che, se voleva, portava a casa la vittoria. C’era consapevolezza dunque, ma come dici tu la certezza mai, con l’Inter e nel calcio in generale non si sa mai. La consapevolezza di una squadra forte. Senza la paura del “speriamo di farcela”. Quella paura lì l’ho avuta con il Barcellona. Quella è stata la partita chiave. Quando abbiamo pescato il Barça ho detto: ok, per quanto l’Inter sia una squadra forte, questo è il Barcellona. Passando quel turno, ho capito che era l’anno buono”.

Le partite storiche di quella stagione sono tante. Ce n’è una secondo te che ha fatto scattare la scintilla, dato la svolta a tutto?

“Ci sono delle cose che in certi momenti della vita o nel calcio in cui tutte le cose si incastrano alla perfezione, altri in cui le cose più semplici non ti riescono. In quella stagione le cose si incastravano così. La stagione perfetta, che poche squadre fanno. In Italia, solo noi: è bene ricordarlo! L’annata perfetta la costruisci da quelle partite che sembrano non andar bene e poi le porti a casa. Da queste cose capisci che è l’annata buona, sono tante in quella stagione le partite indicative.

Quando rivedremo una squadra così?

“Eh, questa è una bella domanda. Sono sicuro che l’anno prossimo, vada come vada questo, sarà fondamentale per l’Inter. Il secondo di Conte, quello in cui si vedrà veramente come ha costruito la squadra. L’Inter dovrà vincere qualcosa per forza: per le caratteristiche del tecnico, le attese, il suo modo di pensare al calcio. E perché il tifoso interista, oggi vuole vincere qualcosa. Mi auguro dunque che il prossimo sia l’anno giusto”.

Con Marotta l’Inter è in buone mani. Ma dovendolo sostituire, cosa faresti con Lautaro?

“Dici bene: credo che quello che farà Marotta sarà sicuramente la cosa migliore che potesse fare. Credo poi che lui abbia già in mente come portare avanti la cosa. Ovvio che da parte mia veda Lautaro come, in prospettiva, uno dei più forti d’Europa fra 2-3 anni. Vero anche che l’inter oggi ha bisogno di vincere, dunque ha anche bisogno di gente pronta a vincere. Ricordiamoci che nel 2010 quasi tutti erano sui 30 anni, all’apice. Qualcuno si pensava anche oltre: quando arrivò Eto’o qualcuno disse che se il Barcellona si liberava di lui così, poteva significare che fosse arrivato a fine corsa. Invece fece probabilmente le cose migliori della sua vita! Lo stesso per Maicon, Sneijder, Lucio…”.

Che arrivò come piano B, secondo a Ricardo Carvalho…

“Esatto come a dire: pigliatevi questo e fatevelo andare bene, eppure. Questo per dire che ora l’Inter ha bisogno di gente pronta. Dunque se Lautaro dovesse andare via, allora andrei a cercare giocatori esperti. Oppure, se giovani, dal futuro assicurato e non di lontana prospettiva. Ma credo che Marotta e Conte abbiano le idee chiare”.

Si fanno tanti nomi in questa trattativa come possibili contropartite. A parte Messi, che sono sicuro ti vada bene, ci sono altri che tu proveresti a farti dare in cambio del Toro?

“Guarda, l’unico nome sul quale non ci penserei due volte in realtà lo hai fatto tu: Messi. Io dico: se la Juventus ha portato a casa Cristiano Ronaldo, l’Inter può portare a casa Leo Messi. Quello è il vero nome sul quale io punterei. Ecco perché poi è meglio farsi dare soldi. Magari ci può stare un giocatore di prospettiva, ma facendosi pagare la parte più cospicua: leggo nomi come quel Junior Firpo, che non  saprei giudicare bene. Abbiamo però bisogno di giocatori che cambino la squadra. Giocatori che cambino la partita: Messi lo è. Io non faccio il mercato, ma se dovessi pensare al fantacalcio, direi: ti dò Lautaro, mi dai Messi e aggiungi pure qualcosa perché il mio è più giovane! (ride, n.d.r.) Ma questa è fantascienza”.

Lautaro o no, c’è un giocatore nel quale speri l’Inter investa la prossima estate?

“A centrocampo abbiamo bisogno di gente più strutturata anche a livello fisico. Barella e Sensi sono fantastici, ma ovvio che Milinkovic Savic ci starebbe benissimo lì in mezzo: bravo con i piedi ma anche forte fisicamente. Andrei a lavorare molto in mediana, per poi aggiungere un paio di nomi forti davanti: se parte Lautaro lo sostituirei con due nomi importanti. Mi piaceva Mertens, mi piace Cavani, che in coppia con Lukaku ce lo vedrei molto bene e conosce perfettamente il calcio italiano ed ha voglia di dimostrare che è ancora forte. Dzeko è forte e molto intelligente. Vedi che ti faccio nomi di gente forte, ma anche esperta, con esperienza”.

Credo che Conte la veda come te, per questo probabilmente si pensa a Vidal o al ritorno di Nainggolan…

“Esatto, Vidal è uno di quelli che mi prenderei volentieri nell’affare con Lautaro. E’ uno che ci serve: oggi tra Vidal e Nainggolan, potrei persino suggerire di prenderli entrambi. Aggiungi forza fisica, tecnica e personalità. Fosse per me li prenderei entrambi!”.

La redazione di Passioneinter.com ringrazia Amadeus per la consueta simpatia e disponibilità.

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