22 Novembre 2016

ESCLUSIVA – Perri (SoccerStyle24): “Le maglie del derby? Il regolamento è chiaro. E la divisa ‘Sprite’…”

La redazione di Passioneinter.com ha intervistato Matteo Perri, uno dei fondatori del portale SoccerStyle24.it, per parlare del caos creato dalle divise utilizzate da Milan ed Inter nel derby di domenica sera

Hanno fatto molto discutere le scelte cromatiche di Milan ed Inter in occasione del derby di domenica sera. Troppo scuro il nerazzurro della divisa interista, completamente nera sul retro la casacca milanista. Risultato? Squadre praticamente indistinguibili, nonostante i calzoncini bianchi indossati da Icardi&co., e non solo dalla tv. Ed inevitabilmente, fin dai primi minuti dell’incontro, è scattata la polemica e l’ironia dei tifosi e degli addetti lavori.

Per fare il punto, regolamento alla mano, sul ‘caos maglie del derby’, la redazione di Passioneinter.com ha intervistato in esclusiva Matteo Perri, uno dei fondatori di SoccerStyle24.it, portale di riferimento in Italia per tutti gli appassionati del mondo maglie e scarpe da calcio.

Innanzitutto. Tu dalla tv riuscivi a distinguere le due squadre?
“No. Ho avuto una sensazione di fastidio per tutti i 90 minuti. Le squadre erano facilmente confondibili, in particolare viste da dietro, e non bastavano i pantaloncini differenti a distinguerle di primo acchito”.

Puoi spiegare ai nostri lettori cosa prevede il regolamento nella scelta delle divise per la partita?
“Il regolamento è molto chiaro: “Le due squadre devono indossare colori che le distinguano una dall’altra e dagli ufficiali di gara”, anche i portieri devono indossare colori in contrasto. Le società ogni settimana comunicano in Lega i kit a disposizione per la gara, in ogni caso la decisione finale spetta sempre all’arbitro, il quale può chiedere anche alla squadra che gioca in casa di cambiare divisa”.

Secondo te: scelte ‘obbligate’ dal marketing o in campo erano davvero distinguibili i giocatori?
“Non vedo nessun nesso con il marketing, spesso si tende a credere che i brand abbiano potere in queste decisioni. Forse per non andare contro la tradizione i club hanno scelto di giocare con la prima divisa, anche se in passato non sono mancati casi in cui una delle due squadre ha indossato la maglia da trasferta, sia in campionato che nelle coppe. Domenica l’Inter avrebbe dovuto giocare in bianco per non creare problemi, mi auguro che lo farà il Milan al ritorno”.

Ci dai un tuo giudizio sul kit home di quest’anno con le scritte ed i calzettoni gialli?
“Non sono un purista della tradizione e apprezzo le novità, sulla prima maglia però si dovrebbe sempre rimanere entro certi limiti. Il giallo, con una tonalità così accesa, per me è troppo vistoso e pesante se consideriamo che colora gli sponsor, il logo del fornitore tecnico, le personalizzazioni dei calciatori e appunto i calzettoni. La maglia in sè mi piace, il giallo no. Per il futuro mi piacerebbe rivedere dei toni più chiari, un vero azzurro!”

Chiudiamo con la terza maglia. I tifosi non l’hanno gradita (si veda il paragone con la lattina di Sprite). Come giudichi il lavoro di Nike con questi kit ‘particolari’ proposti anche per le altre squadre come Roma e Manchester City, ad esempio?
“Come dicevo prima amo le novità, le terze maglie sono il terreno adatto per fare esperimenti di ogni genere. Non comprendo la ricerca di riferimenti alla tradizione oppure ai colori del club su una casacca nata in tempi moderni, detto comunque che si possono sempre mixare originalità e storia. Tutte le proposte più innovative fanno discutere e danno adito a commenti anche divertenti come il richiamo alla Sprite, ma talvolta i dati di vendita riservano delle sorprese. Preferisco collezioni “spinte” come questa di Nike invece delle terze maglie che rispetto alle altre cambiano solo nel colore. Forse l’unico neo è il template unico per tanti club, in particolare in questa stagione dove anche le altre maglie presentano tratti in comune”.