14 Luglio 2019

ESCLUSIVA – Ricordate Ribas? “San Siro, l’amicizia con Recoba, la banda con Balotelli e Santon: che sogno! ‘Pazza Inter’ è ancora la mia suoneria”

L'attaccante uruguaiano oggi gioca al Rosario Central: "Con Lautaro Martinez è stata una bella lotta l'anno scorso in Argentina: è un fenomeno"
Siamo nel 2006: il Torneo di Viareggio lo vince la Juventud, club uruguaiano la cui prima squadra milita in seconda serie. L’Inter rimane colpita da un giocatore in particolare, che porta a Milano dopo che sembrava già della Juventus, poi scesa in Serie B: Sebastian Ribas.
Le cose non andranno come si spera: Seba a Milano vedrà il campo appena una volta, in coppa Italia contro l’Empoli, giusto una ventina di minuti finali. Poi il prestito allo Spezia e la cessione definitiva al Digione. Dopo un lungo girovagare fra Italia, Spagna e Portogallo, il ritorno in Sudamerica, in Argentina, dove sta vivendo una seconda giovinezza. La redazione di Passioneinter.com lo ha contattato in esclusiva per parlare del suo passato nerazzurro.
Hai viaggiato per tutto il mondo: quale paese hai amato di più? A parte ovviamente l’Uruguay…
“Ho viaggiato e conosciuto molti paesi grazie al calcio… sono stato molto fortunato nella mia vita a poter vivere facendo quello che più amo al mondo, ovvero giocare a calcio. Grazie a Dio poi ho visto tutti i paesi che hai nominato, che sono bellissimi. Ho incontrato belle persone da ogni parte, che mi hanno permesso di sentirmi a casa ovunque. Ho però un sentimento grande verso l’Italia prima di tutto: ci sono arrivato da piccolo, in una grandissima squadra, con tantissimi campioni e quindi è stato il Paese che mi ha formato come uomo e calciatore. Poi ci metto la Francia, perché ci sono andato in un momento in cui anche se giovane dovevo fare i primi passi da professionista. Sul podio l’Argentina: non avevo mai giocato nel mio continente e da quando sono arrivato ho provato sulla mia pelle la passione e tutto quello che voi vedete in tv… Tutti comunque mi hanno aiutato a crescere come persona e giocatore”.

Che hai pensato la prima volta che l’Inter è venuta a cercarti?

“Ad essere sinceri non me l’aspettavo! La mia squadra, La Juventud, dopo il torneo di Viareggio mi aveva venduto alla Juventus. Dopo l’esplosione di Calciopoli però la Juve è retrocessa ed allora l’operazione è saltata. Subito l’Inter si è fatta avanti e l’accordo lo abbiamo trovato immediatamente. E’ stata un’emozione enorme, mai me lo sarei aspettato. Ero solo un giovane che giocava in una piccola squadra di serie B uruguayana… Quel Torneo di Viareggio mi ha cambiato la vita”.

Che ricordi hai della tua esperienza a Milano?

“Ho tantissimi ricordi di quei 3 anni e quindi ringraziaee tante persone senza dimenticare nessuno .. Da Balduzzi ad Interello che ci procurava tutto quello di cui avevamo bisogno a Piero Ausilio, fino alla signora Grazia del ristorante vicino ad interello dove mangiavamo cosi bene o i proprietari de “Il gatto e la volpe” (l’altro ristorante dove andavamo a mangiare). Quest’ultimo era più lontano… andavamo a piedi tutti insieme dopo allenamento e arrivavamo con una fame da lupi! Poi tornavamo indietro e arrivavamo ad Interello con il doppio della fame per tutto quello che avevamo camminato (ride n.d.r.)! È stata una gioia quando finalmente ho avuto 18 anni e ho preso l’auto. Eravamo una bella banda con Balotelli, Santon, Litteri, Filkor, Biabiany, Bonucci, Siligardi, Slavkovski, Maaroufi, Destro. Sicuramente dimentico qualcuno e chiedo scusa. Quante passeggiate in centro! Gli allenamenti con la prima squadra sono stati un sogno divenuto realtà. Poter giocare con campioni del genere a 17 anni è stato magnifico. Ho ancora la canzone Pazza Inter che suona nel mio cellulare, mi ricorda quando entravo in campo con l’Inter…”. 

Ti senti ancora con qualcuno di quel gruppo?

“Ho legato un po’ con tutti, fino a qualche anno fa ci sentivamo spesso, ma non usando i social è difficile per me rimanere in contatto. Ma ho grandi ricordi con tutti loro“.

Quella squadra Primavera era piena di talenti di grande prospetto. Chi era il più forte? 

“Ovviamente io! (ride n.d.r.). Tutti hanno fatto carriera secondo le loro possibilità, impossibile compararle fra di loro. Sicuramente per il livello che ha mantenuto e quello che ha vinto, Bonucci è quello che ha fatto meglio“.

E il più matto? Balotelli?

“Sì, senza dubbio! Era due anni più piccolo ma già il più matto di tutti. Era esattamente come è oggi, sempre diverso sia dentro che fuori dal campo. Una fuoriserie. Però ha il cuore buono.e ho sempre avuto un bel rapporto con lui“.

L’anno scorso hai lottato con Lautaro Martinez in classifica marcatori, in Argentina. Cosa ne pensi di lui?

“Come Balotelli, anche lui nonostante la giovane età è una “fuoriserie”, ha grande talento. E’ stata una bella sfida fra me e lui. Lui ha reso molto sempre sia con il Racing che con l’Under 20. Può diventare un vero fenomeno. Penso lo stia dimostrando sia con l’Inter che con la Nazionale”.

Che emozione hai provato il giorno che hai debuttato a San Siro contro l’Empoli? Sai che vogliono abbatterlo?

“Non sapevo che volessero farne uno nuovo, anche se penso sia normale di questi tempi. Ma dispiace perché è uno stadio bellissimo e con tanta storia. Sull’esordio, beh è difficile provare a dire quello che uno sente in queste tipo di occasioni. E’ stato un sogno. Giocare a San Siro 6 mesi dopo essere arrivato dalla serie B dell’Uruguay… E’ un cambio enorme. Ricordo tutto benissimo: come è trascorsa la giornata, i consigli del mister, le luci del campo, tutto magnifico!”

Che significa per un uruguaiano giocare nell’Inter con Recoba?

“Significa molto. Il Chino è un idolo in Uruguay e giocare con lui è stato spettacolare. Ho avuto la possibilità di conoscerlo personalmente, conoscere la sua famiglia, conservo un’amicizia bella anche oggi. In estate giochiamo a tennis assieme a volte”.

Oggi la tradizione continua con Vecino e Godin: l’Inter e gli uruguaiani sono uniti dallo stesso cuore e della medesima determinazione?

“Penso che l’Inter ha questo spirito che somiglia tanto a la nostra forma di vivere il calcio, come la vita e per questo è facile che gli uruguaiani si trovino bene all’Inter e che l’Inter cerchi spesso calciatori uruguaiani. E’ una bella tradizione e in questo momento ci sono due giocatori che rappresentano tutto quello che ti dico. Il nostro capitano Diego e Matias, che da tanti anni sta dimostrando nel calcio italiano tutto il suo valore. Senza dubbio sta nascendo una squadra che tornerà a essere quella di una volta. Giocando le grandi competizioni e diventando protagonista.
Forza Inter!!”.

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