25 Dicembre 2018

L’Intertinente – L’Europa League come prova di maturità: l’Inter e un’inaspettata occasione

Una rubrica per rafforzare un concetto: l’impertinenza di essere nerazzurri

L’insediamento di Beppe Marotta e l’immediatamente successiva vittoria ai danni dell’Udinese hanno di certo alleviato l’uggiosità piombata sull’ambiente nerazzurro postuma all’esclusione dalla Champions League, senza aver però annullato del tutto un’amarezza che è più conseguenza degli risultati conseguiti in corso d’opera che delle iniziali aspirazioni.

Infatti, se uno scenario del genere – un pareggio a San Siro contro il Barcellona, e un arrivo a pari punti con il Tottenham – fosse stato dipinto a fine agosto, probabilmente anche i più confidenti avrebbero faticato ad ipotizzarne la fattibilità; invece, l’avvio sontuoso con due successi consecutivi e l’entusiasmante serie tra Italia ed Europa hanno inevitabilmente alzato le pretese e reso un accesso ai sedicesimi di Europa League un esito deprimente.

Proprio quest’ultima circostanza è stata mal accolta e ancor peggio interpretata da gran parte dell’universo interista: gli animi pretenziosi di chi sovrastima le potenzialità del Biscione dimenticandosene limiti e vacillamenti, sono la prima fonte di disequilibrio e distrazione, perché mirano all’impossibile distogliendo dal raggiungibile. Ecco, quindi, che l’opportunità di ricoprire un ruolo da protagonisti nell’ormai ex (e più affascinante) Coppa UEFA viene incoscientemente minimizzata ed azzardatamente bistrattata, non comprendendone valenza ed anche rimuneratività.

Per quel che concerne il prestigio, riportare in bacheca un trofeo internazionale risanerebbe le cicatrici di una prima parte di stagione non propriamente esaltante, e riscatterebbe i vuoti di maturità palesati nel recente decennio. Poi, in termini economico-finanziari, l’atto conclusivo a Baku rimpinguerebbe le casse neroblu e pareggerebbe – o addirittura supererebbe, tra visibilità e consequenziali promozioni – la cifra dei 20 milioni di euro, quali proventi di un Ottavo di Coppa Campioni, irrobustendo il bilancio in maniera consistente.

Comunque, indipendentemente dagli sviluppi, fondamentale sarà concedere una risposta di maturità psico-emotiva sia in campionato che in quest’altra manifestazione continentale: ne va della gloria infinita da cui il Nero e l’Azzurro sono contornati, e degli stimoli che non possono già sopirsi a metà dicembre. Fremendo in vista delle potenti manovre di Marotta…