2 Ottobre 2011

Se diventa l’arbitro quello da espellere

Il gusto della sconfitta si sa, è sempre amaro. Ma il gusto di una sconfitta subita per opera di ingiustizie di vario genere e natura rischia di essere addirittura insopportabile. Ed è proprio questo, c’è da scommetterci, il sapore che stasera si ritrova tra i denti digrignati il popolo nerazzurro, a iniziare dal Presidente Moratti fino ad arrivare all’ultimo dei tifosi. Sul banco degli imputati non può esserci che lui, l’arbitro Rocchi, uno che i sostenitori nerazzuri conoscono fin troppo bene per direzioni di gara passate non esattamente all’altezza (per usare un eufemismo), e che stasera nella gara tra Inter e Napoli è riuscito a superarsi. Partiamo dai fatti. Il tutto accade nel giro di pochi minuti, nella seconda metà del primo tempo. Prima un?assurda ammonizione a Obi per un intervento che pure dalla stazione spaziale internazionale avranno visto nettamente sul pallone. Poi il capolavoro: rigore concesso per un presunto fallo dello stesso Obi su Maggio. Peccato che il giocatore in maglia azzurra venga toccato (in maniera piuttosto veniale, ma la punizione si poteva pure concedere) almeno un metro fuori dall’area di rigore avversaria, ma basta una bella sceneggiata con caduta differita di diversi secondi in piena area per prendersi gioco dei sensi appannati del direttore di gara, che sicurissimo segnala il dischetto del rigore e non contento ammonisce per la seconda volta Obi e lascia l’Inter in dieci. Evidentemente non soddisfatto dello spettacolo ai limiti del grottesco messo in scena fino a quel momento, Rocchi decide di guardare da qualche altra parte (forse stavano trasmettendo le repliche di Don Matteo sul maxi schermo del San Siro) mentre il rigore viene calciato da Hamsik, così da non accorgersi che Campagnaro entra in area con un bel po’ di anticipo prima che lo Slovacco colpisca il pallone. Una cosa che accade molto spesso si potrebbe obiettare. Peccato che proprio il lesto Campagnaro sarà l’uomo che butterà in rete la palla dell’uno a zero dopo che Julio Cesar aveva respinto il tiro dal dischetto ad Hamsik. A questa bella e indigeribile insalatina aggiungiamoci pure due o tre ammonizioni per proteste e soprattutto l’espulsione di Ranieri. Un gran bel peccato verrebbe da pensare. E non perché alla fine abbia perso l’Inter (purtroppo i nerazzurri in questo inizio stagione hanno già subìto diverse sconfitte ma se solo per questa son venute e verranno fuori un sacco di polemiche un motivo ci sarà), ma perché stasera ancora una volta ha perso questo sport, il calcio. Perché è davvero dura accettare che una partita intensa, giocata ad alti ritmi e a tratti anche bella venga rovinata dall’arbitro, da quello che dovrebbe essere un attore non protagonista e che invece stasera si è beccato almeno quindici nomination all’Oscar, che Ben Hur al confronto ci fa una figuraccia. E? vero che gli errori arbitrali ci sono sempre stati e ci saranno sempre (sic!) ma è altrettanto vero che tifosi, giocatori, presidenti, allenatori e chi più ne ha più ne metta hanno un sacrosanto diritto a pretendere un minimo di competenza, che trattandosi della massima serie calcistica non dovrebbe mai mancare. E invece ti ritrovi a vedere dopo quarantacinque minuti di gioco una gara falsata, che non ha più nulla da raccontare, una gara che fino a quando il direttore di gara aveva ben pensato di non volersi guadagnare le prime pagine dei quotidiani sportivi del giorno dopo era sembrata pure piacevole, una volta tanto. Mi verrebbe quindi da pensare che forse sarebbe il caso di introdurre i cartellini pure per gli arbitri. Dopo due strafalcioni ti becchi una doppia ammonizione e te ne vai sotto la doccia. Non ho idea di chi potrebbe essere autorizzato a decidere come e quando ammonire. Ma sono sicuro che le docce dopo un po’ sarebbero piene. E forse lo sarebbero un po’ di più pure gli stadi italiani.   Michele Femminella