10 Maggio 2020

GdS – Serie A tra assicurazione, tamponi e ritiro: 7 nodi da sciogliere per la ripresa

I club della massima serie si interrogano su rischi e possibilità legati all'eventuale ripartenza dei campionati

Sono addirittura 7 i nodi da sciogliere in vista dell’eventuale ripresa dei campionati. La Gazzetta dello Sport punta il dito sugli interrogativi ancora da risolvere che coinvolgono la massima serie ed il ritorno in campo sia per gli allenamenti collettivi sia per la ripartenza della stagione e delle gare. Il primo punto all’ordine del giorno che coinvolge la Serie A è quello dei tamponi, che andranno ripetuti più volte per allontanare ogni possibile rischio di contagio. In Lombardia, per ora, non c’è grande disponibilità di test anche se nei prossimi giorni il problema dovrebbe essere superato. Il secondo interrogativo abbraccia l’ipotesi di un’eventuale positività a stagione in corso. Bocciato il modello Bundesliga che prevede l’isolamento esclusivamente legato al contagiato, e su questo punto il Cts è stato chiaro. Quarantena non solo per il malcapitato ma per tutti coloro che sono stati a contatto con il giocatore.

Si passa poi all’ipotesi ritiro permanente, per ora abbandonato: l’idea è quella di fissare un mini ritiro blindato di 15 giorni per annullare i rischi e per poi affidarsi al buon senso dei giocatori. Sanificazione dei luoghi e preferenza per gli spostamenti in pullman invece come risposta ai dubbi sulla gestione delle trasferte, provando ad eliminare al massimo i contatti col mondo extracalcistico. Restano diversi interrogativi sulla possibilità di giocare il resto della stagione in un mini torneo al Centro-Sud. Complicati gli spostamenti dal Nord per le squadre settentrionali: servirà ancora del tempo per decidere.

Tra le varie strade che conducono verso la tutela dei protagonisti, spunta l’ipotesi di un’assicurazione nei confronti dei medici sociali in ottica rischio contagio. L’Inail ha infatti stabilito che il Covid-19 è da considerarsi una malattia del lavoro ed ha inserito anche gli atleti professionisti tra le categorie a rischio. Un particolare che fissa i riflettori sulle società, tenute eventualmente al risarcimento dei danni in caso di eventuali positività. L’ultimo punto all’ordine del giorno abbraccia invece lo stato d’animo dei calciatori: gli italiani spingono, seppur preoccupati, per la ripresa. Gli stranieri invece, lontano dalle proprie famiglie ed in piena zona rossa della pandemia, restano scettici. Servirà unità d’intenti in ogni ambito per provare a dettare la ripartenza della Serie A anche se, a questo punto, restano ancora diversi i dubbi da risolvere.

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