Marotta: “Non parlo di Triplete. Inzaghi? Ecco a che punto è il rinnovo”
Le dichiarazioni del presidente dell'Inter sul presente e il futuro del club

Nel corso di questi primi giorni di pausa del campionato con tanti giocatori che sono volati nei loro Paesi natali per i vari impegni con le rispettive Nazionali, il presidente dell’Inter Beppe Marotta ha concesso un’intervista ai colleghi di Sky Sport. Di seguito le parole del numero uno nerazzurro sul futuro del club e il rinnovo dell’allenatore della prima squadra, Simone Inzaghi.
Marotta esordisce parlando con orgoglio della crescita dell’Inter su tante competizioni: “Sicuramente è un momento felice ma con grande e sano realismo. Mancano due mesi e poi ci sarà il Mondiale per Club, una prosecuzione atipica. Siamo presenti da protagonisti e lo vogliamo essere, è la nostra storia che lo dice, i nostri meriti. In primis l’allenatore che si è comportato ancora una volta in modo eccellente, poi squadra, società, proprietà e tifosi. Clima positivo per arrivare al fotofinish nelle migliori condizioni”.
Tanti tifosi sognano la possibile vittoria di Scudetto, Champions League e Coppa Italia come nel 2010 ma il presidente spiega: “Io di Triplete non parlo. I dirigenti, gli sportivi e anche i tifosi devono essere sempre ambiziosi. Ambizione non è sinonimo di arroganza o presunzione, le ambizioni ti fanno dare di più. Siamo l’Inter, siamo professionisti abituati a competere, ma dobbiamo competere fino alla fine. L’importante è esserci al momento giusto e noi ci siamo. Poi se altri saranno più bravi ci inchineremo e faremo complimenti”.
Poi Marotta risponde anche ad una domanda sul futuro dell’allenatore Inzaghi e sul rinnovo di cui si vocifera da tempo: “Sempre fatto il rinnovo a bocce ferme. Ci sono tutti i presupposti per immaginare che lui possa proseguire con noi. Non è in scadenza ma è giusto rinnovare e allungare il contratto al momento giusto. Quello che conta è la simbiosi che si è creata tra società e lui. Questi sono i presupposti migliori per andare lontano. Con Inzaghi siamo cresciuti tutti. Stiamo attraversando un ciclo che ancora non è alla sua conclusione. C’è proprietà nuova, nuova linfa, nuova determinazione e nuovi obiettivi. C’è lo stadio che comunque è uno strumento significativo per dire come gli azionisti credano nel progetto, ci sono tutti i presupposti per continuare insieme”.
“Bisogna essere duttili e capire il momento storico dell’Italia. Modellare le proprie società in virtù di quello che è il riferimento socioeconomico dell’Europa a livello sportivo. L’Italia non è più l’Eldorado del 2000 o degli anni Novanta. Non si può più spendere per i giocatori. Bisogna fare di ogni virtù la propria capacità e dovremo essere bravi a fare squadra forte e competitiva con slogan della sostenibilità che va sempre raggiunta e sostenuta”, ha concluso il numero uno nerazzurro in merito alle tematiche economiche.