23 Novembre 2014

Dalla timidezza alla sfacciataggine: ecco com’è nata la stella di Mauro Icardi

Mauro Icardi

Mauro Icardi

13/04/2014: Sampdoria-Inter. Mauro Icardi è appena passato dai blucerchiati ai nerazzurri e c’è un aspro conflitto in corso tra lui e Maxi Lopex, giocatore doriano, sulla moglie di Maurito, Wanda Nara (ex di Maxi) e sui loro figli. Alla presentazione delle due squadre, Maxi Lopez rifiuta di dare la mano al diretto avversario, dopo che l’interista gliel’aveva concessa. Il pubblico di Marassi è in visibilio, piovono fischi su Icardi che come se niente fosse si appresta ad iniziare la gara. Passano pochi minuti, Icardi segna sotto la curva degli avversari: si china e porge l’orecchio, come per dire “Più forte, non vi sento. Fischiate più forte“. In quella partita, vinta 0-4 dall’Inter, Icardi segna una doppietta che zittisce tutto lo stadio di Genova, vincendo il suo duello (sul campo) contro Maxi Lopez. Eppure, da ragazzino, si vergognava in mezzo al campo, e quando segnava non esultava mai. La Gazzetta dello Sport in occasione del Derby di questa sera tra Milan ed Inter è volata in Spagna, per intervistare colui che modellò il Mauro Icardi calciatore: parliamo di Jesus Hernandez, suo primo allenatore ai tempi dell’Unión Deportiva Vecindario, club delle Isole Canarie. In 6 anni segnò ben 384 reti, e c’erano tutti gli indizi per capire che quel ragazzo era un predestinato. “Aveva 9 anni, ma già al primo allenamento ha messo in mostra doti fuori dal comune. Pensate che un arbitro al termine di una delle prime partite gli chiese l’autografo“. Inizia così il racconto del primo allenatore di Maurito, ricco di aneddoti e curiosità. “Com?era da bambino Mauro? Arrivava da una famiglia forte, grande dignità e pochi soldi. Juan, il papà, da giovane era stato calciatore e qui faceva un po’ di tutto: imbianchino, meccanico, macellaio? La madre Analia faceva le pulizie e non si è mai persa una partita di Mauro. Voi avete in mente un Icardi tutto social e tatuaggi. Quella è solo immagine perché lui da quando a 15 anni ha firmato un contratto ricchissimo con l’Adidas ed è andato al Barcellona, è un?azienda. Marketing. Ma il vero Mauro era un ragazzo timido e mite che a volte provava vergogna. I gol, per esempio, non li celebrava mai. Ma appena entrava in campo si trasformava. Anche a scuola era molto bravo. Lo avremmo potuto far giocare con i ragazzi di due categorie superiori, ma non lo abbiamo fatto perché in quel gruppo lui aveva stabilità. Erano amici, compagni di scuola, di giochi e di squadra. Per questo non ha mai voluto andare via“. Poi descrive quale fu il momento decisivo, la svolta per la carriera di Icardi da calciatore, lanciando anche una piccola frecciatina all’Inter: “Nel 2007 ho chiesto di partecipare a un torneo dove c’erano squadre importanti come Porto e Siviglia. Gli dissi: ‘Se fai bene qui ti notano tutti’. In campo volava, dribblava 5-6 avversari e andava in porta. Impressionante. Lì è nata una stella. Ma Mauro è ancora in crescita. Lui riesce a fare bene in Italia dove le difese sono dure, chiuse. Però credo che la sua squadra ideale sia l’Atletico (Madrid, ndr) per il tipo di gioco di Simeone. Se fosse in Spagna o in Inghilterra, dove avrebbe più campo per muoversi, Mauro sarebbe già un top. Lo diventerà. Ha le doti per essere il nuovo Ronaldo. Vedrete“.

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