5 Ottobre 2019

TE LA RICORDI? – Juve-Inter 2005: una Supercoppa targata Veron

Il colpo da biliardo della Brujita permise all'Inter di vincere la Supercoppa 2005 in casa del più acerrimo rivale

È successo spesso nella storia dell’Inter: anni e anni di bocconi amari e poi una pioggia di trofei; fu così negli anni ’60 con Angelo Moratti e Helenio Herrera, fu così a cavallo tra gli anni 80 e 90 con Ernesto Pellegrini e Giovanni Trapattoni e, allo stesso modo, anche l’Inter di Massimo Moratti riuscì a inanellare una serie di trionfi, prima con Roberto Mancini e poi con Josè Mourinho. Nell’estate del 2005 i nerazzurri riuscirono addirittura ad alzare un trofeo in casa del più acerrimo rivale, festeggiando la Supercoppa Italiana al Delle Alpi di Torino contro la Juventus di Fabio Capello.

CONTESTO STORICO – Metà anni 2000: Inter e Juve si sono giocati spesso lo scudetto, talvolta anche tra mille polemiche, accrescendo la rivalità tra due tifoserie che, già per la loro natura, sono agli antipodi. Nella stagione 2004/05 Massimo Moratti riesce finalmente a scritturare un suo vecchio pallino, ovvero quel Roberto Mancini fortemente inseguito come calciatore, quasi concretamente acquistato sul finire della sua epoca sampdoriana, ma poi sfuggito ben due volte. Da tecnico nerazzurro Mancini apre la sua era con la vittoria della Coppa Italia, vinta in gara doppia contro la Roma. Con il regolamento dell’epoca la Supercoppa va disputata in gara secca al Delle Alpi di Torino: lo Juventus Stadium, infatti, ancora non esiste nemmeno a livello progettuale, mentre il passaggio dei bianconeri all’Olimpico avverrà solamente un anno più tardi, dopo le Olimpiadi invernali di Torino 2006.

ABITUDINI VINCENTI – L’impianto torinese ha però perso quell’aura di tabù che valeva per gli interisti; la Juve di Capello, che può contare su Nedved, Trezeguet e Ibrahimovic, non è più quell’avversario difficile da battere per le maglie nerazzurre così come lo era stato negli anni precedenti: l’Inter infatti ha violato il Delle Alpi ben due volte nelle ultime due stagioni, prima con Zaccheroni, con una delle più grandi prestazioni di Julio Cruz e di Obafemi Martins, e poi con lo stesso Mancini, ancora grazie a un guizzo vincente del Jardinero. Mancini sembra aver trovato le contromosse schierandosi a specchio col 4-4-2 capelliano. E un vecchio proverbio afferma che “Non c’è due senza tre”.

LA DANZA DELLE STREGHE – Il match che ne viene fuori ha ben poco dei ritmi di inizio stagione. Non sembra precampionato e le due squadre si danno filo da torcere, anche se gli uomini di Mancini sembrano avere una marcia in più a centrocampo, dove la coppia Veron e Cambiasso tiene testa sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo a quella composta da Emerson e Vieira, futuro acquisto dell’Inter. I tempi regolamentari, ricchi di occasioni ghiotte, sono contrassegnati da due reti annullate, una a Adriano e l’altra a Trezeguet, ma terminano a reti bianche. Nei supplementari gli uomini di Mancini vengono fuori: lancio lungo verso Adriano, protezione della sfera ai danni dell’ex Cannavaro, assist al bacio per Juan Sebastian Veron e rete decisiva. Quello della Brujita, la Strega in italiano, è  un colpo da biliardo che vale un titolo importante. La danza delle streghe premia i colori nerazzurri che possono alzare al cielo il secondo trofeo in pochi mesi. E si tratta solo dell’inizio di uno dei capitoli più avvincenti dell’intera storia interista.

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