5 Aprile 2020

Coronavirus, i calciatori inglesi contro il taglio degli stipendi: “Chiediamo misure più adeguate”

La Professional Footballers' Association ha diramato un comunicato che fa chiarezza sulla sua attuale posizione in merito

Il virus che sta mettendo in ginocchio il mondo continua a costringere lo sport ed in particolare il calcio a fermarsi e a prendere misure drastiche. Quella che finora sta tenendo maggiormente banco, oltre alla ripresa di campionati e coppe europee, è quella riguardante il taglio degli stipendi.

Finora alcune società di propria iniziativa e di comune accordo coi tesserati hanno deciso di intraprendere questa scelta per evitare tracolli finanziari. Tuttavia, le federazioni non hanno ancora preso una posizione univoca a riguardo, anche per le evidenti difficoltà nel mettere d’accordo tutti.

Oggi la PFA, ossia la Professional Footballers’ Association, l’associazione dei calciatori professionisti del Regno Unito, ha diramato un comunicato che chiarisce la posizione dei giocatori su un eventuale taglio dei salari.

Capendo la situazione di difficoltà estrema che vivono diversi settori e diversi club, i calciatori sono disposti ad aiutare economicamente chi soffre anche in maniera importante. Inoltre lavoreranno tutti insieme per trovare un punto d’accordo tra tutti i soci per agire direttamente. Tuttavia per ora, non appoggiano un taglio effettivo degli stipendi, anzi.

Come viene spiegato nel comunicato, le decisioni prese dalla Premier League, ossia 20 milioni di fondi per cause benefiche e riduzione o differimento del 30% del salario dei calciatori di Premier, sono considerate inadeguate. Innanzitutto perché 20 milioni sono “pochi” e si potrebbe offrire una cifra molto più importante, secondo la PFA.

Inoltre, la riduzione del salario per un ammontare di circa 500 milioni di sterline sulle tasche dei club, porterebbe ad una riduzione delle entrate statali in tasse di circa 200 milioni. Un danno considerevole, specie in questo momento in cui ogni singola somma di denaro è preziosa per aiutare chi soffre. Un ragionamento che può anche filare, certo, ma la domanda è quasi scontata. Questa protesta dei calciatori, ha veramente uno scopo di sensibilizzazione o è solamente una maniera per evitare una riduzione drastica delle loro entrate?

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