15 Febbraio 2018

Infantino: “Il calcio ha bisogno di cambiamenti: mercato e FPF vanno rivoluzionati”

Il numero uno della FIFA ha anche commentato la mancata qualificazione dell'Italia ai mondiali: "Un peccato, avrei voluto consegnare il trofeo a Buffon"

Alla sua elezione come presidente della FIFA il mondo del calcio sembrava essersi tolto un peso. In effetti da quel 26 febbraio grossi cambiamenti sono stati apportati al gioco più famoso del mondo da Gianni Infantino: uno su tutti la tecnologia VAR. Il numero uno dell’organizzazione mondiale del gioco del calcio ha rilasciato oggi un’intervista a La Gazzetta dello Sport, promettendo ulteriori rivoluzioni. Nel mirino ci sono principalmente il mercato: “Nel 2017 i trasferimenti internazionali hanno registrato movimenti per 6,4 miliardi di dollari, le commissioni per gli agenti hanno sfiorato i 500 milioni mentre solo 60 milioni sono stati spesi per la formazione dei calciatori. Com’è possibile che in un mondo in cui i giri di affari diventano sempre più grandi, gli investimenti per i giovani siano in calo? Questo non mi piace. Bisogna intervenire mettendo delle regole chiare e precise sui trasferimenti e far si che gli agenti agiscano in maniera trasparente. Bisogna salvaguardare l’immagine del calcio. Per quanto riguarda il mercato: la finestra estiva va assolutamente ridotta, così come vanno limitati anche i trasferimenti possibili nel mese di gennaio. Poi bisognerà ridurre il numero di prestiti ed imporre rose di massimo 25 calciatori ai club”.

Argomento impossibile da non discutere quello riguardante il Fair Play Finanziario: “Le regole sul mercato e quelle per il FPF dovranno andare di pari passo. Un club mediamente usa l’80% delle spese totali annuali per finanziare mercato e stipendi: decisamente troppo. Salary cap? Difficile poterlo fare, però è logico pensare ad un tetto ingaggi da non sforare prendendo in esame i ricavi di un determinato club per rendere più sostenibile il sistema. Anche se va detto che le limitazioni più importanti sono quelle tecniche come ad esempio il numero di homeground player, cioè i calciatori nati e cresciuti nel proprio vivaio”.

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