25 Ottobre 2018

Barcellona-Inter, Spalletti: “Nel primo tempo non abbiamo messo mano alla nostra conoscenza calcistica. Il gap può essere colmato”

Il resoconto della conferenza post-partita tenuta da Spalletti dopo la sconfitta contro il Barcellona

Al termine della partita persa per 2 a 0 contro il Barcellona, Spalletti ha parlato in relazione a diversi temi nella consueta conferenza stampa post-partita.

RAFINHA – “Ne abbiamo già parlato ieri. Lui è un calciatore forte che noi non abbiamo potuto prendere in quel momento. Poi il fatto che abbia segnato è il suo mestiere. A me ha fatto piacere vederlo giocare, il merito è anche suo se siamo a giocare queste partite. Per il resto, però, io ho dei calciatori che mi piacciono e dei quali mi fido. Rafinha darà una mano al Barça”.

BARCELLONA SENZA MESSI – Mi è sembrato la stessa squadra, che gioca in velocità e ti viene addosso quando decide di pressare in maniera compatta. Con Messi ci avrebbe creato qualche problema in più. ma ce ne erano creati parecchi lo stesso”.

IL RUOLO DI VECINO –Mediano quando la palla è degli avversari e mezzala quando l’abbiamo noi. Ha questa doppia funzione, poi ci permette di allungarci perché ha facilità di inserimento oltre che di conclusione e sa dare una mano in fase difensiva. Sa fare tutto”.

COSA E’ MANCATO – “Abbiamo imparato molte cose, ma pensavo di avere fatto dei rodaggi che ci avevano permesso di prendere possesso della materia che ci aspettava, nelle altre due partite abbiamo fatto bene come in campionato mentre oggi non abbiamo speso questo premio bene. Se ogni volta rimetti la palla in discussione come nel primo tempo, non c’è nessuno che viene a palleggiare, alla fine loro ti fanno correre. Fare delle cose e sbagliare costa meno che non fare niente, questo costa di più. Nel primo tempo non siamo andati a mettere le mani su quello che è la nostra conoscenza calcistica, il nostro voler andare in quella direzione. Ci può stare qui contro di loro, non ci sono andati bene 2-3 rimpalli che ci sono costati metri; poi dovevamo gestire bene alcune palle, ma ci sono state situazioni dove loro sono stati premiati dai rimbalzi del pallone. Ma è la conseguenza di quando uno lavora convinto”

VIDAL – “Ma se lei fosse Nainggolan o Vecino le farebbe piacere se parlassi di Vidal? Di un giocatore da prendere e di conseguenza parlare di un giocatore del quale non sei contento? Ho la squadra e i calciatori che volevo. Sono contento delle persone che mi circondano, Vidal è un grande calciatore ma non importa che lo dica io: è la sua carriera che gli è valsa questa visibilità, ma sono contento dei calciatori che ho”.

IL GAP PUO’ ESSERE COLMATO? – “Sì, il confine tra essere una buona squadra e una squadra normale dipende l’atteggiamento della squadra. Fa molto l’atteggiamento oltre alla qualità. Secondo me è colmabile perché si possono fare cose più belle. Bisogna vedere più autostima”.

IL PESO DELL’ASSENZA DI NAINGGOLAN – “Non ha pesato niente. Siamo una buona squadra con o senza lui, con Lautaro in campo, con Politano, con Candreva, con Keita. Il discorso non è sperare di avere un sorteggio o un risultato a favore, devo essere sicuro di avere la forza che mi fa combattere con chiunque. Nei panni di quello che fa compassione non ci sto volentieri, se devo lesinare sto a casa: se non ho la forza di andare a giocare le partite, meglio non andare”.

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