24 Dicembre 2019

Caldirola torna sulla sua esperienza nerazzurra: “Piangevo, tifavo Milan e non volevo andare all’Inter. Ma che ricordi con Mou”

Il calciatore ha disputato 12 stagioni in nerazzurro tra giovanili e prima squadra

Dodici anni, complessivamente, all’Inter: undici tra giovanili e prima squadra, e uno da professionista a tutti gli effetti. Qualche ricordo, qualche episodio, soprattutto legato a José Mourinho e all’anno del Triplete. Per il resto, poi, la carriera di Luca Caldirola ha preso altre strade, legate soprattutto alla Germania. Ma, come raccontato a gianlucadimarzio.com che lo ha intervistato in esclusiva, il legame con i colori nerazzurri – per l’attuale difensore del Benevento – è ancora forte: “Gli esordi nelle giovanili? Era molto strano. A quell’età non ti rendi realmente conto di giocare per una squadra così importante. Cosa ricordo? I miei pianti. Ero tifoso del Milan e non volevo andare all’Inter”. Poi, però, dell’Inter prese ad indossare addirittura la fascia: “Ero un capitano atipico – racconta – Sempre silenzioso. Fu Depaoli a farmi capire l’importanza di portare la fascia dell’Inter”.

Dalla fascia delle giovanili all’esperienza in prima squadra nell’anno – il 2010 – delle grandi imprese. L’inizio di carriera di Caldirola fu qualcosa di speciale. Come Mourinho, lo Special One, cui il difensore riconosce tutte le qualità: “Lui è speciale – dichiara – E’ dotato di un’intelligenza incredibile. Ha un modo di parlare magico. Ti fa venir voglia di mangiare l’erba”. E poi racconta: “L’anno del Triplete dovevamo giocare a Udine e io ero l’unico difensore centrale di ruolo disponibile. Ricordo che la mattina in hotel mi chiamò in disparte. Io ero quasi intimorito. Mi disse che aveva pensato di farmi giocare, ma che non se la sentiva di farmi giocare in un match delicato. Apprezzai molto questo gesto, non era tenuto a dare spiegazioni a un ragazzino di 18 anni”.

Ancora su Mourinho: “Lo incontrai qualche anno dopo in un’amichevole estiva tra Werder Brema e Chelsea – continua Caldirola – Mi chiamò il magazziniere prima della partita dicendomi che Mourinho mi stava cercando. Rimasi spiazzato, si ricordava ancora di me. Il ricordo più bello? L’esordio in Champions League. Inspiegabile a parole”.

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