29 Aprile 2020

Chivu: “Con Conte ho un buon rapporto. Il nostro settore giovanile simile a quello dell’Ajax. Ecco la mia difesa ideale”

L'ex difensore dell'Inter oggi allena l'Under 17 del club nerazzurro

Intervenuto sui canali ufficiali della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Christian Chivu ha raccontato com’è nata la sua passione verso il mondo degli allenatori. L’ex difensore dell’Inter protagonista del Triplete del 2010, allena oggi la formazione Under 17 nel club nerazzurro e sogna un giorno di poter arrivare ai livelli più alti del calcio europeo grazie alla gavetta che sta svolgendo in questi ultimi anni. Ecco i passaggi più importanti dell’intervista del tecnico rumeno:

Come hai vissuto il passaggio dal campo alla panchina
“Diciamo che ho iniziato per caso, perché ho iniziato a fare l’osservatore dell’Uefa. Avevo bisogno del patentino e sono andato al corso a Coverciano, poi una cosa tira l’altra. Dovevo vedere diverse partite, mettermi nei panni degli allenatori. Tutto questo mi ha fatto venire voglia di provare. Visto che parto sempre dal basso cancellando il mio passato, ho preferito iniziare coi settori giovanili. Ho fatto la scelta migliore, mi diverto tanto e imparo tanto”.

Anche se in tempi diversi, hai avuto la fortuna di osservare il settore giovanile dell’Ajax e ora di vivere quello dell’Inter, due grandi modelli a livello internazionale. Che analogie e differenza trovi?
“Il settore giovanile non vuol dire prima squadra, gli obiettivi sono diversi, si parte sempre da questo presupposto. Lavorare coi giovani è impegnativo, ma bello, devi sempre cercare di migliorarli individualmente e a livello collettivo. Devi entrare nella testa del ragazzo e fargli capire quali sono i principi e valori. Direi che hanno dei modelli in cui credono, attraverso metodologie pianificate e molto simili. Arrivano in un settore giovanile in cui l’obiettivo è quello di crescere per la prima squadra, fargli capire cosa vuol dire fare il calciatore professionista. Sia Inter che Ajax hanno idee molto simili per la crescita dei giovani. Poi l’Ajax si può permettere il lusso di farli giocare di più in prima squadra, perché c’è meno pressione in Olanda rispetto all’Italia”.

Hai avuto grandissimi allenatori, da Koeman a Capello, Mourinho, Mancini e Spalletti. Cosa hai imparato da loro?
“Sono tutti diversi, a livello di carattere e metodologia. Ma tutti avevano in comune la passione per il calcio e la voglia di trasmettere le loro idee. Ho avuto la fortuna di essere allenato da questi grandi allenatori che mi hanno insegnato tanto”.

Il tuo rapporto con la prima squadra dell’Inter e con Conte?
“Diciamo che tutto il settore giovanile dell’Inter lavora con l’obiettivo di crescere i ragazzi che un giorno l’allenatore della prima squadra avrà bisogno di usare. Noi proviamo a prepararli dal punto di vista mentale e tecnico. Abbiamo sempre trovato la disponibilità dell’allenatore della prima squadra, in tante situazioni è stato presente e ci ha dato una mano. Abbiamo un buon rapporto con Conte”.

Hai avuto la fortuna di giocare assieme e contro grandissimi calciatori nel corso della tua carriera. Chi era il più difficile da affrontare?
“A questa domanda faccio sempre fatica a rispondere. Perché devo esaltare le caratteristiche di tutti i compagni avuti nella mia carriera, attraverso le loro qualità mi sono migliorato. Ho avuto la fortuna di aver avuto compagni che mi hanno permesso di migliorare per gicoare poi la domenica contro calciatori che mi hanno messo meno in difficoltà. Se devo citarne un paio dico Zidane, Van Nistelrooy, Shevchenko, Ronaldo. Poi Cristiano Ronaldo, Leo Messi. Ma è tutto merito dei miei compagni”.

Hai fatto parte di una delle più grandi difese degli ultimi decenni, chi era il miglior compagno di reparto?
“Non mi sembra giusto citarne solo uno, ma faccio tutto il reparto. Direi Maicon a destra, Samuel, Materazzi e Zanetti a sinistra”. 

Con quale compagno hai stretto un rapporto di amicizia particolare
“Io penso di aver legato con tutti, perché la parte umana per me è stata più importante di quella professionale. Se devo nominare quelli con cui mi sento più spesso dico Materazzi, Stankovic, Sneijder e Lobont che era mio compagno in Nazionale e all’Ajax”.

Con la tua Under 17 hai affrontato nel girone squadre con settori giovanili importanti. Come ti è sembrato il livello?
“Rispetto a quello che ho affrontato in Romania è qualcosa di straordinario. Si può sempre migliorare, ma non ci possiamo lamentare. Faccio parte di una società che ha una buona struttura, ma anche da altre parti. Poi il girone B ha un livello tecnico e tattico molto alto. Le squadre son molto attrezzate, ci sono allenatori preparati. Abbiamo affrontato delle squadre che fuori casa ci hanno permesso di conoscere anche le strutture di quelle realtà. Quella che mi ha impressionato di più è stata l’esperienza a Zingonia contro l’Atalanta”.

Totti-Cassano-Ibrahimovic…
“Tre grandi campioni, tre giocatori che hanno fatto la storia del calcio. Ho avuto la fortuna di giocare insieme a loro. Cassano talento puro che io ho visto a pochi nella mia carriera. Ha fatto una buona carriera, ma secondo me poteva fare di più per quello che erano le sue qualità tecniche, ma anche le qualità mentali e mi riferisco soprattutto al modo di vedere il calcio. Era devastante a vedere le giocate. Francesco è quello che in assoluto per me, se devo fare una valutazione, è tra i migliori compagni avuti. Aveva una visione di gioco impressionante, determinazione e intelligenza che pochi hanno avuto nel calcio. Ibra era devastante per la sua prepotenza fisica e qualità tecniche nonostante l’altezza. Poi la fame che ha sempre avuto di spaccare il mondo”.

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