20 Settembre 2013

Come reagisce la squadra al cambio di Presidente? In passato l’Inter…

Clausole, cavilli, avvocati, accordi, contratti; sembrano essere questi tutti gli ingredienti che portano a un cambio al vertice in una società. Per quanto riguarda il calcio, però, le svolte societarie sono spesso accompagnate da decise risposte degli uomini in campo, sia in negativo che in positivo. Riassumiamo le prestazioni dell’Inter nella sua storia quando si sono verificati avvicendamenti di presidenza.

Nel 1942 Carlo Rinaldo Masseroni successe a Ferdinando Pozzani. Nella prima stagione la squadra giunse quarta in Serie A; ma la presidenza di Masseroni poiché in quel periodo la società, oltre a conquistare due scudetti, tornò finalmente all’antica denominazione di Internazionale Football Club, abbandonando il nome Ambrosiana imposto dal regime fascista.

 Nel 1955 subentrò Angelo Moratti e gli effetti furono  più che positivi. Nelle prime sei giornate i nerazzurri conquistarono cinque vittorie e un pareggio, per poi crollare alla settima contro la Sampdoria.

Quando Moratti, nel 1968, dopo aver conquistato ripetutamente l’Italia, l’Europa e il Mondo, decise di lasciare a Ivanoe Fraizzoli, l’Inter non ebbe la stessa spinta propulsiva. Nelle prime quattro giornate arrivarono due vittorie e due pareggi ma alla quinta ci fu la sconfitta nel derby.

Stesso destino anche per Ernesto Pellegrini che ebbe, come il suo predecessore, il dispiacere di assaporare il gusto della prima sconfitta proprio in un derby. Precedentemente erano arrivate due vittorie e quattro pareggi.

Massimo Moratti rilevò la squadra che era stata del padre nel Febbraio del 1995. Alla prima gara Nicola Berti firmò la vittoria di misura contro il Brescia. Successivamente gli uomini guidati da Ottavio Bianchi conquistarono due pareggi e ben sei vittorie, tra cui anche un clamoroso derby. La squadra, così, si risollevò in classifica e iniziò la rincorsa alla zona UEFA, che si concretizzò all’ultimo secondo dell’ultima giornata, con un colpo di testa di Marco Delvecchio.

18 anni e 16 trofei dopo anche Massimo Moratti ha capito che è giunto il periodo di lasciare la squadra che ama, come succede per i giocatori, come accade per gli allenatori.

Ora, dopo aver ricordato il passato, non resta che gettare lo sguardo al futuro, aspettando con trepidazione gli esordi dell’Inter di Thohir.