2 Ottobre 2017

Competizioni europee: vantaggio reale o inutile impegno? L’Inter va meglio con le Coppe

Molti credono che lo scenario europeo sia indispensabile per una squadra e il suo rendimento, ma è davvero così?

L’opinione pubblica che gravita intorno al nostro calcio è molto spesso convinta che i club non coinvolti nelle competizioni europee siano avvantaggiati nella corsa ai posti migliori del nostro campionato.Ma è davvero così? L’approfondimento curato da Supernews ci mostra come in realtà tale credenza sia spesso priva di fondamento; solo poche squadre riescono,nell’anno senza Europa, a mantenersi competitive all’interno del panorama nazionale.

Questo aspetto,analizzando “le sette sorelle” del campionato italiano, ci mostra come solo Juventus e Lazio traggano giovamento dall’assenza dalle competizioni continentali: emblematico in tal senso il caso della Juventus 2011/2012 di Antonio Conte che, reduce da un settimo posto e esentata dal doppio impegno settimanale riuscì a portare a casa addirittura lo Scudetto. Per i biancocelesti romani la media dei piazzamenti dice 6,29 nelle stagioni senza coppe e 6,85 in quelle con panorama europeo.

Nella storia della Beneamata l’assenza dalle coppe si è rivelata proficua solo in 3 annate di quelle analizzate da Supernews: nel 1999/2000,in cui grazie a Marcello Lippi e ai gol di Christian Vieri i nerazzurri riscattarono il precedente  ottavo posto e raggiunsero la quarta posizione finale; nel 2013/2014, in cui in seguito al nono posto raggiunto da Andrea Stramaccioni sulla panchina nerazzurra (derivante da una stagione tutt’altro che fortunata in ambito di infortuni), il nuovo allenatore Walter Mazzarri condusse i suoi ragazzi al quinto posto e di conseguenza ai gironi di Europa League; infine nella più recente stagione 2015/2016, guidati da Roberto Mancini, i nerazzurri conclusero al quarto posto,dopo un avvio che prometteva ben altro, riscattando così la nona posizione dell’anno precedente. La tendenza della sponda nerazzurra del Naviglio dice 3,76 di media nelle stagioni “continentali”e di 4,33 in quelle di solo ambito italiano; ovviamente spicca l’annata del 2009/2010 conclusasi con il Triplete da parte dei nerazzurri,massimo apice di questa inchiesta.

Analizzando le statistiche di Napoli e Milan emerge che i partenopei hanno una media di piazzamento di “4,38” nelle annate con competizioni europee, in cui per ben due volte si sono issati al secondo posto in classifica, e di “12,25” nelle stagioni senza coppe, media fortemente penalizzata dalle due retrocessioni in serie B delle annate 97/98 e 2000/2001; per i rossoneri invece, nelle cinque annate senza competizioni europee si hanno uno scudetto (98/99 con Zaccheroni in panchina), un decimo posto (97/98 guidati da Capello) e poi un decimo, settimo e sesto posto nelle ultime 3 stagioni con al timone Inzaghi, Mihajlovic-Brocchi e Montella, con una media piazzamento di 3,4 in annate su due fronti e di 6,8 con una sola competizione. Spostando l’attenzione sulla Roma vediamo che i giallorossi, non partecipando alle coppe europee, hanno ottenuto un decimo, un settimo, un sesto e un secondo posto, rispettivamente con Zeman, L. Enrique, Zeman-bis e infine con Rudi Garcia, dopo un’emozionante striscia di dieci vittorie consecutive; media capitolina che passa da 3,69 a 4,75.

Per la compagine viola,  la mancanza di impegni europei ha portato a stagioni pessime, come quella 2004/2005 in cui il sedicesimo posto finale evitò una clamorosa retrocessione e stagioni positive, una su tutte la 2012/2013 con la squadra di Vincenzo Montella che raggiunse il quarto posto finale; anche la stagione 2001/2002 fu importante in chiave di doppio impegno poiché i gigliati, impegnati in Europa, non riuscirono a salvarsi in Serie A, finendo diciassettesimi. La media di piazzamento viola passa da 6,90 con competizioni europee a 8,86 senza avere il doppio impegno. La chiave di lettura di tale inchiesta sta nel mercato delle società, solitamente più importante in chiave doppio impegno che nei casi di una sola competizione, favorendo così il lavoro degli allenatori e dando loro l’opportunità di usufruire delle cosiddette “rotazioni” o “turn-over”.

Fonte: Supernews

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