9 Aprile 2020

Emergenza Coronavirus, Marotta e Agnelli: quando il buon senso prevale sugli interessi

Il presidente juventino e l'AD dell'Inter sono stati tra i pochi a tenere un profilo attendista

Riaprire, subito, le danze, o non riaprirle più? Il campionato di Serie A è stato gettato nel caos dopo l’emergenza legata al Coronavirus. Mentre il Covid-19 riempiva gli ospedali, stroncava vite, mandava il sistema economico del paese in tilt, alcuni personaggi del mondo del pallone si interrogavano sul quando riprendere a giocare.

Tornando al quesito, improvvisamente il caos si è interrotto. Meglio così potremmo dire, ma “l’interventismo” della Lazio ad esempio, con Lotito in prima linea già settimane fa perché “la curva dei contagi scende e il sistema calcio soffre troppo”, resta una brutta macchia in un sistema appunto, il calcio italiano, ancor più in preda alla baraonda e al disordine. Sia chiaro, gli interessi delle società calcistiche, in quanto aziende, è più che legittimo e nulla c’è da obiettare a riguardo. Il discorso però è diverso: la posizione che ha prevalso è stata quella del buon senso, quella del compatimento e non dei falsi interessi su una vicenda drammatica.

Inter e Juventus, come poche volte nella loro storia, sono andate a braccetto in questa direzione: il giovane patron interista Zhang, ancor prima di tutto e tutti fu colui che, con parole dure, attaccò il sistema calcio e la sua scarsa abnegazione a un problema che settimane dopo sarebbe diventato mondiale. Andrea Agnelli e Marotta hanno poi seguito una linea, forse l’unica utilizzando criterio e giudizio: attendere, vedere cosa accade, aspettare il giudizio di esperti, medici, epidemiologici, virologi. D’altronde, non c’era altro da fare in condizioni rese drammaticamente incerte dalla pandemia, ma prima che vada dimenticato, è giusto rendersene conto.

La “fase due”, come quella che in un prossimo futuro ci auguriamo cominci, è stata quella degli stipendi, tagliare o non tagliare, FIGC e AIC sul piede di guerra con dichiarazioni su dichiarazioni. E chi più ne ha più ne metta. Il calcio con ogni probabilità riprenderà, gli allenamenti forse già nel mese di aprile, ma ancora una volta il sistema italiano, come se ce ne fosse bisogno, si è reso protagonista non in positivo.

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