20 Marzo 2020

Galliani: “Playoff? No, vanno rispettate le regole. Sul taglio degli stipendi non ha senso che…”

L'ex ad del Milan è ripartito dal Monza per coltivare un sogno

Anche un uomo di calcio esperto come Adriano Galliani  si sarebbe trovato in difficoltà in una situazione del genere, impossibile da prevedere con tale intensità sino a pochi mesi fa. L’ex amministratore delegato del Milan, oggi dirigente del Monza calcio, qualche buona idea per risanare le sorti del campionato italiano dopo la fine dell’emergenza coronavirus, sembra però avercela. Così, nell’intervista rilasciata sulle pagine di oggi del Corriere dello Sport, ecco che si è fatto portavoce di una proposta. Le sue parole:

La soluzione dei playoff l’ha considerata?
“Sono per il rispetto del regolamento. Siamo partiti in un modo e in quel modo dobbiamo finire. Se non si dovessero completare tutte e 38 le giornate sarebbe giusto cristallizzare la classifica al momento dell’ultimo turno disputato, come in altri sport, la F.1, la moto. Mi auguro che non ci sia bisogno di questo e che tutto si risolva nel migliore dei modi. In questa fase tanti tirano la corda dalla propria parte, per questo faccio i complimenti alla Lega Pro che ha preso una direzione unica. Ricordo che sono stato anche presidente della Lega di A, per questo dico che Francesco Ghirelli è stato il primo a istituire un comitato di crisi che assicura assistenza sotto tutti i punti di vista ai club attraverso una società di revisione. Il calcio non è soltanto Ronaldo, Ibra e Messi, è fatto di giocatori che nelle categorie inferiori guadagnano poco più della gente comune. Calciatori, tecnici, staff e direttori sportivi sono lavoratori a tempo determinato, per questo hanno bisogno di misure di sostegno”.

Un tema di stretta attualità e la riduzione dei compensi dei giocatori di serie A.
“Mi lasci dire che non ci siamo. Dieci, quindici, venti per cento: ma che senso ha indicare numeri a capocchia? Mi assumo la paternità della proposta e lascio che sia un giornale autorevole come il suo a diffonderla: ci si affidi alla migliore società di revisione del mondo, autonoma e indipendente, e le si chieda nei tempi corretti di fare la conta dei danni”.

E poi?
“Sulla base delle sue conclusioni si potrà stabilire il taglio dei compensi, magari prevedendo dei premi sulle stagioni successive. Serve un arbitrato. Il calcio perderà alla fine il 5, il 10, il 15? E il taglio dovrà essere del 5, del 10 o del 15. Il resto sono soltanto chiacchiere, demagogia, improvvisazione, non potendo ancora sapere – nessuno di noi lo sa – se la stagione finirà. Se davvero si potesse ripartire a maggio basterebbe una deroga alle scadenze dei contratti prorogata di quindici giorni o un mese. Sia chiaro che le squadre non potrebbero essere modificate attraverso fine prestiti o altro”.

Del pre-Coronavirus cosa le era piaciuto calcisticamente?
“Tutta la vita l’Atalanta. Meravigliosa. È riuscita a combinare il bel gioco con i risultati, come il Milan fine anni 80. L’Atalanta è la più bella realtà europea, Bergamo una città di 120mila abitanti, peraltro oggi devastata dal virus, tra le prime otto d’Europa. Plaudo al lavoro di Antonio Percassi, di suo figlio e di Gasperini”.

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