5 Ottobre 2017

Gianfelice Facchetti: “E’ tornata la voglia di vedere l’Inter. Sulle vittorie sporche e Icardi capitano…”

Il figlio del leggendario Giacinto ha parlato di Inter a 360°, dicendosi sorpreso dall'inizio di stagione della Beneamata

L’inizio di stagione da parte dell’Inter ha generato grande entusiasmo nella piazza nerazzurra. A fine agosto non tutti credevano nella squadra di Luciano Spalletti e i 19 punti conquistati in 7 giornate hanno sorpreso molti tifosi e addetti ai lavori. Tra coloro che sono rimasti piacevolmente impressionati dalla Beneamata, c’è anche Gianfelice Facchetti, figlio del leggendario Giacinto, il quale, in occasione dell’Overtime Festival – tenutosi a Macerata – ha presentato il suo spettacolo “Eravamo quasi in cielo” che narra l’eroica impresa dei Vigili del Fuoco Spezia che – guidati da Ottavio Barbieri – sconfissero nel triangolare finale il Venezia ed il Torino, vincendo il Campionato Alta Italia 1943/1944.
Gianfelice Facchetti è stato intervistato in esclusiva da Calciomercato.it ed ha trattato diversi temi legati al mondo Inter. Ecco le sue parole:

A maggio, in un’intervista dopo la sconfitta in casa del Genoa, disse che quasi passava la voglia di andare a vedere quell’Inter allo stadio. Ora le sta tornando?

“E’ tornata sicuramente (ride, ndr). Ma in realtà l’Inter è una cosa che anche quando ti porta tra virgolette ad arrabbiarti, non ti fa staccare mai. Perché poi l’interista è così, anche nel momento in cui dice ‘no, basta, non vado più’, poi in realtà ne ha bisogno. Sicuramente quest’anno c’è un atteggiamento nuovo della squadra che anche nelle difficoltà che ha incontrato in queste prime partite, in cui a volte non riusciva ad espriemrsi sempre perfettamente, in realtà ha sempre mostrato una dedizione e uno spirito di sacrificio di gruppo che fa venire voglia di appassionarsi”.

Ma una partenza così se l’aspettava?
“Così tanti punti dopo sette giornate no, sono inaspettati. L’unica sensazione che avevo era su Spalletti, che per il suo modo di comunicare, per il suo modo di vivere il calcio pensavo potesse essere l’uomo giusto per il DNA interista. Perché lui ha nelle sue corde delle caratteristiche che secondo me si sposano bene col modo di sentire e vivere il calcio dei tifosi interisti. E lui, secondo me, oltre a quello che ha dato sul campo è riuscito anche a risvegliare qualche cosa in questo senso anche all’esterno, con questi suoi riferimenti continui anche alla storia di cui i tifosi avevano bisogno”.

Lei in questa Inter riesce ad individuare un vero leader carismatico o è qualcosa che ancora manca?

“Vedo un percorso di crescita in cui si stanno distinguendo delle leadership. Faccio un esempio: tra i nuovi acquisti sicuramente Skriniar si vede che ha potenziale carismatico da leader che i tifosi hanno apprezzato subito. E vedo tra i nuovi sicuramente dei calciatori che hanno portato equilibrio, e in questo senso anche lì vedo delle nuove leadership. Vedo però anche tra chi c’era l’anno scorso la volontà di riscatto e di fare ancora di più. Per esempio nella penultima partita, se ricorda il recupero di Icardi contro il Genoa che attraversa il tutto il campo e recupera palla in area di rigore, quello secondo me è abbastanza emblematico”.

Ecco, Icardi. Ha ereditato la fascia pesante che fu di calciatori come suo papà e Javier Zanetti. In molti criticano questa scelta, lei da che parte sta?

Icardi all’Inter, anche in questi anni difficili, non ha mai fatto mancare l’impegno, non ha mai fatto mancare i gol, che è quello che gli si chiede prima di tutto. E comunque ha avuto un comportamento sempre corretto in campo, credo che tutto questo sia fuori discussione. Questo è un giocatore che non lo si vede praticamente mai discutere o litigare e quindi da questo punto di vista mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per continuare ad essere il capitano dell’Inter. E’ molto giovane e quindi non è facile portarsi il peso di una responsabilità così in un club con così tanta storia. Ha preso la fascia in un momento di grandissimi cambiamenti e sarebbe stato difficile per chiunque, però mi sembra che se la stia guadagnando anno dopo anno”.

Champions o qualcosa in più: a cosa può ambire questa Inter?

Tutte le persone che hanno lavorato e stanno lavorando dall’inizio della stagione alla costruzione della nuova squadra, dall’allenatore al Ds a Sabatini, sanno che l’obiettivo dell’Inter è cercare di agganciare la Champions League. Sanno che la concorrenza è forte perché ci sono squadre molto attrezzate che, oltretutto, hanno sulle spalle anni di rodaggio che possono aiutare. Però c’è comunque una grandissima voglia. L’importante è continuare a lavorare con impegno e con questa volontà, poi credo che quando si lavora così con questo attaccamento, i risultati arrivano. E l’importante è non volare alto prima del previsto, continuare a perseguire questa strada e veramente andare a piccoli passi: bisogna avere come uno senso secondo me di quello che è il momento che si deve affrontare e c’è da scrollarsi anche quello che ha lasciato la stagione scorsa. Oggi c’è bisogno di svoltare, lo ha detto anche Spalletti. Non è facile. E’ vero che ogni stagione si ricomincia da capo, ma una certa negatività o certe caratteristiche non è che te le togli di dosso dalla mattina alla sera. Però sicuramente si stanno intravedendo dei segnali che fanno ben sperare”.

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