27 Ottobre 2017

Icardi: “Da sempre interista per Adriano. Problemi con la Curva? Ci sono stato male. Sulla clausola…”

Il Capitano nerazzurro ha rilasciato una lunga intervista a Fabrizio Biasin per la rivista Undici

Mauro Icardi sta vivendo un inizio di stagione straordinario e non ha nessuna intenzione di fermarsi. Il Capitano nerazzurro ha rilasciato una lunga intervista a Fabrizio Biasin per la rivista Undici, trattando diversi temi. Ecco le sue parole:

FASCIA DI CAPITANO – “Vedi, essere il capitano dell’Inter per me non è difficile, ho la personalità per farlo tranquillamente. Sono qui da 5 anni anche se… non sembra. Fare gol per me è importante, se non faccio gol torno a casa arrabbiato, lei lo sa», dice guardando Wanda, «ma essere il capitano dell’Inter è la mia… como se dice… missione. E io sono orgoglioso di tutto questo. E soprattutto interista: io sono interista”.
IL BIONDO PLATINO –  “Ho scelto di fare il, como se dice, biondo perché dall’Argentina arrivava Susana Jimenez che è una star argentina bionda. Abbiamo fatto con lei una puntata per il suo show. Poi volevo tenerlo anche per questo shooting qua, però poi ho pensato di togliere tutto perché arrivava la Nazionale e non mi volevo presentare completamente pelato».
GIOCARE PER LA SQUADRA – “Tu ti riferisce al mio modo di giocare, no? Beh, se fa bene alla squadra e all’Inter io cambio volentieri. L’altro giorno (gol “salvato” dopo una rincorsa di 60 metri in Inter-Genoa, ndr) ero contento per il mio recupero, era come se avessi fatto un gol. Sì, ecco, se fa bene per la squadra io sono contento».
INTER FORTUNATA –  “No, fortuna no. Abbiamo lavorato molto bene in questo ritiro, con il nuovo mister. Abbiamo cambiato tutto. Lui, il mister, è molto attento. Soprattutto abbiamo in testa l’obiettivo che ci chiedono tutti: la società, il presidente, fino all’ultima persona che lavora qui. Lo sappiamo tutti: dobbiamo tornare in Champions League. E stiamo lavorando tanto per farlo. No, proprio non la chiamo fortuna. Lo scudetto? No, non ho l’idea dello scudetto, ho solo l’idea del lavoro e del fare bene. Se faremo le cose per bene arriverà il premio giusto”.
ICARDI TIFOSO INTERISTA – “L’ho già detto tanto tempo fa. Io sono interista da quando ero piccolo perché giocavo alla Play Station e prendevo sempre l’Inter, sempre. Avevo il mio migliore amico e giocavamo. Sceglievo l’Inter perché c’era Adriano davanti che mi piaceva tanto. Ero bambino ed ero già interista”.
VOCI DI MERCATO SUL NAPOLI –  “Queste sono cose che parla il mio procuratore con la società. È successo un po’ un casino l’anno scorso per queste cose di mercato, ma io sono sempre stato tranquillo. Ho sempre dato tutto per l’Inter. Ero in ritiro, ero in America, mi ricordo, parlavo tanto con Mancini e gli dicevo “io sono sereno”.
DOVE SI VEDE ICARDI A 30 ANNI –  “Speriamo che io posso continuare a giocare a calcio eh, che non smetto prima!». Poi alza il tono. «Io mi vedo qua. Spero di fare una lunga strada all’Inter, voglio vincere qualcosa con questa maglia, questa maglia non vince da troppi anni…». Allora gli chiedo dove si vede a 40 anni. Non ha dubbi: «A 40 ho smesso di sicuro! Non sono come Totti! Anzi, a 40 anni non sarò nel mondo del calcio, sono uno che mi piace giocare, mi piace quello che faccio, ma in futuro non farò l’allenatore o il dirigente, sono ruoli che non mi piacciono. Credo proprio che farò il papà a tempo pieno, a casa, con la mia famiglia”.
LA BIOGRAFIA E LA CURVA –  “È stato un discorso chiarito l’anno scorso, non c’è niente altro da dire. A San Siro la gente ci vuole bene, io voglio il bene della squadra e dei tifosi. Questo discorso è stato un casino per la squadra e questa cosa mi ha fatto stare male. Ora però lo abbiamo messo da parte. La gente è incredibile ogni volta che giochiamo, in casa e in trasferta, tu lo vedi che tifo c’è! Noi siamo fortunati. Noi ringraziamo sempre dopo ogni partita, ci mettiamo tutti a metà campo e ringraziamo la gente che ci viene a – como se dice – sostenerci. Sia che vada male, sia che vada bene, ringraziamo tutti”.
L’ERRORE CHE NON RIPETEREBBE –  “Che non rifarei…? Sono 5 anni che ho passato qua… L’unica cosa, penso questa dell’anno scorso, con il libro. Una cosa brutta per tutti. Io ci tengo tanto all’Inter, lo sanno tutti. È stata una cosa un po’ brutta per tutti”.
MESSI – “…Penso che giocare con il migliore al modo qui all’Inter sarebbe un sogno. E sto parlando di Messi ovviamente. Però lui è legato al Barcellona e temo che sia un sogno quasi impossibile. Il Barcellona mi ha liquidato? In realtà non è stato così, non mi hanno detto “vai pure”. Abbiamo un po’ litigato, però ho deciso di venire qua in Italia perché ero convinto di poter fare meglio che in Spagna. Al Barcellona in quel momento lì non era facile. Qua mi hanno dato subito la possibilità di giocare ad alti livelli ed era il mio obiettivo”.
MARADONA – «Gli ho risposto già l’anno scorso e penso che sia la cosa giusta. Basta, non gli rispondo più. Poi ognuno fa quello che vuole”.
LA CLAUSOLA – “Sono pochi 110 milioni? Dopo quello che è successo nell’ultimo mercato forse hai ragione! Però questa della clausola è una cosa che abbiamo discusso con la società e si è deciso di fare così. Ma in società sanno tutti quello che penso io, quello che voglio io. E siamo tutti molto tranquilli”.
 WANDA– «Quella che fa tutto è lei, non sono io. Lei porta i bimbi a scuola, ai compleanni, fa tutto a casa, va di qua e di là. Io alla fine cerco di fare al meglio la mia professione e poi quando riesco la aiuto in tutto. Però chi fa di più è lei. Le continue voci su di noi danno fastidio? No no, siamo abituati a quello che si dice sia qui che in Argentina. La gente parla di lei perché è famosa, ma io so che genere di persona è. Cerca sempre il meglio per me e per la nostra famiglia. Amore a prima vista? No, a prima vista no perché a Genova ci siamo conosciuti per un anno intero. Eravamo amici, poi… cose che succedono, che capitano”.
FAMIGLIA – “Se la chiamo Wanda è perché sono arrabbiato, altrimenti gorda, gordita. “Cicciona” è la traduzione, però in espagnolo è affettuoso. Un altro figlio? Nooooo! Basta, basta. Abbiamo finito e siamo contenti con questi 5 bambini meravigliosi”.
MILANO – “Ci piace a tutti e due, stiamo benissimo, abbiamo fatto in 5 anni la nostra base, i bambini sono pieni di amici, io sono comodo a venire qua ad Appiano. Peccato non riuscire a viverla, ma è il prezzo che si deve pagare per essere famosi”.
RABBIA DA CAPITANO –  “Sì sì, certo che mi arrabbio. Però non per dire “sei scarso” agli altri, ma per dare un contributo in più alla squadra. Non perché io sappia fare tutto, perché tutti sbagliano, però mi arrabbio di più sugli atteggiamenti, a volte, nella partita. L’anno scorso a marzo, dopo la Nazionale, siamo tornati un po’ “persi” tutti. Lì ero arrabbiato, lo può dire anche lei», guarda ancora Wanda, «tornavo a casa di cattivo umore”.
ITALIA– “C’era la possibilità, mi hanno chiamato per l’Under e ho litigato con quelli della Samp perché io non volevo andare, io volevo l’Argentina. Poi hanno chiamato il mio procuratore ma ho sempre detto no. Anche gli spagnoli ci hanno provato, hanno chiamato mio padre, ma io ho sempre scelto l’Argentina. E ce l’ho fatta: è stata dura ma ho raggiunto il mio obiettivo”.
CALCIATORE PREFERITO – “Mmm beh, qua è passato l’attaccante numero 1, che è il Fenomeno. Lui ha fatto la storia di questo sport. Zanetti? Zanetti l’ho “vissuto” dentro lo spogliatoio e ora anche fuori. Siamo sempre insieme e sì, certo che parliamo: di calcio, di tante cose, ci parliamo tantissimo. Lui, per me, è come un amico”.

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