3 Aprile 2020

Candreva risponde ai tifosi: “Ecco perché ho tagliato la barba. In spogliatoio ci ammazziamo di risate! Brozo è super”

L'esterno nerazzurro risponde alle domande dei tifosi in un'intervista concessa sui canali ufficiali del club

Tocca ad Antonio Candreva rispondere alle domande dei tifosi dell’Inter quest’oggi su #AskInter. In diretta sui canali social nerazzurri, l’esterno della Beneamata si racconta attraverso aneddoti e particolari relativi alla sua carriera ed alla sua esperienza personale da calciatore. Ecco le dichiarazioni di Candreva.

Quarantena – “Vivere la quotidianità in maniera così vicino con la famiglia durante l’anno non è mai capitato, quindi in questo senso fa piacere. Vedere crescere mio figlio giorno dopo giorno ti permette di non perderti nulla. Per quanto riguarda mio padre io non ho mai fatto sapere tanto della vita privata, non amo le pubblicità. Mio padre è malato da un anno, sta combattendo con un brutto male e lo sta attraversando in maniera positiva. Lo abbraccio e gli sono sempre vicino”.

Cambiamento dopo la quarantena – “Penso che quando uno nella quotidianità fa certe cose non pensa a quanto valore abbiano, come ad esempio una semplice camminata al parco. Questo brutto periodo probabilmente ci farà capire quanto le cose semplici della quotidianità sono invece belle ed importanti”.

Allenamenti con la compagna – “Noi ringraziamo di essere così dalla mattina alla sera, iperattivi. Non siamo persone da divano e film, ci piace allenarci.  Allegra è una ragazza super sportiva, che anche durante l’anno si allena faticosamente ma lo fa con il sorriso.Avere una spalla con questo spirito atletico dentro casa è molto piacevole”.

Giornata – “Io e Allegra ci alleniamo, poi ci divertiamo con nostro figlio Raul. Andiamo in balcone per fargli respirare aria diversa, pitturiamo, giorno dopo giorno di inventiamo cose nuove”.

Biraghi chiede se ti taglierai i capelli dopo la quarantena – “Beh guarda, quando in riunione mi presento pettinato il mister mi massacra sempre (ride, ndr). Quindi è una cosa che valuterò sicuramente”.

Gol più bello – “A me viene in mente il mio primo gol, nel derby di tre anni e mezzo fa. Fu un gol bellissimo, sotto la mia curva, per il momentaneo pareggio. Purtroppo poi non vincemmo, quindi non servì per la vittoria me è un gol che ricordo con amore”.

Prima partita – “L’esordio lo feci da minorenne ad Empoli, con la Ternana. Facevo parte degli allievi nazionali, il nostro mister, Claudio Tobia, andò ad allenare in prima squadra per qualche partita, e mi fece esordire al Castellani di Empoli”.

Nostalgia del calcio – “Tantissimo, mi manca l’allenamento, scherzare con il gruppo, giocare la domenica, i tifosi. Penso che giocare in uno stadio dia emozioni uniche”.

Calciatore preferito – “Io rispondo sempre che non ho mai avuto un vero e proprio pupillo. Mi è sempre piaciuto il giocatore col ’10’ sulle spalle per la sua eleganza, senza fare un nome preciso. Non ho mai avuto il classico poster in camera”.

Rasare la barba – “È una scelta che presi al mare, provai a tagliarla dato che ce l’avevo da 10 anni. Poi, naturalmente con il consenso della mia compagna Allegra, che è importantissimo, continuai così perché mi piaceva”.

Lampadario – “Se l’ho riparato? Io sapevo che sarebbe accaduto, per fortuna è andata bene e quando tutto sarà tornato nella normalità sistemeremo per bene tutto”.

Più grande emozione all’Inter – “Ne ho avute tante e spero di averne altre, soprattutto alzando qualche trofeo essendo decisivo e partecipe. L’emozione di giocare a San Siro con lo stadio pieno è sempre la più bella, un qualcosa di grandissimo”.

Candreva e gli aneddoti sull’Inter

Riti prima della partite – “No, non sono scaramantico e non ho nessun tipo di rito da rivelare. Magari posso dire che allaccio la scarpa sinistra prima di quella destra, ecco”.

Gol contro il Lecce – “Tornando al discorso sulle emozioni, quando fai un gol del genere davanti al tuo pubblico dopo un anno in cantina è stata una liberazione. Ero felice, un’emozione unica dopo un anno di sofferenza”.

Partite – “Cosa mi piace di più in campo? Vincere. Tornare a casa con i tre punti, magari giocando bene, magari in trasferta. La vittoria ti fa allenare bene durante la settimana, ti alza l’umore. Sicuramente quello”.

Numero 87 – “È semplice, è la mia data di nascita. L’ho sempre avuta da quando arrivai alla Lazio.

Aspettative – “Per ora mi sento bene, ho ancora voglia di giocare e mettermi in discussione. Mi sento bene e finché avrò questo entusiasmo mi aspetto ancora tanto. Sono pieno di energie”.

Canzone preferita – “‘Ragazzo Fortunato’ di Jovanotti. Però non la canto, vi risparmio una prestazione orribile (ride, ndr)”.

Conte – “Il mister è uno di poche parole ma che entrano subito dentro. Non mi disse tanto quando ci ritrovammo, anche perché mi conosce già. Mi ha saputo dimostrare con lo sguardo e con i fatti ciò che pensava. Conoscendolo lui applica solo una cosa: il lavoro. Quello, unito all’umiltà, sono le sue componenti più significative. È stato il mister più importante che ho avuto in carriera, penso che sia il numero uno. Parlerò solo bene di lui”.

Piatto preferito – “La buona vecchia amatriciana! Ultimamente però stiamo rispettando la dieta, quindi non l’ho mangiata. Solo la domenica abbiamo il pasto libero, e quindi solitamente mangio la pizza integrale. Non possiamo sbagliare niente, altrimenti succede un casino!”.

Periodo migliore in carriera – “Per continuità e leadership penso alla Lazio, fu un percorso determinante per la mia carriera. Mi diede la possibilità di approdare in una squadra top come l’Inter, quindi devo dare tanto a quella società”.

Compagno più simpatico – “Ce ne sono tanti: Brozo è un bel simpaticone, però siamo tutti giovani e pronti alla battuta e allo scherzo. Siamo un bel gruppo, dentro lo spogliatoio ci ammazziamo dal ridere“.

Brozovic biondo – “Sta bene, poi biondo col pizzetto nero gli sta bene, gli ho fatto i complimenti”.

Ruolo preferito – “Io sono nato trequartista e mi è sempre piaciuta questa libertà di movimento. Quando si cresce però ci sono tante cose da rispettare. Come ho detto in settimana l’esterno è quello che mi ha dato la possibilità di essere un giocatore che ha avuto la continuità necessaria per restare al top in questi 10 anni. Quest’anno poi mi piace tantissimo attaccare e difendere nello stesso modo nel 3-5-2″.

Maglia dell’Inter – “Far parte di questa grandissima famiglia e rappresentare questa maglia ti riempie d’orgoglio. Sono onorato di indossarla e rispettarla ogni volta che scendo in campo”.

Primo gol col Borussia Dortmund – “Fu bellissimo, con uno stadio caldissimo e pienissimo. Chiudere la partita contro una squadra forte è sempre bello, rimane poi il rammarico per non aver passato il turno”.

Abilità calcistiche della moglie – “In queste settimane in casa ho scoperto un’Allegra di qualità, dopo gli allenamenti di solito prendiamo il pallone e cominciamo a palleggiare. Si è dimostrata una grandissima palleggiatrice”.

Fare l’allenatore – “Mi piacerebbe farlo, perché è un ruolo che mi affascina. Però non saprei dire se sono pronto e portato (ride, ndr). Quando arriverà il momento di smettere sarà tutto diverso, e l’allenatore è uno dei ruoli più difficili, dovendo capire e gestire 25 persone con caratteri diversi. L’allenatore deve essere un po’ papà e un po’ psicologo, però mi piacerebbe”.

Messaggio ai tifosi – “Dico solo di avere pazienza, sperando che le cose si sistemino per tutti. Speriamo che si ritorni al più presto ad abbracciarci, non solo per il calcio”.

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