2 Aprile 2020

A tutto Zanetti: “Difficile pensare ad una ripresa della Serie A. Lautaro? È felice, mi auguro che rimanga a lungo”

Il vicepresidente nerazzurro è stato ospite di Sky nell'appuntamento pomeridiano #CasaSkySport

Dopo Esteban Cambiasso e Diego Milito, che hanno rievocato dei nostalgici ricordi del 2010 e del Triplete a tutti i tifosi dell’Inter, oggi è stato il turno di Javier Zanetti. L’attuale vicepresidente nerazzurro, infatti, è stato ospite a Sky nel consueto appuntamento pomeridiano chiamato #CasaSkySport, così come i suoi due ex compagni negli scorsi giorni. Ecco l’intervista di Zanetti, tra il passato all’Inter ed i temi più caldi del momento.

Quarantena – «È una situazione molto difficile e drammatica in tutto il mondo. Il Coronavirus sta colpendo tante popolazioni e non dobbiamo sottovalutarla. C’è grande preoccupazione, noi per primi, con anche la proprietà cinese, ci siamo resi conto subito che si trattava di una cosa molto grave. Purtroppo dopo è arrivata in Italia nel modo in cui stiamo vedendo, portando tanti morti e tante persone che lottano per sopravvivere. Sinceramente oggi pensare alla ripresa del campionato è molto difficile. In questo momento dobbiamo restare a casa, per far sì che questo virus si possa fermare, e dopo si parla di un rientro in maniera graduale. Per questo è molto difficile pensare alla ripresa del campionato. Si tratta della salute di tutti, serviranno scelte ponderate, non c’è un interruttore che riaccende la normalità di prima. Anche perché bisognerà anche capire l’aspetto psicologico dei calciatori, io percepisco grande preoccupazione anche in loro. Io sono a casa, i miei figli frequentano la scuola online e io resto in contatto con tutti da qui».

Campionato cancellato in Belgio – «È comprensibile perché nessuno può prevedere quello che accadrà. Noi fino al 13 aprile saremo in casa, poi speriamo che tutto migliori. Ci può essere un ripensamento generale nel calcio, che si può rendere più sostenibile. Stiamo capendo tante cose da questo brutto periodo».

Playoff per lo Scudetto – «Trovare una formula è complicato in questo momento, a differenza, ad esempio, della Coppa Italia e delle coppe internazionali. Prima però bisogna vedere quando la situazione si sistema, e poi bisogna anche stare attenti a non compromettere la prossima stagione. Non è semplice prendere una decisione, perché sul tavolo vanno messe tutte le carte in gioco».

Partita e allenatori più impressi – «Io ricordo la mia prima partita all’Inter, per quello che significava per me. Era la prima volta che giocavo a San Siro, davanti alla mia famiglia, fu un’emozione unica. Oppure anche la finale di Coppa UEFA, dove feci gol e vinsi il primo trofeo con la maglia nerazzurra. Tra gli allenatori, invece, per quello che abbiamo fatto direi Simoni prima e Mourinho poi».

Finale di Madrid – «Fu un momento di grande emozione, a me piace ricordare il percorso che abbiamo fatto per arrivarci. A Kiev, ad esempio, eravamo quasi eliminati ma riuscimmo a rimontare una partita fondamentale per poterci giocare la qualificazione in casa. La partita soffertissima a Barcellona fu un’altra, dopo la vittoria all’andata: quando la guardo soffro ancora, fu una partita che non finiva mai! La notte di Madrid fu il coronamento di un sogno inseguito per moltissimo tempo, e per me, avendo 37 anni, era l’ultima opportunità per alzare questo trofeo. Mi è capitata nel momento più felice della mia vita, calcisticamente parlando, perché con quella gara feci 700 presenze con l’Inter».

Avversario più forte – «Ho affrontato tanti grandi campioni: dovendone dire uno direi Messi, nelle due semifinali di Champions League. Però ricordo anche una partita, contro la Juventus, dove Simoni mi disse di marcare a uomo Zidane. Togliergli la palla era difficilissimo, fu una partita di grandissima concentrazione per tutti i 90 minuti. Poi andò bene, vincemmo 1-0, però fu una partita significativa per me».

Interismo – «Per me l’Inter è stata la cosa nella quale mi sono sentito subito identificato. Trasmetteva un senso di famiglia, l’Inter cade ma ha la forza per rialzarsi sempre, è resiliente. Fa parte del nostro DNA, viviamo in questo modo. È anche responsabilità sociale, da sempre impegnata nell’aiuto di tutti. Sono tutti valori che abbiamo e che per noi è molto importante poterli trasmettere».

Inter, Zanetti sul futuro di Lautaro Martinez

Permanenza di Lautaro all’Inter – «A me fa un enorme piacere parlare di Lautaro, perché quando lo abbiamo preso dall’Argentina lo seguivamo da tempo. Era il giocatore più promettente in quel momento lì, e parlando con Diego Milito dicevamo entrambi che avrebbe avuto un futuro importante. Oggi fa parte del patrimonio del nostro club, è cresciuto tantissimo ed è un punto fermo della Nazionale, pur avendo solo 22 anni. Vedendolo allenare tutte le settimane lo vedo felice con noi, quindi mi auguro che resti a lungo. Insieme ad altri ragazzi che sono cresciuti tantissimo rappresenta un patrimonio importante per il nostro club».

Più forte tra Henry, Bale, CR7 e Messi – «Tutti (ride, ndr)! Stiamo parlando di grandissimi campioni. Io ricordo una partita contro l’Arsenal dove ci fu un 1 vs 1 contro Henry. Non riuscii a contrastarlo, era un giocatore difficile da marcare».

Ronaldo il compagno più forte – «Ronaldo aveva una grande classe ed una grandissima qualità. Io ho avuto anche la fortuna di giocare con Messi in Nazionale, quindi direi entrambi a pari merito».

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