6 Settembre 2019

Lukaku si rivela: “Amo esplorare nuove culture. Sono un DJ ma…”

Il centravanti belga ha parlato ai microfoni del magazine musicale Rolling Stone

Intervistato ai microfoni di Rolling Stone, Romelu Lukaku, centravanti dell‘Inter, ha spiegato i motivi del suo arrivo: “La società nerazzurra era la squadra per cui volevo giocare in Italia e la presenza di Conte è stato un motivo in più per il mio arrivo. E’ stata anche una buona scelta dal punto di vista familiare, visto che mio fratello si trova qui. Credo sia bello vivere in Italia e a me piace molto esplorare nuove culture, per questo sono molto felice”.

Sulla sua infanzia e le sue origini: “Sono molto fiero delle mie origini, del posto da cui vengo. A casa con mia mamma parlo la lingua dei miei genitori, il lingala, e a volte anche con mio figlio. Per me è molto importante tenere vive le mie radici, non dimenticare da dove arrivo. Ricordo mia mamma davanti al frigorifero e il suo sguardo: stava mischiando l’acqua con il latte. Non eravamo poveri, eravamo al verde.Se dovessi dire una personalità storica che mi sarebbe piaciuto incontrare è sicuramente Nelson Mandela, per via della sua storia, della lotta all’Apartheid. Per quanto riguarda il mio Paese d’origine, invece, direi Patrice Lumumba, che è stato assassinato, e che avrei tanto voluto conoscere. Vorrei sapere tutto su di lui, su quello per cui ha combattuto”.

Sullo slogan “Not For Everyone”: “E’ perfetto per il club, vista l’estrema fedeltà dei tifosi nerazzurri, non una cosa da tutti. E’ una passione che si tramanda di generazione in generazione, ed è belissimo fare parte di tutto questo”.

Sugli episodi di razzismo nel calcio italiano, in ultima battuta, quelli a Cagliari nei suoi confronti: “Il lancio del club della campagna BUU credo sia stata una grande iniziativa e, se volessero il mio contributo, sono pronto a dare una mano. Ora però penso al rettangolo verde ed alla vittoria con i miei compagni. Non penso che un giocatore debba lasciare il campo, ma deve avere una forte presa di posizione. E’ una questione che va affrontata, come abbiamo potuto notare anche in Inghilterra, è fondamentale accogliere i nuovi giocatori al meglio ed apprezzare ciò che portano. Sin da quando ho firmato per l’Inter, c’era davvero tanta gente eccitata dall’idea del mio arrivo. Mi contattavano, mi mandavano messaggi diretti su Instagram, quando sono arrivato a Milano per la prima volta da Bruxelles c’era un sacco di gente che era lì per me. Da subito mi hanno incoraggiato, hanno gridato il mio nome. Con quel gesto volevo semplicemente ringraziarli per il supporto che mi hanno dato da quando sono qua.”.

Sulla sua passione per la musica: “Sono un dj, ma è un’attività che faccio per divertimento. A Manchester avevo un mio set, ma ora, stando in un appartamento, non so se sarà possibile. Da mio fratello ho un mio set un po’ più piccolo, magari potrei provare a portarlo. Mi piace molto mixare, per me i beat sono tutto”.

 

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