3 Febbraio 2015

Inter, mai così male dal ’46-’47. Mancini non ha l’antidoto, troppi rebus da risolvere

Che l’Inter non stia attraversando la sua miglior stagione è sotto gli occhi di tutti. Ma, purtroppo, è vicina ad essere la peggiore dal 1908, anno di fondazione del club nerazzurro. La Gazzetta dello Sport fa il punto sulla situazione interista, parlando di punti, bilancio vittorie-sconfitte e gioco, cosa che al momento all’Inter di Roberto Mancini manca. Colpa dei giocatori sbagliati? Probabile? Colpa dell’allenatore? Anche. Non si può escludere nessuno al momento. “Mai l’Inter ha avuto un distacco così ampio dalla prima (-24) e così pochi punti fatti (26) nell’era dei 3 punti a vittoria. Sono il frutto di 7 sconfitte ? peggio solo 4 volte: 9 nel 1946-47, 8 nel 1930-31, 1955-56 e 1957-58 ? e appena 6 vittorie (peggio solo nel 1941-42 e 1946-47: 6 successi). Il 13° posto è un altro abisso: i nerazzurri hanno fatto peggio solo nel 1946-47, quando erano 14esimi“. La situazione è già critica così, ma non basta: oltre ai punti, mancano le idee in mezzo al campo. Frutto, probabilmente, di un modulo sbagliato, dato che Mancini ha voluto fare affidamento al suo tanto caro 4-2-3-1 ma, evidentemente, gli uomini non sono adatti per giocare con questo modulo. Un caso lo porta Fredy Guarin: “L’esperimento di Guarin davanti alla difesa è riuscito un tempo e un po’ contro il Genoa e poi l’anarchia e l’incostanza del colombiano hanno sempre avuto il sopravvento. È stata una bella illusione, vederlo utile lì. Ma lì, Guarin non va. E non può starci, perché con l’incostanza che propone mette in difficoltà una difesa già debole“. Un altro problema risponde al nome di Mateo Kovacic, il presunto crack di questa squadra che fatica ad imporsi: (Parlando ancora della posizione occupata di Guarin) “Tanto valeva metterci Hernanes, con Medel, ma non Kovacic che non ha lo spessore per stare lì. Mateo che – però – non sa ancora galleggiare fra le linee come un vero trequartista, e anche qui la scolarizzazione non procede“. Ma quindi dove sta il punto di svolta? Al momento, sembra non esserci. Nemmeno in quel reparto offensivo ampiamente rinforzato con gli arrivi di Shaqiri e Podolski. E proprio quest’ultimo al momento è un grattacapo non facile da risolvere per il Mancio: “Pochi lampi, pochi sprazzi, pesantissimo e con rari e lenti rientri: non è lui, e aver insistito su un giocatore sì stravoluto ma palesemente non scattante nei 3 dietro al centravanti è un?aggravante“. Poi Icardi: l’unico, vero numero 9 nerazzurro è un problema per il 4-2-3-1: Mancini lì vuole un attaccante che “faccia reparto da solo“, arretri ad aiutare in difesa, protegga il pallone e faccia sponde. Tutte cose che, al momento, Icardi non fa. E’ vero, è un rapace d’area, ma non è ciò che vuole da lui il tecnico jesino. E il gioco, tranne un tempo contro il Genoa, non c’è ancora: quell’Inter che cercava di rimontare (vedi secondo tempo con la Juvenus) è stata una mera apparizione. Ora l’Inter cattiva non c’è, ed a tratti sembra di vedere la squadra allenata da Mazzarri. Ma ora gli uomini per un riscatto ci sono, sta a Mancini utilizzarli a dovere.

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