19 Ottobre 2018

Mazzola (GdS): “Negli anni 60 Milano dominò con Inter e Milan. Angelo Moratti? Lasciò perché era in pericolo!”

Il racconto del Baffo sui suoi derby

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il celebre ex attaccante dell’Inter e dell’Italia Sandro Mazzola ha parlato del derby di domenica tra Inter e Milan, ricordando aneddoti e partite vissute da protagonista sul campo con la maglia nerazzurra. Ecco le parole del Baffo alla Rosea:

IL RE DI MILANO – Bhe, se si parla degli anni 60 devo comunque dividere i meriti con tutti gli altri membri della Grande Inter formata da Angelo Moratti. Era una squadra incredibile, una famiglia che ha scritto pagine di storia eclatanti. La vita mi tolse papà, ma poi fu generosa con me. Fui davvero fortunato e non ho problemi ad ammetterlo. Una volta Rivera in Nazionale mi chiesi quanto prendevo, poi andò su tutte le furie. Menomale che non gli dissi dei premi bonus, che erano più alti dello stipendio fisso…Ho vissuto la mia carriera con una società stimolante che ogni giorno ti fa capire la voglia di vincere trofei”.

INTER A CONFRONTO – “Quella del 2010 si dice che vinse il Triplete, ma in realtà poi calò il poker. A noi della Grande Inter manca invece la Coppa Italia: quella stagione perdemmo contro la Juventus in finale, 1-0 gol di Menichelli. C’è da dire che per Angelo Moratti quel trofeo valeva poco e lo capimmo dai premi ben più bassi rispetto a quelli legati alla vittoria di campionato e Coppa Campioni…”

LIBERTÀ – “Potevamo andare in giro tranquilli, non esisteva l’esercito dei selfie. Mi è capitato più volte di mangiare all’aperto con Rivera, ma la gente non ci assediava. Ci vedeva, salutava e sorrideva, ma non invadeva il nostro spazio. Le gente era educata. Non ricordo nemmeno un coro becero: la gente allo stadio ci era addosso, sentivamo tutto. Nemmeno nei derby sentii una volgarità. Una volta Rivera mi stese tra lo stupore generale del pubblico, poi lui mi chiese timidamente scusa. Finiva tutto lì”.

MILANO NEI ’60 – “Era una città frenetica, voleva tenere testa alle altre capitali europee con la sua voglia di fare. Se non vinceva l’Inter di Herrera, vinceva il Milan di Rocco. Il dominio era pressoché totale ed i titoli sono lì a dimostrarlo. Noi frequentavamo zone chic come Brera, i pandori Motta li mangiavano i cugini! Poi arrivarono gli anni di piombo: gli hippye predicavano pace ed io mi schierai con loro, pur non frequentandoli. Ricordo che nel 72 arrivammo in finale di Coppa Campioni e perdemmo con l’Ajax: al ritorno a Milano la Polizia ci scortò sul pullman ed anche all’interno. Sono convinto che Angelo Moratti lasciò proprio per quello: stare sotto i riflettori era un pericolo”.

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