20 Marzo 2020

TS – Parla Bordon, storico portiere nerazzurro: “Mi rivedo in Handanovic”

Bordon è stato l'estremo difensore dell'Inter nella stagione dello Scudetto '79/'80

Vincere uno Scudetto con una compagine rappresentata da soli italiani, nel calcio moderno, è un’impresa non indifferente. Ad una storica formazione nerazzurra del passato, però, quest’impresa è riuscita: è l’Inter dei sogni ’79/’80, che tra un Lele Oriali ed un Beppe Baresi poteva contare anche su Ivano Bordon, storico portiere della Beneamata.

Bordon, secondo all-time in presenze con la maglia nerazzurra (dietro solo a Walter Zenga), è protagonista di un’intervista nell’edizione odierna di Tuttosport. Si è parlato di passato, presente (soffermandosi su Samir Handanovic) e futuro, con Musso e Radu in pole position per sostituire lo sloveno negli anni a venire: ecco le parole di Ivano Bordon.

Il passato

Riguardo alla magica annata dello Scudetto, Bordon ha solamente lieti ricordi: “Quella stagione fu una cavalcata trionfale, cominciata già alla prima giornata con un 2-0 in casa col Pescara. Siamo stati in testa da soli dalla quarta giornata fino all’ultima. Per me fu il secondo scudetto perché ebbi la fortuna di esordire in prima squadra nella stagione ’70-71, l’annata del precedente titolo dell’Inter. Il segreto era il gruppo. Eravamo molto uniti, tant’è vero che ancora oggi noi che abitiamo in Lombardia ci incontriamo una volta ogni due/tre mesi per ricordare i bei tempi: abbiamo una chat di gruppo che si chiama “Ex Inter”, per organizzarci”.

E ancora, riguardo alla consapevolezza maturata nel corso di quella cavalcata: “Penso che in noi fosse cresciuta la consapevolezza di poter competere per lo scudetto già la stagione precedente, quando arrivammo quarti. Ricordo il 2-2 nel derby di ritorno, eravamo in vantaggio 2-0 e se avessimo vinto saremmo andati vicini al Milan, primo. Purtroppo arrivò la doppietta di De Vecchi nei minuti finali. Fu un passo falso, ma lì capimmo di avere la forza per vincere lo scudetto. E con De Vecchi mi presi una piccola rivincita qualche anno dopo quando gli parai un rigore, lui però giocava nell’Ascoli.

Infine, i record. Unica squadra interamente italiana e trionfare e record d’imbattibilità per un portiere nerazzurro: “Un motivo di vanto, un vero orgoglio. Rimarremo per sempre l’ultima squadra composta da tutti giocatori italiani a vincere uno scudetto, una squadra con sette, otto ragazzi cresciuti nel settore giovanile dell’Inter. Spero che Handanovic riesca presto a superare il mio record, significherebbe che la squadra sta andando bene e compete per lo scudetto. Credo manchi poco, un paio di rinforzi, per raggiungere il livello della Juventus.

Il presente

A proposito di Handanovic, Bordon è un suo grande estimatore: “Da anni ha un rendimento altissimo e credo proprio che mi supererà nella classifica delle presenze in nerazzurro (primo Zenga a 473, poi Bordon a 382; Handanovic ne ha 324). A differenza mia e di Zenga, Handanovic non ha però ancora vinto nulla, quindi gli auguro di aggiungere presto dei trofei alla sua bacheca. Credo che Handanovic mi assomigli molto. È tranquillo, non si agita, è un portiere che non fa cose fuori dal normale per emergere. Para, e questo conta. E poi è uno di poche parole come il sottoscritto”.

In più, lo sloveno è in costante miglioramento: “Si può sempre migliorare. Penso che nel suo caso, al di là dell’applicazione, molto sia dipeso anche dalla fascia di capitano che ora indossa al braccio. La responsabilità ha aumentato in lui il senso di dovere verso club e compagni, dandogli una maggiore tranquillità”.

Il futuro

Il futuro della porta nerazzurra, invece, potrebbe essere legato a Musso e Radu: “Io sono della vecchia scuola e per me il portiere titolare deve essere uno e basta. Il portiere è un ruolo particolare, la questione mentale è importantissima, il turnover può distogliere attenzione. Detto questo, sono cambiati i tempi e i regolamenti, oggi il portiere può rischiare di essere espulso o infortunarsi, quindi posso capire che una società voglia cautelarsi con un secondo di alto livello”.

Il presente ed il futuro delle porte nerazzurre a San Siro sono al sicuro: parola di un esperto, Ivano Bordon.

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