3 Aprile 2020

Uva (vicepres. Uefa): “Prima la salute! Campionati e coppe, così proveremo a ripartire”

Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport il vicepresidente Uefa Uva fa il punto sui temi più caldi che generano tanto dibattito nelle ultime settimane

Michele Uva, vicepresidente Uefa, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport ha rilasciato una lunga intervista per spiegare gli scenari, le ipotesi, i tavoli di lavoro al centro delle discussioni per la ripresa di campionati e coppe che stanno creando tanto dibattito.

Ecco le sue parole: “Mi lasci prima fare una premessa fondamentale, che vale per tutte le risposte che seguiranno: ogni decisione che verrà presa avrà come principio base e inderogabile la salute pubblica. È la nostra stella polare. I nostri ruoli ci impongono di presentare scenari e piani di ripresa e ripartenza, ma il pensiero comune va a chi soffre, ai medici, a chi sta combattendo contro il coronavirus”.

Obiettivo ripartire: “L’Uefa è formata da 55 federazioni e deve tener conto di tutte le disomogeneità da un punto di vista sportivo e sanitario rispetto all’impatto del coronavirus. Per capirsi, la situazione in Italia o in Spagna è diversa da quella in Svezia o in Norvegia. Gli approcci davanti al problema sono differenti. Per questo siamo particolarmente soddisfatti di essere riusciti a trovare un percorso condiviso con 55 Federazioni, con l’Eca che rappresenta 280 club che partecipano alle Coppe, le European Leagues e i giocatori. Essere riusciti a mettere d’accordo tutte le componenti e avere l’unanimità sulle decisioni prese è un enorme risultato politico. L’Uefa ha fatto ciò che non è riuscito all’Unione Europea con gli stati membri”.

La linea guida della Uefa:C’è un tavolo permanente per aiutare federazioni, leghe e club a riprendere e terminare i campionati inserendo nel mezzo i turni delle coppe europee”.

La ripresa dei campionati:Ripartire tutti insieme? Non necessariamente, perché alcuni tornei, come la Serie A, hanno più partite da giocare di altri. E comunque la scelta di quando riprendere allenamenti o campionati non spetta all’Uefa, ma è demandata ai governi nazionali in base alle disposizioni sulla salute pubblica e poi a federazioni e leghe. Nelle linee guida dell’Uefa non c’è quando o se riprendere un campionato”.

Se un campionato non dovesse ripartire, cosa accadrebbe alla squadra impegnata in coppa? Dipende: se il campionato non si gioca per decreto governativo è un conto. Se invece c’è la possibilità di allenarsi e giocare ma il campionato è stato sospeso, un club può partecipare alle coppe. Possibile sanzione? Non abbiamo pensato a questo. La volontà di federazioni e leghe è di riprendere a giocare. Stiamo ragionando su questa volontà comune e non sulle eventuali eccezioni”.

Data limite:Il 30 giugno è la data che segna la fine della stagione sportiva, della chiusura dei bilanci e dei vincoli contrattuali dei giocatori. Per prolungare il termine di chiusura dei bilanci servirà un decreto legge per superare il vincolo civilistico. Per i contratti dei giocatori invece serve una disposizione della Fifa, ma c’è disponibilità a farla”.

Ferie e ritiro estivo: “Possono esserci slittamenti in avanti. Si rivedranno i calendari. Ci sarà uno slot per le nazionali a settembre, ottobre e novembre e l’eventuale partenza dei gironi delle coppe ad ottobre”.

Licenze Uefa e Fair Play Finanziario:Ci sarà una data ultima e compatibile per tutte le Federazioni per presentare l’elenco dei partecipanti alle coppe europee. Il FFP ha portato il sistema da una perdita di 1,7 miliardi a un utile di 141 milioni in soli 8 anni. Non poteva essere cancellato, ma bisognava tener conto delle problematiche create dal coronavirus e quindi adeguare transitoriamente le norme, non richiedendo il budget 2020-21 fra i documenti necessari. Il pareggio di bilancio e il pagamento dei debiti scaduti restano invece in vigore”.

Partite a porte chiuse: “Porte aperte e porte chiuse sono scelte dei governi nazionali. Proprio come accadde per Atalanta-Valencia e Liverpool-Atletico Madrid, partite che hanno creato polemiche. La speranza di tutti è tornare per gradi alla normalità. Nei momenti difficili come questo bisogna trovare unità e fiducia, mostrando responsabilità e credibilità. Questi sono i pilastri sui quali stiamo costruendo il futuro del calcio”.

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