28 Dicembre 2018

Vecchioni: “Insulti a Koulibaly meschini. Icardi avrebbe dovuto fermare la gara da capitano dell’Inter”

Le parole dell'artista italiano a riguardo di quanto successo mercoledì sera

Il cantautore italiano Roberto Vecchioni è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport. L’oggetto del discorso è stata la partita tra Inter e Napoli principalmente, partita alla quale l’artista ha partecipato dal vivo dagli spalti di San Siro. Subito la prima manifestazione di dissenso: “C’era un tale caos che non si sentiva nulla, non ho sentito i buu, poi ha parlato lo speaker e ho capito. Mi si è girato qualcosa dentro. Più delusione o più rabbia? In fondo sono parole molto vicine”.

MILANO – “Milano ha un’anima, uno spirito suo, ed è così da sempre. Non mette in mostra le sue grazie, però finalmente anche l’Europa e il mondo hanno scoperto quanto è bella, di una bellezza modesta, nascosta. Milano è la borghesia, è il coraggio degli operai: dentro c’è tutto. E’ l’unica vera polis italiana, è una città stato e come in tutti gli stati c’è qualcosa che non va. Serpeggiano la mafia, la ndrangheta, quindi anche la violenza. E poi ci sono i frustrati, quelli che esternano le loro frustrazioni in questi modi. A loro della partita non importa niente e probabilmente neppure del colore della pelle di Koulibaly. Insultano lui perché è bravo. Questi comportamenti sono sintomo di paura sportiva e di invidia. Una cosa molto meschina”.

SOLUZIONI – «C’è un sistema solo, un gesto che probabilmente soltanto l’Inter avrebbe potuto fare vista la sua anima e la sua storia. Perché cambiano le squadre, ma gli interisti sono buoni. Avrei voluto che l’Inter fermasse la partita. Icardi avrebbe dovuto parlare con l’arbitro e dire “Noi ce ne andiamo”. Non spettava al Napoli chiederlo, ma all’Inter. È un gesto che tutto il mondo avrebbe visto. Un gesto unico,che varrebbe 30 scudetti, altro che parlare di campionati e coppe”.

IL CALCIO IN ITALIA – “Non è così tanto marcio. Il calcio non è il volley, è come l’automobilismo, forse il tennis. Il calcio produce affari, è il mondo moderno che ci ha portato a questo. Nessuno può pensare di rivoltarlo, io non ci penso più anche se mi ritengo da sempre di sinistra e democratico. Il calcio è come altre espressioni del mondo nel quale viviamo, possiamo soltanto mettere degli argini per non farlo straripare. Dobbiamo vederlo in questo modo”.

L’ACCADUTO – “Sarà un danno, perché le altre città non vedono l’ora che Milano cada, che faccia un passo falso, per poter dire “Vedi, siamo tutti un po’ così”. Invece non è vero. Noi non siamo così. Non siamo tutti così. La guerriglia prima della gara? Non trovo le parole, è più che vergognoso. Dovremmo ricordare questi fatti sempre, con il silenzio, ogni anno. E spero che tutto quello che è successo non offuschi l’immagine di questa città. Che ha preso una bella sberla, questo sì”.

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