3 Dicembre 2019

Veron esalta Lautaro: “Un mix di Aguero, Batistuta e Crespo. E i meriti sono anche di Conte”

La Brujita, nell'estate 2018, era stato profetico: "Il Toro è destinato e diventare un campione"

Fu profetico, nell’estate del 2018, Juan Sebastian Veron. La Brujita, infatti, un anno e mezzo fa si sbilanciò non poco sul conto di Lautaro Martinez, al tempo arrivato da pochi giorni in casa nerazzurra: “Se il Toro avrà un buon impatto con l’ambiente italiano e se il cambiamento di Paese non lo sconvolgerà troppo, è destinato a diventare un campione. Lo conosco bene, l’ho seguito per un lungo periodo e posso dire che ha le qualità per sfondare. L’importante è che l’Inter, con lui, non abbia fretta”, disse Veron.

Ora che Lautaro è diventato uno dei leader assoluti della squadra, l’ex centrocampista di Inter e Lazio è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport per parlare ancora del Toro. Ecco le sue parole.

Che cosa colpisce di lui – “La personalità, nonostante abbia soltanto ventidue anni. E poi il fatto che unisce qualità e quantità: guardate bene le sue prestazioni e scoprirete che Lautaro fa tante cose, e quasi tutte buone”.

Tipo di attaccante – “Sicuramente non è un classico centravanti come Batistuta, ma è un attaccante completo. Ha tutte le qualità che servono. Tecnicamente è forte, di testa è bravo, ha velocità”.

Paragone – “Praticamente impossibile, perché Lautaro è un mix. Mi spiego: in lui rivedo certi movimenti di Aguero, soprattutto quando la squadra avanza e lui si smarca per dettare il passagio; ha la potenza di Batistuta, quando calcia, e la stessa furbizia di Crespo in area. Sa mettersi sempre al posto giusto nel momento giusto”.

Meriti di Conte – “L’allenatore è sempre fondamentale nella crescita di un talento. Conte gli ha dato fiducia, lo ha fatto sentire importante, lo ha seguito nel lavoro, gli ha trovato la posizione in campo. Se oggi Lautaro è diventato così forte, buona parte di merito va riconosciuta a Conte. Non ti esprimi in quel modo, con tanta sicurezza, in uno stadio come San Siro se non hai alle spalle chi ti protegge. Quanti potenziali campioncini abbiamo visto svanire alle prime difficoltà…”.

Modo di giocare – “È diventato più maturo. Il campionato italiano, per un calciatore, è l’università del calcio. Lo so che ci sono tornei forse più divertenti, dove si vedono più gol, ma vi garantisco che per noi calciatori, anzi io sono ormai un ex, la Serie A è considerata lo scoglio più difficile da superare. È un campionato dove trionfa la tattica, dove si gioca in spazi ristretti e lì deve emergere la tecnica. Lautaro è stato bravo a imparare la lezione e ad aggiungere le sue doti sudamericane al bagaglio di nozioni che ha ricevuto durante gli allenamenti e le partite con l’Inter”.

Titolare con l’Argentina – “Non è pronto, è prontissimo. È abituato alle pressioni che ti mette un ambiente come quello dell’Inter, non si spaventerà di fronte ai tifosi della Selecciòn. Le competizioni internazionali, ormai, sono il suo palcoscenico”.

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