15 Marzo 2015

PREPARATI AL MATCH – Tutto su Inter-Cesena

La 27^ giornata di Serie A i propone incroci interessanti tra squadre in lotta per la qualificazione alle coppe europee. La Roma ospiterà la Sampdoria, la Fiorentina il Milan e la Lazio andrà a far visita al Torino: una serie di scontri diretti che potranno fare il gioco dell’Inter, impegnata in casa contro un Cesena battagliero e non intenzionato a mollare nella lotta per non retrocedere. L’Atalanta e il Cagliari hanno pareggiato, mentre il Chievo, con la vittoria di Marassi, ha compiuto un decisivo passo in avanti verso la salvezza. Ma per inseguire l’obiettivo della riconferma in Europa League l’Inter ha disperatamente bisogno dei tre punti.

LA STORIA – Quella di Inter-Cesena è una storia non tanto recente ma comunque breve: il primo match tra le due compagini risale al 19 maggio del 1974 e terminò 3-1 per i padroni di casa, con un Boninsegna in gran spolvero. In totale sono solo 13 gli incontri disputati a San Siro tra le due squadre, con un bilancio nettamente positivo per i nerazzurri: nove sono i successi interisti e tre i pareggi, a fronte di un unico trionfo per i bianconeri (1975, gol decisivo di Orlandi). L’ultima volta in cui il Cesena è andato a punti a Milano contro l’Inter fu nel 1990, quando un autogol di Bergomi pareggiò la rete di Brehme. L’ultimo Inter-Cesena di campionato risale invece all’aprile di tre anni fa: Ceccarelli portò in vantaggio gli ospiti, ma Obi e Zarate ribaltarono il punteggio in favore dell’undici di Stramaccioni. Un solo precedente in Coppa Italia: il 9 settembre del 1998 Zamorano mandò l’Inter al terzo turno della competizione.

IL PRESENTE – In relazione alla sfida di questa sera, la realtà che ci propone questa Serie A è quella di una squadra, l’Inter, ancora in cerca di una precisa identità e di una solidità difensiva che dall’ 1-4 interno con il Cagliari sembra una pura utopia, e di un’altra, il Cesena, che invece col tempo l’identità se l’è inventata. Mimmo Di Carlo, non certo un novellino per la massima serie, è stato bravo a ripartire dalle basi fornite da Bisoli (ad esempio la difesa a 4) e a rendere più quadrata una squadra che inizialmente appariva troppo sbilanciata in avanti: il centrocampo a tre e la fantasia di Brienza hanno fatto il resto. Mancini, invece, sembra avere gli occhi chiusi e le orecchie tappate quando si parla di centrali difensivi: Juan Jesus e Ranocchia giocano insieme ormai da quasi tre anni ma non hanno mai dato l’impressione, tanto con la difesa a tre quanto con quella a quattro, di poter convivere; nonostante ciò, però, Vidic e Andreolli vedono pochissimo il campo. In questo modo i tifosi interisti vedono vanificarsi anche le migliori prestazioni offensive per qualità, intensità e cattiveria.

LE FORMAZIONI – Dopo gli errori che potrebbero costare la qualificazione ai quarti di Europa League, è molto probabile un nuovo utilizzo di Carrizo tra i pali: questa volta, però, la scelta pare abbastanza obbligata, in quanto Handanovic è vittima di una sindrome influenzale. In difesa Mancini conferma D’Ambrosio e Ranocchia ma dovrebbe sostituire lo squalificato Juan Jesus con Andreolli e lo stanco Santon con Dodò; a centrocampo il trio composto da Brozovic, Medel e Guarin farà da sostegno a uno tra Kovacic e Shaqiri; in avanti il tandem Icardi-Podolski, con Palacio a riposo in vista Wolfsburg. Di Carlo deve fare i conti con l’infortunio di Lucchini e per questo, davanti a Leali, schiera Perico, Capelli, Krajnc e Magnusson; a centrocampo dovrebbe esserci l’ex Mudingayi tra Giorgi e Pulzetti; Brienza farà il trequartista alle spalle di Defrel e Djuric.

L’OCCHIO TATTICO – Nel primo tempo del match contro il Wolfsburg abbiamo assistito a una variante tattica interessante: l’annunciato 4-3-1-2 si è trasformato in un 4-3-3 con Shaqiri e Palacio esterni d’attacco ad allargare le maglie della difesa avversaria e permettere l’inserimento centrale delle due mezzali, Hernanes e Guarin. E’ probabile che, contro una squadra che fa molta densità centralmente come il Cesena, Mancini possa riproporre questo schieramento iniziale. La presenza di Dodò in corsia sinistra, può far pensare però a una maggiore attenzione di Brozovic in fase di copertura: quando il terzino brasiliano proverà a essere l’uomo in più in fase offensiva, il croato dovrebbe rimanere nella sua posizione per bilanciare la discesa del compagno. Sarà compito poi di Medel raddoppiare le marcature su Brienza, grande pericolo per gli avversari se viene lasciato troppo libero di agire. Le perplessità maggiori però, riguardano la fase offensiva dell’Inter: Podolski è sempre molto statico e la contemporanea presenza dell’inconcludente trottolino Kovacic non gli farà di certo bene. Per rendere al meglio, poi, Icardi ha bisogno di un movimento incessante da parte di chi lo affianca: riuscirà il campione del mondo tedesco a proporsi negli spazi come Palacio?

di Gianluigi Valente