16 Ottobre 2013

Di Marzio su Thohir: “A Giugno la rivoluzione. Leonardo può tornare e Livaja…”

intervista leonardo

Il noto giornalista di Sky Gianluca Di Marzio non si fa sfuggire l’occasione di provare ad analizzare la nuova gestione Thohir, in particolare sul mercato. Dalle colonne di Tuttomercatoweb il noto esperto di mercato snocciola previsioni e possibili scenari che coinvolgono anche una vecchia conoscenza nerazzurra: “Per l’Inter, intanto, è iniziata la nuova era Thohir. Che non si è ancora presentato agli uomini-mercato nerazzurri, quindi non ci sono già indicazioni o strategie di spesa/budget per il futuro immediato e non. Filtra solo la voglia dell’indonesiano di puntare sui giovani, di ragionare da azienda cercando di guadagnare un 10% annuo tra spese e ricavi, di voler puntare ancora su Ausilio come ds. Con il futuro di Branca tutto da decifrare e l’ombra di Leonardo che inizia a materializzarsi, adesso poi che la squalifica di 14 mesi è stata annullata.” Dici Leonardo e pensi al mercato ed alle sue suggestioni: “Senza nuove comunicazioni, allora, l’Inter guarda a gennaio con l’idea di muoversi per un esterno sinistro, nel caso in cui arrivasse un’offerta per Pereira, in lista di partenza. Visionati Insua e Ansaldi, studiato costantemente Vrsaljko che peraltro è destro ed è un obiettivo per giugno, se Wallace non resterà. Davanti, può tornare subito Livaja, dipende da Belfoldil e dalla possibilità di andare in prestito a giocare con continuità (Sassuolo?)”. Infine si preannuncia una rivoluzione per Giugno, quando tanti contratti andranno in scadenza: “Ma la vera rivoluzione si prospetta per giugno, quando scadranno i contratti di Castellazzi, Samuel, Chivu, Zanetti, Cambiasso e Milito (che sarebbe stato titolare a Torino, in coppia con Palacio, se non si fosse bloccato ancora). Certo, non è escluso che alcuni possano essere rinnovati, ma sarà l’Inter a poter decidere. Anche per quelli di Cambiasso e Milito, che non sono stati poi più allungati e spalmati. Il monte ingaggi era comunque sceso sotto la soglia degli 80 milioni, quindi non ve ne era più l’urgenza”. “