10 Aprile 2020

CHE FINE HA FATTO – Cristiano Zanetti, dallo scudetto sfiorato con Cuper alla Serie B con la Juventus

83° appuntamento con la rubrica settimanale di Passioneinter.com

Campioni, meteore, mancate promesse e tanto altro: la storia dell’Inter è ricca di profili che hanno lasciato la propria impronta o che non son riusciti a realizzare nulla di significativo durante l’esperienza all’ombra del Duomo.
La rubrica “Che fine ha fatto?” di Passioneinter.com rivela qual è stato il destino di chi è riuscito a lasciare la sua traccia e di chi invece è passato inosservato.  Oggi è il turno di Cristiano Zanetti.

L’ARRIVO ALL’INTER – Arrivato all’Inter a 24 anni da fresco vincitore dello scudetto con la Roma solo pochi mesi prima, stagione in cui è stato un elemento prezioso per l’allora tecnico giallorosso Fabio Capello. L’Inter nel destino per il centrocampista italiano: infatti, il calciatore era già stato acquistato dal club nerazzurro giovanissimo nel 1998 grazie ad un’intuizione di Sandro Mazzola, prima di essere girato in prestito al Cagliari e poi ceduto a titolo definitivo alla Roma l’anno successivo, su pressione dello stesso Capello. “Un po’ di rimpianto c’è per aver lasciato la Roma, ma forse vuol dire che l’Inter mi ha voluto più dei giallorossi”, dichiara Zanetti con un pizzico di veleno il giorno della sua presentazione ufficiale da giocatore della Beneamata. In occasione della gara tra giallorossi e nerazzurri, però, i romanisti lo accolgono all’Olimpico con uno striscione eloquente: “La Roma e i suoi tifosi non dimenticano chi ha contribuito al terzo scudetto”, accompagnato da un boato appena lo speaker annuncia il suo nome prima dell’inizio del match.

L’ESPERIENZA NERAZZURRA – L’inizio della sua avventura nell’Inter di Cuper è dei migliori: Cristiano è titolare indiscusso, e alla prima stagione in nerazzurro sfiora il suo secondo scudetto consecutivo in quel maledetto 5 maggio 2002, in cui all’Olimpico l’Inter viene battuta 4-2 dalla Lazio vedendosi superare in classifica non solo dalla Juventus, ma anche dalla Roma, terminando il campionato al terzo posto dopo aver comandato la classifica per buona parte della stagione. “Non piangeva solo Ronaldo, piangevamo un po’ tutti quel giorno. Fu un’annata strana quella”, dichiarerà molti anni dopo il carrarese, ricordando quella sfortunata partita. Pupillo di Cuper, anch’egli stregato dalla sostanza ma anche dalla qualità del suo gioco, proprio come Capello, nell’estate successiva proprio il tecnico argentino si mette di traverso nella trattativa tra Inter e Lazio che avrebbe dovuto portare Alessandro Nesta a Milano e Cristiano Zanetti – fortemente voluto da Roberto Mancini, divenuto allenatore dei romani – in biancoceleste. Stima ricambiata da parte di Zanetti, che al termine della sua prima stagione in nerazzurro tesse le lodi dell’argentino:“Cuper non molla mai, ha saputo creare un grande gruppo e all’Inter in passato non era mai accaduto. Negli anni scorsi, vista da fuori, l’Inter sembrava sempre un gran casino. Sa tenere la giusta tensione prima della partita, parla poco ma è molto chiaro e deciso, è un giusto motivatore e sa coinvolgere anche chi va in panchina. Proprio come Capello”. Negli anni successivi, complici i vari infortuni e gli arrivi alla Pinetina dei vari Cambiasso, Stankovic, Veron, con Mancini sulla panchina nerazzurra trova poco spazio e viene utilizzato maggiormente come opzione a partita in corso. Nel corso della sua ultima stagione nerazzurra, viene coinvolto in un’aggressione da parte di alcuni tifosi nell’aprile del 2006 al rientro a Malpensa dopo la vittoria maturata in quel di Ascoli, dove i supporter nerazzurri hanno ironicamente applaudito la squadra per una “vittoria inutile”. Pochi giorni prima infatti l’Inter aveva perso in Champions League contro il Villareal, e già in quell’occasione c’era stata una contestazione al ritorno a Malpensa. Nel corso della seconda contestazione, Cristiano Zanetti è stato colpito da un tifoso rimediando un’escoriazione alla nuca, ma la motivazione dell’aggressione non è dovuta a fattori di campo (il centrocampista non aveva giocato molto le ultime partite), bensì alla sua decisione di trasferirsi alla Juventus, che avviene pochi mesi dopo.

DOPO L’INTER – Nell’estate del 2006, come già largamente anticipato, Cristiano Zanetti poco prima dello scoppio dello scandalo Calciopoli viene ceduto alla Juventus, che quell’anno finisce in Serie B, lasciando l’Inter dopo 146 partite complessive e 3 reti segnate. Con la retrocessione del club bianconero, sono tanti i giocatori a cambiare maglia durante quella sessione di calciomercato, per questo Zanetti riesce facilmente a conquistare una maglia da titolare contribuendo al ritorno in A della Juve, nonostante qualche infortunio di troppo che gli ha fatto saltare diverse partite. Al ritorno nella massima serie, con Claudio Ranieri sulla panchina del club torinese, Zanetti guadagna la sua fiducia mantenendo ben saldo il posto da titolare. In occasione della sua prima partita da ex contro l’Inter, ai microfoni de La Gazzetta Dello Sport dichiara che lasciare l’Inter per la Juventus è stata una sua decisione. Nell’estate del 2009 lascia la Juve per tornare alla Fiorentina, lì dove tutto è iniziato nel 1994, anno del suo debutto nel calcio dei grandi dopo 5 anni passati nel settore giovanile del club viola. Dopo un’ultima breve parentesi al Brescia nella stagione 2011/2012, lascia definitivamente il calcio giocato all’età di 35 anni.

CHE FINE HA FATTO – L’anno successivo inizia la sua carriera da allenatore, accettando l’incarico di tecnico dei giovanissimi del Pisa. La sua carriera da allenatore non è stata di certo fortunatissima, e dopo altre brevi esperienze alla guida di Prato, Pietrasanta, Carrarese e infine alla Massese. Proprio nel corso di quest’ultima esperienza nel club toscano, dopo soli 6 mesi al termine della sconfitta casalinga con il Savona e la conseguente contestazione dei tifosi ha rassegnato le dimissioni nonostante una buona prima parte di stagione, lasciando la squadra a -9 dalla capolista. Dopo l’esperienza alla Massese ha deciso definitivamente di dire addio al ruolo di allenatore. Spesso partecipa alle partite di Inter Forever.

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