3 Giugno 2020

ESCLUSIVA – Giacomazzi, garanzia Uruguay: “Cavani è stratosferico, non lo convinci con i soldi. Vecino? Carico e contento all’Inter”

L'ex centrocampista uruguaiano parla a Passioneinter.com di alcuni suoi connazionali e amici: "Godin? Era logico un periodo di adattamento, qui è tutto diverso"

“L’ultima parola nel calcio è la loro”: così Lele Adani, durante una delle sue celebri telecronache su Sky, ha reso l’idea di quanto sia importante avere in squadra giocatori provenienti dall’Uruguay, incensando Matias Vecino dopo un gol allo scadere.

La redazione di Passioneinter.com ha contattato in esclusiva l’ex bandiera del Lecce Guillermo Giacomazzi per parlare con lui di tre giocatori della Celeste che lui conosce bene: lo stesso Matias Vecino, del quale è amico Giacomazzi, avendo anche collaborato con il suo agente Alessandro Lucci; Edinson Cavani, accostato a lungo all’Inter in queste settimane; Diego Godin, in cerca di conferme dopo i primi mesi a Milano non del tutto convincenti, rispetto al suo enorme curriculum. Ora, Giacomazzi, ricopre il ruolo di assistente di Devis Mangia nella Nazionale di Malta.

Guillermo, come stai, ora che piano piano la vita sta ritornando alla normalità?

“Bene. Speriamo, non abbiamo vissuto un momento piacevole, momento drammatico. Io vivo a Lecce dove la situazione è molto più controllata rispetto ad altre zone. I numeri drammatici sono stati al Nord. Qui al Sud c’è stato un lockdown, ma a Lecce ci saranno stati 500 contagiati. Ho molti amici lì nel bergamasco, che mi raccontano di situazioni drammatiche. Ancora non è finita, è ancora lunga, ma è giusto e bello ora ricominciare, anche con il calcio, dove la Bundesliga deve essere un esempio, per copiare da loro cercando di capire come sta andando da loro”.

La tua esperienza con Malta, assieme a Denis Mangia, è rimasta sospesa sul nascere.

“Sì sospesa come tutto, ho portato avanti quel che potevo a livello teorico: parlando, facendo programmi, cercando di mantenere viva anche la fiamma. Inizialmente non si capiva quanto si sarebbe protratto il discorso, così era difficile programmare il lavoro. Le nazionali poi sono lo specchio dei campionati, lì a Malta ancora non hanno ufficializzato le date per la ripartenza. Ogni paese ha i suoi protocolli ed i suoi”.

Chi invece ha già ufficializzato le date per la ripartenza è l’Italia. Come la vedi questa ripartenza?

“Credo che sia giusto provare, anche se inizialmente un minimo di rischio c’è. La garanzia non te la dà nessuno. Per arrivare a questa decisione ci sono stati molti colloqui fra persone che sono nella posizione per capire quale sia la cosa giusta. Non sono decisioni semplici. Come ti dicevo poi servirà anche seguire la Bundesliga, vedere come va da loro e capire se ci sono cose su cui bisogna stare attenti. E’ giusto per tutto ciò che ruota attorno al calcio. Con tutte le cautele”.

Si riparte con Inter terza ed il “tuo” Lecce terzultimo. Quante possibilità hanno rispettivamente di vincere lo scudetto e di salvarsi?

“Inizia un torneo molto speciale, atipico. L’Inter è svantaggiata per vincere lo Scudetto, parte da dietro. Ma ha una rosa importante. Il segreto per fare risultati in questo mini torneo sarà la gestione delle risorse e degli infortuni. Si giocherà ogni tre-quattro giorni, spesso anche con temperature alte ed in  condizioni fisiche non sempre al top, visto lo stop. Penso sia normale, anche in Bundesliga si sono viste partite più sotto tono. In questo altre squadre come il Lecce magari avranno più difficoltà. Così come sarà importante anche il discorso mentale: non tutti sono fatti allo stesso modo. Quando si riprenderanno ad allenare al massimo, con l’alta intensità ci potranno essere più infortuni”.

Riguardo questo discorso: potranno esserci sorprese o i valori in campo rimarranno uguali a come erano prima dello stop?

“No no, credo sia molto importante: la capacità di un allenatore di interpretare questa parte del torneo, di gestire le nuove esigenze. Cancellare una brutta partita e ripartire subito dopo 3 giorni. Le squadre grandi saranno forse più abituate. Tante altre no. L’Inter non subirà questi aspetti, il Lecce ed il Brescia magari sì. Qualcosa insomma, potrebbe succedere di strano”.

In questi giorni si è parlato molto del mercato. Cavani dove andrà a finire secondo te tra le tante che lo corteggiano?

“Sicuramente è un centravanti integro, farebbe comodo a tante squadre in Italia ed in Europa. Ha qualità tecniche e fisiche notevoli. Dipenderà dalla volontà del giocatore, dagli stimoli. Devono essere bravi i dirigenti a motivarlo, perché non saranno i soldi a farlo decidere. Io lo conosco, è un ragazzo spettacolare, un calciatore stratosferico. All’Inter potrebbe fare la differenza. Andrebbe a rinforzare ad una rosa già molto forte”.

Se partisse Lautaro pensi che lui sarebbe l’ideale per sostituirlo?

“Parlando di fantacalcio… perché in questo momento di questo si tratta. Comunque, non è più un ragazzino, ma ha qualità fisiche e tecniche uniche, pochissimi attaccanti hanno la sua resistenza aerobica, la sua tecnica individuale cresciuta in modo esponenziale con il passare degli anni. Ovviamente è completamente diverso da Lautaro, tanto son diversi che ce li vedrei bene assieme. Edison a Parigi giocava con giocatori molto di fascia. Qui dovrebbe giocare in un altro modo, Lukaku è più un giocatore di posizione mentre Edi dovrebbe girargli più intorno. Non voglio dire che non sia capace di farlo. Però ripeto: stiamo giocando, facendo fantacalcio: ora è difficile fare ipotesi”.

Conoscendo Godin credi sia soddisfatto di questi suoi primi mesi all’Inter? I prossimi potranno essere decisivi per potersi affermare come leader qui come lo è stato all’Atletico?

“E’ difficile poter ripetere quel che ha fatto all’Atletico, con una squadra completamente diverso e dovendo adattarsi ad un calcio che non conosceva. Per esempio una sua dote è quella che comunica molto in campo: anche la lingua avrà influito sicuramente nel suo adattamento. Non voglio dire che il suo rendimento sia stato deciso da queste cose, ma nell’approccio iniziale possono influire tante cose, qualche difficoltà iniziale ce l’hai per forza. Ha fatto ottime gare, forse la gente si aspettava un giocatore che prendesse in mano l’impostazione, dominare nella marcatura. Ha alternato partite buone ad alcune con errori, come può capitare. In una squadra che tendenzialmente offende. L’Atletico Madrid invece è una squadra italiana nel calcio spagnolo. che dà pochissimi spazi. Il 4-4-2 di Simeone era molto serrato”.

Modulo diverso dal 3-5-2 di Conte.

“Un sistema diverso al quale si deve adattare e nel quale gioca in maniera differente, deve seguire l’azione offensiva. Dire che possa rifare quello che ha fatto in Spagna, dove ha vinto coppe a ripetizione contro Barcellona e Real e dove quasi ha vinto la Champions, è una cosa difficile: glielo auguro, così come a Vecino, perché sono ragazzi straordinari. Mi auguro che possano far vedere la loro classe in Italia”.

A proposito di Vecino: il suo nome viene nuovamente fatto in chiave mercato.

“Matias è un amico. So che ha avuto un fastidio al ginocchio, però già si sta reintegrando al gruppo. Sul mercato mi sembra inutile parlarne: mi sembra così strano fare questi discorsi ora. Perché è tutto da vedere su come i club faranno i bilanci e prenderanno decisioni per il futuro. Ti faccio un esempio: non so quanti potranno andare a prendere un giocatore senza prima vendere qualcun altro. Lui comunque è contento all’Inter, carichissimo, non stava benissimo per quella cosa al ginocchio, ma era una cavolata, ci siamo sentiti spesso durante la quarantena. Siamo stati sempre in contatto anche per la situazione di Milano”.

La redazione di Passioneinter.com ringrazia Guillermo Giacomazzi per la consueta disponibilità e cortesia.

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