23 Febbraio 2015

PREPARATI AL MATCH – Tutto su Cagliari-Inter

Con le partite domenicali di questa infinita 24^ giornata Fiorentina e Lazio hanno portato a casa rispettivamente uno e tre punti, allungando la classifica per quel che concerne quarto e quinto posto: l’Inter di Roberto Mancini è impegnata questa sera sull’ostico campo di Cagliari per provare a rimanere in scia di biancocelesti e viola nell’ottica Europa League e vincendo accorcerebbero di due punti sulla squadra di Montella, ferma a 39. Una vittoria significherebbe poi scavalcare in un sol colpo Palermo, Torino e Milan e piazzarsi a pari punti con Sampdoria e Genoa, impegnate domani nel derby della Lanterna. Il Cagliari, però, è avversario difficile: i sardi, con l’arrivo di Zola, sono diventati una squadra più equilibrata e possono ambire a recuperare i tre punti che li separano dall’ultimo posto utile per non retrocedere. Dunque, stimoli diversi, ma obiettivo comune: la vittoria.

LA STORIA – A partire dal 1964 ci sono stati 39 Cagliari-Inter, con 12 successi nerazzurri, 20 pareggi e 7 vittorie cagliaritane. L’ultima volta che la squadra di Milano è riuscita a portare a casa i tre punti era il 2010: un gol di Eto’o al 39′ risolse il match. Datato 2013 è l’ultimo bottino dei padroni di casa: la doppietta di Pinilla nella ripresa condannò gli uomini di Stramaccioni. Cagliari-Inter è andata in scena anche tre volte per la Coppa Italia (2-2 nel 1996, 1-3 nel 2000, 1-1 nel 2005) e curiosamente anche una volta per la semifinale di Coppa Uefa: era il 1994 e al Sant’Elia terminò 3-2 per i rossoblù; il punteggio fu ribaltato a San Siro con un secco 3-0  dai nerazzurri, che quell’anno vinsero la competizione.

IL PRESENTE – La gara di oggi, molto meno prestigiosa di quella del 1994, ha comunque un suo perché: i sardi sono imbrigliati nella lotta per non retrocedere e possono contare su un vate in patria (Zola, ndr) che però ha a disposizione una rosa progettata e voluta non da lui ma da un altro vate (Zeman, ndr). Il boemo è stato esonerato nelle festività natalizie e da allora ha totalizzato 8 punti in 7 partite: una media che probabilmente non basterebbe per arrivare alla salvezza. Ecco perché la squadra del presidente Giulini, oltre alla semplice organizzazione di gioco e della tecnica dei proprio interpreti, deve mettere sul piatto della bilancia anche uno spirito diverso, più combattivo. Di contro i nerazzurri vengono da un periodo piuttosto positivo, in termini di risultati ma soprattutto di prestazioni: a parte la sconfitta sul campo contro il Napoli, la compagine guidata da Mancini sembra aver trovato la quadratura del cerchio con il 4-3-1-2 classico a rombo: Guarin e Brozovic sono diventati due elementi imprescindibili, così come Shaqiri; l’unica nota stonata è una fase difensiva a tratti ancora imbarazzante più per errori personali che per movimenti inadeguati.

LE FORMAZIONI – Per la gara di questa sera Mancini porta in panchina D’Ambrosio e Andreolli dopo quasi un mese di assenza, ma deve rinunciare ad Handanovic, che ha subito una contusione al piede: al suo posto tra i pali Carrizo. In difesa, in vista dell’impegno di giovedì contro il Celtic, il tecnico di Jesi è intenzionato a concedere un turno di riposo a Campagnaro e a promuovere terzino Dodò, facendo scalare a destra Santon; centrali saranno Ranocchia e Juan Jesus. A centrocampo turn-over nullo, in quanto Medel agirà davanti alla difesa coadiuvato ai lati da Brozovic e Guarin. In avanti ballottaggio tra Shaqiri e Kovacic, con il primo favorito sul secondo, dietro il tandem Icardi-Podolski. Zola non abbandona il fidato 4-3-2-1 e conferma Brkic fra i pali, Pisano, Rossettini, Capuano e Avelar in difesa e il trio composto da Dessena, Conti e Donsah in mezzo al campo. Gli unici dubbi per l’ex Magic Box riguardano il reparto avanzato: certo del posto Cop, resta da definire chi saranno i due trequartisti; secondo gli ultimi aggiornamenti sono favoriti Cossu ed Ekdal, ma Joao Pedro e Mpoku scalpitano.

L’OCCHIO TATTICO – Nelle ultime uscite l’Inter ha dimostrato di saper sfruttare molto bene gli spazi tra le linee grazie al movimento e alle intuizioni di Shaqiri: lo svizzero, che per capacità tecniche e per fisicità potrebbe svolgere qualsiasi ruolo offensivo, ha trovato la posizione giusta alle spalle di Icardi e della seconda punta del caso. Il Cagliari, nonostante abbia perso smalto nella fase d’attacco rispetto al periodo targato Zeman, ha acquistato grande solidità a centrocampo: Donsah e Dessena sono due ottimi interpreti del ruolo di mezzala perché sanno coniugare la difesa all’attacco con grande fisicità. Lo scontro tra loro due e la coppia Guarin-Brozovic ci dirà quale squadra comanderà il gioco nel match. I nerazzurri, inoltra, dovranno rimanere concentrati per evitare che da situazioni in controllo si passi a dover fronteggiare emergenze difensive: Ranocchia e Juan Jesus, in questo, non sono forse la coppia più affidabile e il motivo è da rintracciare nel fatto che entrambi avrebbero bisogno di una guida al loro fianco. In ultima analisi ci concediamo di individuare due varianti nel caso in cui ad affiancare Icardi fosse realmente Podolski e non Palacio: il tedesco non ha mai fatto la seconda punta pura accanto all’argentino, ma è probabile che con una difesa non irresistibile come quella del Cagliari un attaccante più statico accanto a Icardi possa far bene ugualmente, se non di più, rispetto a uno che ha nel movimento senza palla il suo marchio di fabbrica. La realtà delle cose ce la dirà il campo: Cagliari-Inter sta per iniziare!

di Gianluigi Valente